Ecco Fiorella
Ecco Fiorella Altro concerto ieri a Torino Ecco Fiorella TORINO — Momento magico per Fiorella Mannoia, ieri pomeriggio in concerto al Palasport di Torino: disco d'oro per l'album «Canzoni per parlare» (che ora veleggia verso le duecèntomila copie), una tournée estiva che consolida i consensi del pubblico, nuovi progetti di lavoro. Del resto è dal festival di Sanremo (dove, per la seconda volta, lé è stato assegnato il premio della critica) che la trentaquattrenne cantante romana ha convinto il grande pubblico dopo essersi guadagnata i gradi sul campo con un lungo, sfaccettato, impegno di lavoro. — n disco «Canzoni per parlare» si presenta ' con tutte le credenziali: canzoni di Ivano Fossati («Le notti di maggio»), Riccardo Cocciante (che ha firmato con Enrico Ruggeri «I miei amici stanno al bar»), Ron («Non arrendersi» e «Fino a fermarmi»), Ruggeri (che, con Schiavone, ha scritto »/ dubbi dell'amore» e con Piero Fabrizi, marito di Fiorella, 'Il tempo non torna più»), Mario Luberti («Poverangelo») interpretate con una voce sicura, avvolgente, scura e grintosa che si muove su arrangiamenti tagliati addosso con grande cura. «Sì, sono molto contenta di questo disco e, naturalmente, di come stanno andando le cose — ci dice Fiorella —. Il riconoscimento che sto ottenendo dal pùbblico mi gratifica così come quello avuto, già in precedenza per la verità, da parte della critica e dei colleghi. Credo che sia un lavoro discografico qualitativamente valido con nove canzoni su nove che esprimono delle cose... ma è meglio che i giudizi li esprimano gli altri». — Senti che è arrivato il «momento magico» dopo quello, parafrasando il tuo album del 1985, «delicato»? «Direi di sì: sono stata premiata (posso dirlo?) per le scelte fatte in questi anniscelte oculate, mi sembra, fatte sulla base delle mie possibilità e cercando di puntare sempre di più alla qualità che non al facile consumo. A volte ci sono riuscita, a volte no. Se questo è il mio momento devo dire che è venuto dopo tanto tempo e tanto lavoro perché le cose te le devi davvero guadagnare così come la fiducia e la stima di personaggi come Ruggeri, Cocciante, Ron, Fossati che non sono sólo autori, per me, ma davvero amici».. — Sei stata ospite della rassegna di Verona che, curata dal «Club Tenco», per tre giorni ha portato sul palco le cantautrici: da Alice a Lucia Poli, Rosanna Ruffini, Nada... «E' stato bello: un omaggio a noi donne, una cosa che mi ha fatto quindi piacere doppiamente. Come donna e come interprete perché sono stata invitata in un ambito cantautorale che, in realtà, non è il mio perché io non sono una confautrice, ma un'intèrprete e quindi mi si è voluto dare un riconoscimento di questo mio lavoro con gli autori, per cui sono stata doppiamente gratificata». — A questo proposito, «l'intèrprete», c'è chi ti paragona a Mina: è un fatto che pesa? «Moltissimo, anche se ti inorgoglisce. Io mi auguro di avere una carriera come quella di Mina: vocalmente siamo due, mondi diversi perché lei è davvero la vocalità per eccellenza, inarrivabile. Comunque grazie a chi dice questo di me». — Pensi che la musica «d'autore» oggi serva a «far prendere coscienza», come si diceva qualche anno fa, per intervenire su problemi piccoli e grandi dei nostri giorni? Barbarossa ci ha parlato della violenza alle donne cosi come Edorardo Bennato, mentre il concerto di «Amnesty» a Torino ha ricordato la battaglia per i diritti di tutti gli uomini... «Non so se la musica, in sé, possa servire a far prendere coscienza. Sicuramente sono più importanti i contesti nei quali vengono proposte queste canzoni. Mi spiego: a Torino, per Amnesty, c'erano sessantamila giovani e questo è un fatto importantissimo come, ad esempio, i milioni di telespettatori che hanno assistito al concerto per Mandela. Questi sono elementi che indicano una presa di coscienza: la canzone, alla fin fine, rimane pur sempre una canzone anche se quello che provoca può essere importante. Così com'è importante che, finalmente, l'impegno, lavogliadifare, possa esprimersi anche con un sorriso e non con atmosfere lugubri. Questo favorisce ancor di più la partecipazione. Personalmente sono favorevole a queste iniziative: peccato che non abbia potuto essere presente». Alberto Gedda Fiorella Mannaia: dopo tanto lavoro, il successo
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