E la nuova Azzurra chiama la sfida

E la nuova Azzurra chiama la sfida VELA Il tribunale di New York deciderà (ma quando?) chi ha vinto la Coppa America E la nuova Azzurra chiama la sfida Allo «Yacht Club Costa Smeralda» toccherà ancora l'onore di essere «Challengé òf Record» di GIUSEPPE DE MARTINO SAN DIEGO — L'ultimo colpo di scena di questa edizione della Coppa America è arrivato nella conferenza stampa tenuta ieri mattina dal commodoro Doug Alford, del San Diego Yacht Club. Nel presentare la coppa vittoriosamente difesa U giorno precedente, Alford ha comunicato di aver già ricevuto ben otto sfide per la ventottesima edizione. Ha poi proseguito dicendo che il rappresentante di uno di questi consorzi lo ha addirittura avvicinato pochi secondi dopo l'arrivo dell'ultima regata, consegnandogli la sfida personalmente e battendo sul tempo Alan Bond, il finanziere australiano arrivato solo dopo un minuto. Alla domanda sull'identità di questo misterioso inviato il commodoro ha taciuto, rivelando però che il consorzio interessato è niente di meno che lo Yacht Club Costa Smeralda di Porto Cervo. Vi sarà quindi una nuova «Azzurra» e soprattutto, molto probabilmente, al nostro Circolo toccherà nuovamente l'onore di essere Challengé of Record. Questo titolo designa l'organizzatore delle regate tra gli sfidanti ed è considerato un grande onore. Questa abilità politica ha lasciato sconcertati tutti, visto che nessun rappresentante ufficiale dell'Aga Khan sì era fatto vedere qui a San Diego fino a questo momento, disorientando così gli altri sfidanti. Come abbiamo già detto nei giorni scorsi, la decisione passa ora ai giudici; e sicuro che la prossima Coppa si svolgerà nel 1991 ma le certezze si fermano qui. La scelta del luogo è rimandata alla Corte di New York, come anche il tipo di barca. Se a vincere saranno i neozelandesi probabilmente vedremo delle imbarcazioni monoscafo rivoluzionarie sul tipo del «classe libera» diffuse sui nostri laghi ma lunghe 26 metri. In caso di vittoria americana è possibile che un'altra Coppa venga corsa con i vecchi 12 metri S.I. Questa edizione della Coppa verrà probabilmente ricordata malvolentieri nei li¬ bri ufficiali ma passerà comunque alla storia come la prima di una nuova epoca. Per la prima volta barche capaci di velocità media superiore ai 10 nodi, dotate di attrezzature sofisticatissime e supportate da una sperimentazione scientifica enorme, hanno partecipato alla regata. Per la prima volta gli sponsor hanno fatto la loro apparizione anche sulle vele utilizzate durante le regata nonché sull'abbigliamento degli equipaggi. Alla domanda su quale fosse la posizione del New York Yacht Club sull'argomento, il commodoro del circolo più antico e conservatore d'America ha risposto: «Io ho assistito alle Coppe corse da Sir Thomas Lipton e Vanderbilt con i 'classe J'. Allora questi gentlemen vestivano la giacca blu con i bottoni d'oro anche durante la regata. I loro equipaggi erano composti da marinai in divisa e la contesa era esclusivamente un fatto di prestigio, ma quello era un altro tempo. Oggi i costi e gli interessi in gioco non permettono più niente di tutto ciò. La vela si avvia ad essere uno sport come tutti gli altri, nel bene e nel male. Noi ce ne rammarichiamo e preferiremmo che questo non stesse succedendo ma non possiamo far altro che prenderne atto». In queste parole c'è tutto il significato di quel che è accaduto in questi giorni. La provocazione neozelandese ha sortito l'effetto di muovere le acque stagnanti da mezzo secolo, ponendo il problema di allineare la competizione più antica ed affascinante del mondo della vela all'evoluzione della stessa. Se anche la Coppa è costretta ad affidarsi alla tecnologia e agli sponsor anche tutto il resto del movimento dovrà farlo. In quest'ottica gli appassionati italiani devono essere ben lieti della decisione del consorzio di «Azzurra» di partecipare; questo può infatti essere un impulso determinante sia dal punto di vista tecnologico che da quello dell'immagine, per un ambiente che rischiava altrimenti di vedersi escluso da un evento cruciale nella storia dello yachting.

Persone citate: Aga Khan, Alan Bond, Alford, Doug Alford, Giuseppe De Martino, Thomas Lipton, Vanderbilt

Luoghi citati: America, New York, San Diego