L'esempio arriva dai Pairetto

L'esempio arriva dai Pairetto Arbitro carriera difficile e cominciare spesso è una scommessa L'esempio arriva dai Pairetto di CLAUDIA FERRERÒ TORINO — Che popolarità e simpatia non sempre accompagnino una giacchetta nera, lo sanno bene Le nuove leve dell'arbitraggio, gli eredi di Agnolin, di Lo Bello, di Casarin guardino altrove: assicurano che si tratta di una sfida con se stessi, confessano che un fischietto va bene, purché ci sia l'aggancio con il mondo del calcio. Dicono che gli insulti, semmai, funzionano da stimolo. La filosofia del vivaio in campo arbitrale sembra non conoscere zone d'ombra, almeno per quanto riguarda la cintura di Torino. Il ricambio arriva, puntuale, con l'apertura dei corsi autunnali per aspiranti arbitri. . Due mesi di corso, tre lezioni serali a settimana, un'opportunità peri ragazzi dai 16 anni in poi: partono all'inizio di ottobre le attività della sezione di Nichelino ed è subito storia, o meglio, confronto di generazioni, pretesto per fare un punto della situazione sull'essere arbitri ieri e oggi. Il «territorio» è della famiglia Pairetto: Antonio e Pier Luigi, padre e figli, ex di 4a serie il primo, nazionale A e B il secondo, rispettivamente presidente e consigliere di questa sezione che abbraccia tutta la zona Sud della città. "Gli Anni 60 e 70? Pane, lavoro e calcio — ricorda Antonio Pairetto —. Noi arbitri facevamo gruppo a sé, mogli comprese. Quanto alla preparazione, oltre a quella tecnica, era richiesta si, una buona capacità atletica, ma si era lontani dai livelli necessari oggi per emergere. E' aumentato il ritmo di gioco, domina il pressing e di conseguenza è cambiato il modo di fare l'arbitraggio. Ci vuole più velocità, più prontezza: direi che i ragazzi devono imparare a considerarlo un modo diverso di fare sport». Mentre in due anni di attività il numero dei soci a Nichelino è raddoppiato per arrivare agli attuali 125 iscritti, i passaggi di categoria fra gli ex allievi sono stati 53. «Se si hanno ambizioni serie il consiglio che do ai giovani e di inziare prestissimo. Undici salti di categoria per arrivare in A, vogliono dire non meno di 12 anni di esperienza in campo senza errori. La soddisfazione è grande, la selezione dura e l'ambiente è molto più aperto rispetto al passato-: Pier Luigi Pairetto ha iniziato nel '68, sedicenne, e milita da nove anni nel Can dì A e B. Il corso di due mesi è gratuito (per informazioni e iscrizioni, via XXV Aprile 120. tel. 627.5495 - 623.764, ore pasti 620.037): si studia il regolamento, si passano e ripassano le 17 regole di base, si impara il comportamento da tenere sul terreno di gioco e con i dirigenti. La scuola offre la possibilità di allenarsi con un preparatore atletico al campo Einaudi di Moncalieri. Chiamati a garantire il successo dell'iniziativa sono stati l'istruttore del comitato centrale dell'Aia, Antonio Trano, il presidente deila Fiorentina. Renzo Righetti, il vicepresidente della sezione. Antonino Lanza e l'ultimo gioiello di casa torinese, Alfredo Trentalange. passato quest'anno in B. Fra i giovani che stanno per iniziare il corso c'è chi sostiene che fare l'arbitro è un modo per andare controcorrente. La pensa cosi Maurizio Nari, 25 anni, sposato, che aggiunge: -£' una categoria critica, accusata, sarà quindi un modo per mettermi alla prova, per capire come reagirà. Mia inoglie è dàccordo-. Tutti amano il calcio, tutti non si accontentano di viverli dall'esterno, pochi lo hanno giocato. • Sarà un modo per fare sport-, dice Alberto Servadio, 22 anni, tecnico di macchine fotocopiatrici. E il più giovane. Alessandro, appena sedicenne: -Sono curioso, spero di divertirmi, ma per ora non penso alla carriera-.

Luoghi citati: Moncalieri, Nichelino, Torino