Il Sessantotto sbarca a Venezia

Il Sessantotto sbarca a Venezia A «Vent'anni di desideri» nostalgie (e molte altre cose) in mostra Il Sessantotto sbarca a Venezia Fra'gli invitati <i-musicisti Francesco Guerini, Sylvano Bassotti, Steve Lacy e Enrico Rava Grande assente Adriano Sofri, agli arresti domiciliari - Non mancherà il Cipputi di Altan . DA'. NOSTRO INVIATO VENEZIA — Immaginate Venezia e la sua laguna senz'acqua e deserte. E' un videoclip di quattro minuti che si può vedere da venerdì nel' la mostra «La pittura s'incontra» allestita nella Galleria Comunale di Mestre con una trentina di artisti italiani, svizzeri, francesi e tedeschi. Con questa propostaprovocazione, l'Arcinova Veneto, appoggiata dal Comune di Venezia, ha ufficialmente abbassato la bandierina di partenza dell'incredibile serie di manifestazioni raggruppate sotto il titolo 'Vent'anni di desideri». In pratica una miscellanea di due mesi che si snoderà tra Venezia, Mestre e Padova, comprendente spettacoli teatrali, concerti, balletti, tavole rotonde. Si parla di Sessantotto, graditi ospiti i suoi personaggi. A far loro compagnia parecchi «nipotini» che nel frattempo devono pure avere assimilato qualcosa. Nel caleidoscopio per ovvi meriti sono stati inseriti il cantautore Francesco Guccini, Luigi Nono, Salvatore Sciarrino, Sylvano Bussotti, Steve Lacy ed Enrico Rava, il teatro dell'Elfo di Milano ed il Gruppo della Rocca, senza tralasciare ima rivisitazione dei testi classici di Pasolini a cura del regista Veneziano Gianni De Luigi. Per la danza il posto è stato assegnato al Balletto di Toscana mentre già si aspetta con curiosità lo 'Splendido vetrino» di metà ottobre: il «Diario di bordo» del disegnatore Francesco Altan che farà ripercorrere al suo operaio Cipputi le «Immagini di vent'anni alla deriva». In quanto alle tavole rotonde, ne è prevista una fin da stasera, a Venezia, nel foyer del Teatro Goldoni, intitolata 'Il Teatro verso il Duemila» con storici e critici quali Carmelo Alberti, Stefano Casi, Gianni De Luigi, Saverio Verterne ed Alfonso Malaguti. Per la cronaca: della partita Sessantotto, se la manifestazione non fosse slittata di sei mesi, doveva far parte anche l'ex leader di Lotta Continua Adriano Sofri ora agli arresti domiciliari. Sofri aveva accettato l'invito a dibattere con Bobo Craxi, Mimmo Pinto, Niki Vendola e l'assessore alla Gioventù di Venezia, Maurizio Cecconi, sul tema 'Potere... alla memoria collettiva». Una rimpatriata di reduci? «Con gente come Nono, Bussotti, ed Altan? Ben vengano altri reduci e nostalgici! In realtà — reclama Angelo Zennaro, presidente regio¬ nale dell'Arci—molti vorrebbero fare il processo al Sessantotto, anche solo per sentito dire. Decidano una volta per tutte. E' certo comunque che se non è solo un patrimonio di banditi ci ritroveremo in tanti». E allora, nelTattesa di un processo che non si farà mai, tanto vale gustare la mostra, una specie di happening, con quadri, installazioni, video, foto e performance che ha come scopo — e non poteva essere altrimenti — 'l'abolizione delle categorie nell'arte». Nell'assemblaggio, quasi improvvisando, l'esposizione trova posto a di tutto un po' C'è la body-art o installazione d'ambiente del fiorentino Giovanni Surace che impacchetta ombrelli o bastoni da passeggio, le installazioni urbane in legno del veneziano Riziero Giunti, Voptical di Franco Costalonga e Nino Ovan, l'arte povera di Sylviane Zurly che espone collages multicolori di delicatissimi drappeggi. Non mancano gli astrattisti (Moreno Fortunato e il torinese Angelo Mottura), i concettuali (Gea D'Este), i neo-spazialisti (Luigi Colli) e gli espressionisti (Paolo Permisi e Nenad GellKevesic). Completano la rassegna la fotografia di Enzo e Raffaello Bassotto, i video graphic di Silvano Onda (sua «Venezia senz'acqua» premiata nemmeno una settimana fa ad un concorso alla Giudecca) e i video musicali di Nicola Cistemino. Ma i vent'anni di desideri di Venezia quali sono? 'Quelli dei progetti mai realizzati», ribatte pronto l'ex sindaco socialista Nereo Laroni che dopo alcuni mesi di impasse si è ritrovato sulla poltrona di assessore alla cultura in una inedita giunta rosso-verde composta da pei, psi, psdi, verdi e pri. 'Sessantottini siamo stati tutti — aggiunge, con una punta di compiacimento —, almeno metà della classe politica cittadina. Penso però sia una concomitanza e non certo una conseguenza se Venezia non ha avuto quello sviluppo che si meritava. Dite che ormai dia l'impressione di un moribondo giunto agli ultimi sussulti? Non so se risponda a realtà. Di sicuro posso dire che la nostra è un'agonia scintillante: una morte vissuta con grande godimento». Quali invece i desideri attuali del primo cittadino di Venezia, Antonio Casellari, avvocato cinquantenne del pri? 'Prima di tutto cancellare reminiscenze "marinettiane" che vengono ancora nella mente di taluni. Costoro, senza avere nemmeno la carica emotiva di un futurista come Marinetti, avvertono solo una apparenza decadente e funeraria di Venezia laddove la realtà della città e della sua cultura è tu!faltra e costituisce "una lezione" di valore assoluto». Sarebbe? «La capacitò di fare cultura reinterpretando, filtrando e rinnovando la sua millenaria tradizione e così impostando in una sintesi fra ieri e oggi le proposte di un domani». Ivano Barbiere»