Esce dall'infermeria e trionfa

Esce dall'infermeria e trionfa Esce dall'infermeria e trionfa E' successo al giavellottista finnico Korjus, colpito da crampi e tornato in pedana solo per l'ultimo decisivo lancio • Record italiano della Trojer DAL NOSTRO INVIATO SEUL — Una storia incredibile nel giavellotto: un aitante finlandese, Tapio Korjus, insegnante di educazione fisica, colpito da crampi a un polpaccio, ha interrotto la finale dopo due lanci per andare in infermeria. Quando è tornato, gli altri erano giunti all'ultimo turno di gara. Lui era l'ultimo a lanciare e fino a quel momento la sua presenza-assenza (al primo tentativo aveva ottenuto 82,74) era passata qusi inosservata: a guidare la gara il suo connazionale Raty con 83,26. Ma ecco il primatista mondiale, l'ungherese Zelezny, ottenere 84,12. I finlandesi si disperano, sembra tutto finito. Nessuno concede una chance a Korjus, e invece ecco la sua splendida spallata, il giavellotto che si pianta a 84,28, medaglia d'oro. Per lui e la Finlandia è l'apoteosi con due uomini sul podio. Per i sovietici i successi di Avdeenko nell'alto (2,38) e della Samolenko sui 3000 rattoppano un bilancio che fin qui, nell'atletica, ha visitato tutte le sfumature del grigio tendente al nero: il lunghista Emmyan, vistosamente fasciato, ha accusato il riacutizzarsi del male all'inguine destro dopo una dozzina di metri di rincorsa e si è bloccato; la Olizarenko è stata esclusa dalla finale degli 800 e l'ostacolista Marion, con la sua eliminazione al secondo turno, alimenta ulteriori dubbi sulla validità del tempo (13"20, allora europeo eguagliato) ottenuto in giugno a Leningrado. Il campione del mondo Sjoberg, che ha diviso 11 bronzo con Povamitsin, è il grande sconfitto dell'alto, così come nei 3000 donne la statunitense Mary Decker, che ha fatto harahiri cercando inutilmente di dettare subito un ritmo sostenutissimo e finendo per scivolare sempre più indietro, concludendo lontanissima dalle prime. In attesa della finale di domani, dopo la giornata di riposo, ha destato particolare attenzione il giovane Steve Lewis sui 400, una gara in cui non sono mancate eliminazioni di riguardo: dal nigeriano Uti al britannico Bennett e a Tiacoh, della Costa d'Avorio. Nelle semifinali degli 800 (in cui tra le vittime illustri c'è stato lo slavo Popovic) Sabia è stato bravissimo, correndo in l'44"90, terzo tempo della sua carriera. Per soli 13/100 invece Irmgard Trojer, altoatesina di Brunico, 24 anni compiuti il 16 marzo, non è riuscita a superare le batterie dei 400 hs: la sua partecipazione olimpica merita però la sufficienza piena visto che comunque ha firmato il nuovo primato italiano, correndo in 55"74, cioè oltre mezzo secondo in meno di quanto le era riuscito al Sestriere (56"29) in altura e, addirittura, sette decimi meno del suo limite nazionale (56"44, in comproprietà con la Cimili) a livello del mare. "Certo essere stata eliminata, nonostante il record, mi dispiace — confessa —: chissà come mi sgriderà il mio allenatore Crepaz, visto che ho sbagliato l'ultimo ostacolo pregiudicando in questo modo la mia qualificazione». Ma siamo certi che Crepaz, rispettando una sua graziosa abitudine, l'accoglierà con una rosa rossa e un sorriso. g. bar.

Luoghi citati: Brunico, Costa D'avorio, Finlandia, Leningrado, Sestriere