Sotto la lente di Ceronetti

Sotto la lente di Ceronetti «L'OCCHIALE MALINCONICO »: VIAGGI E OSSESSIONI Sotto la lente di Ceronetti Nella Cattedrale gotica si specchiava^ la misura del 'mondo. Le vetrate erano lo 'schermo in tecnicolor dove ìa gente del medioevo vedeva ■muoversi e gesticolare i personaggi della vita sacra, colonne massicce e ordine geometrico simboleggiavano la potenza della materia soggiogata e vinta, ogni scultura o dipinto, ogni oggetto, ■scheggia di pietra o grumo di Valore, era Un piccolo tassello dove dietro l'apparente casualità degli elementi si imponeva l'idea di un'armonia superiore. ■ Le architetture esprimeva'no vigore di temperamento e 'immaginazione: fedi invisibili e voglia di miracoli, profumo d'incenso e inni sacri fra le navate, fatiche di architetti e capomastri, carpentieri, pittori, fabbri, maestri vetrai, tintori: «L'idea di pompiere un mestiere che nascondesse un segreto trascendente, doveva essere di un trepidante conforto». I. Entrando nella Cattedrale di Strasburgo, «misterioso santuario di pietra arenaria rosa in terre renane». Guido Ceronetti non può fare a meno di confrontare passato e presente. E di percepire attriti, stonature, dissonanze aspre che lasciano il segno nell'anima e fanno fremere le corde profonde dell'essere. Non è Strasburgo la sede del Parlamento europeo? Basta l'idea per innescare sovrapposizioni spieiate: la sacralità della Cattedrale e le disarmonie dell'oggi, grandi figure di cavalieri militari, Teutonici e Templari, e inostri piccoli burocrati della politica, la «ventiquattrore» di cuoio, camicia a righe e giacca fantasia, cicalini di telefoni fra scrivanie e uffici. «Non fu certamente il messaggio nascosto in quelle pietre ogivali ad attirare qui, a Strasburgo, prima il Consiglio d'Europa, poi un Parlamento europeo eletto da alcune nazioni occidentali enormemente decomposte. ballo di spettri laici, girotondo di scristianizzati e marxisti svaporati, ignari di Anastasis e alchimia... e di questo mio prezioso suggerimento: prendete il Dies Irae e fatene l'Inno del Parlamento europeo, sarete meno indegni di Strasburgo e più preparati per il futuro!» L'occhiale malinconico è il titolo del nuovo libro di Ceronetti pubblicato da Adelphi. Libro di viaggi, osservazioni e tormenti. Lo sguardo che si posa sui luoghi, interroga le cose e le trasfigura, cerca atmosfere e le crea, fustiga, assale, strappa le apparenze, graffia e si commuove, si fa mistico e feroce, cerca la luce e smaschera le tenebre. Un colloquio con poeti, santi, pittori, figure vive di ieri capaci di rischiarare le stanze buie di oggi. Eccoi colori inquietanti dei dipinti di Matthias Grunewald, le finestre e il cortiletto silenzioso del monastero di Avila, dove Santa Teresa vive il fuoco del distacco dal mondo. Ecco Abelardo e Eloisa, l'amore acceso dal senso del peccato e consumato dai tormenti della carne, le incertezze di lui e la fedeltà totale di lei in quel Medioevo impregnato di divino dove Dio è tutto e causa di tutto: «Contemplo ammirato questi abissi, la forza resurrezionante dell'illusione, ma chiedo la libertà di soffrire senza l'obbligo di ringraziare la causa del soffi-ire». Ecco alcune immagini dì donna: una celebre litografìa di nudo di Van Gogh del 1882, un'acquaforte di Rembrandt del 1658, la Maja desnuda dì Goya. «Benedette le età che conobbero il lume delie candele, 1 corpi nudi rischiarati dalla fiamma, illuminés par l'ardeur du charbon, in cui la donna si spogliava e si accendeva nel chiarore di una luce viva che aveva la forma e il mistero dell'occhio umano. Qualsiasi luce elettrica è uno sfregio di rasoio sul mettersi a nudo del corpo desiderabile... C'è subito bruciore di stupro intorno a un corpo che si denuda in una lametta di luce artificiale, con gli alti voltaggi è quasi assassinio e i fasci diretti dei riflettori sui culami esposti, negli spogliarelli e nei si gira del miserabile Cinema, sono bollature veterinarie del mattatoio sadista». Ceronetti guarda il mondo con occhiale malinconico. Ma la lente è sensibilissima e il vetro robusto. L'analisi scava senza smuovere, penetra a fondo senza lacerare: cerca la Forma oltre gli abissi inanimati della materia, aspira all'Armonia nel frastuono caotico delle orchestre impazzite, cerca l'Illuminazione nella penombra dei nostri labirinti resi più bui dalle luci al neon. L'occhiale che Ceronetti inforca per guardare il mondo è lo specchio dell'edificio interiore. Una costruzione spirituale massiccia, salda in ogni punto, le fondamenta di chi rifiuta di considerare l'uomo come semplice combinazione della necessità e del caso, le finestre che guardano verso l'alto e indagano le dimensioni dello spirito, le porte aperte al linguaggio misterioso del divino. Quante cose dietro l'occhiale di Ceronetti- lo studio dei mistici di Oriente e Occidente, i filoni delle tradizioni religiose, la cultura ebraica, le traduzioni dei testi della Scrittura: Salmi, Ecclesiaste, Cantico dei Cantici, Giobbe, Isaia. Uno scrivere che sa essere artiglio e nota di cetra, spruzzo di acido e goccia di miele. «La luce sa sempre dove andare e chi deve incontrarla trova la via. Nel tradurre i salmi la prima volta e la seconda, a distanza di circa vent'anni, ho sentito, in certi momenti, che gli andavo incontro, ma avevo troppa opacità interna per diventarne prisma, non sono che un Mostratore di linguaggio, sotto il cielo contaminato dei miasmi della Morte di Dio». E'una Cattedrale l'edifìcio interiore che permette all'occhiale malinconico di Ceronetti di guardare il mondo. Mauro Anselmo

Luoghi citati: Adelphi, Strasburgo