«AAA Primo Ministro per la Polonia cercasi»

«AAA Primo Ministro per la Polonia cercasi» Vuoto di potere nel fragile regime di Jaruzelski «AAA Primo Ministro per la Polonia cercasi» Mai tanto imbarazzo decisionale in un Paese dell'orbita comunista La vignetta pubblicala sull'ultimo numero del settimanale inglese 'The Economist» è piuttosto feroce, ma centra in pieno il problema immaginando l'ufficio del collocamento di Varsavia costretto ad esporre sconsolatamente in vetrina un solo cartello: «AAA Primo ministro polacco cercasi». Quei scarni tratti di penna fotografano con nitidezza il vuoto di potere che si sta spalancando a voragine sotto l'ormai indubbia fragilità del regime Jaruzelski. Mai prima d'ora un Paese dell'orbita comunista, benché animato dai migliori intenti di liberalismo ideologico, si era trovato ad affrontare l'ultima delle innumerevoli crisi politiche del dopoguerra in condizioni di tale imbarazzo decisionale. E per giunta nel cuore della fase più delicata vissuta oggi dalla Polonia, travagliata dall'acuirsi di tensioni sociali che rischiano ogni giorno di riesplodere con effetti dirompenti. Essa deve infatti cercare con il lanternino un capo di governo dalle doli non comuni, un po' come cercare l'ago nel pagliaio. Il fatto stesso che l'esecutivo del partito-guida stenti ad individuare il candidato giusto destinalo a succedere a Zbigniew Messner, lo scialbo premier dimessosi la scorsa settimana dopo tre anni di leadership inconcludente, mette a nudo la debolezza intrinseca del sistema, incapace di esprimere dal suo interno, su due piedi, uomini in grado dì condurre la nazione a onorevoli livelli di efficienza programmatica, da sempre promessa e mai mantenuta, in modo da arginare il diffuso malcontento popolare infiammato a dismisura dal mortificante tenore di vita. L'inflazione galoppa attorno al 30 per cento, i salari, al minimo dell'Est europeo, vengono beffati quotidianamente dalla crudele penuria degli approvvigionamenti alimentari, la sfiducia nelle istituzioni è rampante. Perché al prossimo primo ministro, quale esso sia, si chiede quasi l'impossibile, -peggio che quadrare il cerchio»; ha scritto "Newsweek». Innanzitutto possedere spalle erculee con cui sopportare il peso di una gestione economica disastrata, stretta tra la forbice del debito estero, attestato a quota 39 miliardi di dollari, e l'andamento deficitario delle industrie di Stato: ossia troppi cantieri navali, acciaierie, miniere di carbone obsoleti sui quali pende costante il pericolo della chiusura aggravata dalla prospettiva cosi poco marxista di massicci licenziamenti. Quindi, in seconda battuta, dare prova di coraggio leonino per aprire le porte all'-altra Polonia» che da anni si riconosce nella bandiera di Solidarnosc — il che comporterà, senza ulteriori remore, l'accettazione del pluralismo sindacale quale tappa iniziale di un discorso ad ampio raggio destinato a mutare radicalmente il quadro nazionale —, e ridare spazio all'iniziativa privata. Però l'ipotesi, sebbene ancora non formulata con chiarezza, dell'afflane amento di organismi alternativi al monopolio fin qui esercitato dal pc polacco non piace ai nostalgici del partito, timorosi di perdere prestigio e cariche, e piace a metà all'opposizione a meno di diventare totale, incondizionata, il che vuol dire rispondere in pieno alle rivendicazioni avanzate dall'ex sindacato libero sulla scia delle recenti ondate di scioperi. Di sicuro c'è soltanto la decisione, certamente storica per il potere varsaviano, di intavolare il dialogo con l'opposizione. Rimase confinata nel ghetto imposto dalla legge marziale di otto anni fa, adesso si dichiara pronta a ricuperare le posizioni perdute (pare che il tesseramento proceda a tappe di primato) sfruttando la •tavola rotonda» dell'incontro faccia a faccia con le autorità, previsto a metà ottobre, che sancirà il suo ritrovato rango di interlocutore ufficiale. Basterà tuttavia a sciogliere le molte incognite del dopo Messner, schiacciato in Parlamento da 359 voti contrari e 17 astensioni (persino il suo mentore Jaruzelski aveva alzato il braccio del «no»J ? Stamane si riunisce il plenum del Comitato centrale in una seduta che si preannuncia tempestosa per trovare almeno una base di accordo, domani al Parlamento toccherà di ratificare la nomina dell'erede. Nel totovoto della vigilia la lista dei papabili al "posto che scotta» avrebbe già registrato clamorose defezioni. Non lo vogliono né il potente presidente della Dieta, maresciallo Malinowski, personaggio gradito alle due anime dell'establishment comunista, spaccato a metà fra riformisti di tipo gorbacioviano e conservatori della vecchia guardia, né tantomeno Wladislaw Baka, presidente della Banca nazionale, ben vislo a Mosca, ma attorniato da nemici in patria. Secondo alcuni osservatori, non sarebbe da escludere il classico coup de théàtre da parte del generale-presidente nel qual caso la scelta potrebbe cadere sull'ex ministro degli Interni Czeslaw Kiszczak, il soldato-gentiluomo che da un mese conduce la mediazione con Lech Walesa. La dirigenza sovietica ha già espresso parere favorevole alla legalizzazione delV'Onomalia polacca» prospettando l'esistenza di sindacati non ufficiali, un segnale incoraggiante che Jaruzelski non può ostinarsi ad ignorare. Piero de Garzarolli Wojciech Jaruzelski

Luoghi citati: Mosca, Onomalia, Polonia, Varsavia