La mafia del 10-politico

La mafia del 10-politico La mafia del 10-politico Violente accuse del maestro Bela Karolyi, il creatore della Comaned e ora delle ginnasti' Usa, alle giurìe legate al blocco dell'Est dal nostro inviato CURZIO MALTESE SEUL — Verso le 14, quindi di sera negli Stati Uniti, la NBC ha ricevuto uno dei pochi grandi regali di un'Olimpiade avara per gli americani. Mentre il sorriso della Griffith-Joyner sul podio dei 100 metri conquistava il mondo, la piccola Phoebe Mills strappava con un perfetto esercizio l'unica medaglia occidentale della ginnastica, il bronzo alla trave. Per i cacciatori d'immagini del network che ha comprato l'Olimpiade è stato uno scherzo montare lo sguardo fatale della Griffith con il musetto acerbo, eppure truccatissimo, dell'erede designata di Mary Lou Retton. Troppo onore per un bronzo, per di più in coabitazione con la rumena Potorac? Non tanto, se si considera che nessuno sport in questi quattro anni ha avuto negli Usa un boom paragonabile a quello della ginnastica femminile. Da Mary Lou Retton, regina a Los Angeles, è partito un fenomeno che oggi coinvolge quasi un milione di teen-agers americane, centinaia di scuole, soprattutto in California, milioni di dollari in sponsor. Un movimento destinato a crescere fino ai Mondiali '91, a Indianapolis. Un esempio è la storia di Phoebe Mills, bambina prodigio dell'Illinois, alla quale i genitori hanno fatto cambiare tre sport, dal primo amore (il nuoto, ma era troppo bassa, 1,52), al pattinaggio (record mondiale juniores dei 500 metri), per dedicarsi infine alla ginnastica. Il tutto in 15 anni. La sua è una medaglia piccola piccola, l'unica superstite della messe dell'84 dove gli Stati Uniti raccolsero 5 ori, 5 argenti e 8 bronzi). Allora era però assente il blocco dell'Est che qui si è spartita quasi tutta la torta ( 17 ori, 11 argenti e 11 bronzi), lasciando a Cina, Giappone e Corea le briciole (1 oro, nel volteggio a Yun Lou). Ma con quali sistemi? "Con la solita mafia socialista» risponde Bela Karolyi. Per chi non ricordasse, Karolyi è 11 più famoso e ricco allenatore del mondo. Ex giocatore di pallamano ungherese emigrato in Romania, Karolyi e la moglie Martha divennero celebri per aver trasformato una scontrosa ragazzina, figlia di un meccanico, in una stella intemazionale: Nadia Comaneci. Da allora non hanno più smesso di fabbricare talenti, passando dalla bottega di Bucarest al laboratorio texano che ha sfornato Mary Lou Retton e Phoebe Mills. Karolyi, che con gli anni assomiglia sempre più a Ion Tiriac, il collega del tennis, la "mafia socialista» dunque la conosce bene. -E'uno scandalo — prosegue — Le giurie sono totalmente condizionate. Col rientro dal boicottaggio si é rivisto il vecchio basso mercato dei voti. Non è possibile che su 45 medaglie soltarilo una vada all'Occidente». Ma la superiorità delle scuole dell'Est? "Storie. Si è visto a Los Angeles, con giurie più equilibrate, che le rumene non sono marziane. E neppure le sovietiche lo sarebbero, se non fossero aiutate. Oggi per esempio la Shushunova e la Silivas hanno sbagliato parecchio. Eppure i giurati hanno avuto paura di dare vóti bassi. O hanno alzato quelli delle 'sorelle' tedesche orientali. Le bulgare invece sono state snobbate, perchè anche nella mafia ci sono le gerarchie. E'stato sempre così e continua questo sistema. Nella ginnastica la perestrojka non è arrivata». Il pronunciamento dell'inventore della ginnastica moderna chiude con una profezia: "La mafia dell'Est ha dato a Seul l'ultima grande dimostrazione di potenza. Le cose stanno cambiando, grazie agli sforzi degli Stati Uniti, della Germania, dell'Italia e della Francia. Con i mondiali di Stoccarda e soprattutto di Indianapolis avremo giurie più affidabili e imparziali». Nell'ultima giornata comunque il «10 politico» si è visto soltanto alle asimmetriche. Premiate la Silivas, la Kersten e la Shushunova, che ha così superato con otto «10» il mitico record di Nadia Comaneci a Montreal. Curioso che l'abbia fatto proprio nella sua giornata più nera (solo un argento e un bronzo). La campionessa del completo è caduta un po' dappertutto, non è metafora, lasciando via libera alla rivale Silivas (3 ori e un bronzo). Alle spalle delle reginette due splendide fanciulle, la sovietica Svetlana Boguinskaia, oro nel volteggio, la grazia di una ballerina del Bolshoi, e la miss del gruppo, Dagmar Kersten, argento nelle asimmetriche, una Marilyn Monroe adolescente che riceve alcune centinaia di lettere di ammiratori ogni mese. Tutte bravissime, perfette, perfino nella scelta del costume, della musica e del trucco, ormai non indifferente. Tutte stanchissime alla fine di una vetrina che ha bruciato in meno di una settimana il lavoro di quattro anni, si sono spente dopo aver brillato davanti agli occhi di due miliardi di spettatori.