Il Sahara occidentale divide i non allineati

Il Sahara occidentale divide i non allineati Concluso a Nicosia il vertice dei ministri degli Esteri Il Sahara occidentale divide i non allineati Assegnata alla Jugoslavia la prossima presidenza del movimento NICOSIA—Al termine di una sessione plenaria, durata oltre tre ore, si è concluso ieri all'alba, con l'approvazione di una dichiarazione comune la conferenza dei ministri degli Esteri dei Paesi non allineati. Alla conferenza hanno preso parte 95 dei 101 Paesi membri. Il documento (71 capitoli per 112 pagine) comprende una parte politica ed una economica. Nel presentare all'assemblea il testo della dichiarazione, il presidente della commissione politica, il vice ministro degli Esteri cubano Raoul Kouri Rea, ha affermato che dopo sette giorni e due sessioni notturne, la commissione da lui guidata ha apportato solo alcuni emendamenti alla «eccellente bozza» preparata dal Paese ospite, Cipro, ma ha notato con rincrescimento che la commissione, dopo aver esaminato tutte le questioni sul tappeto, non è stata in grado di redigere un testo sul Sahara occidentale che fosse accettabile a tutti. E' stato proprio il disaccordo sorto sulla questione del Sahara Occidentale, infatti, che ha riscaldato gli animi dei partecipanti alla conferenza facendo sì che essa si concludesse molte ore dopo il previsto, in piena notte. In particolare ciò che ha provocato l'opposizione del ministro degli Esteri marocchino, Abdel Latif Filali, è stata la richiesta, di negoziati diretti tra il suo governo ed il Polisario. La parte politica del documento si conclude con una lunga e dettagliata analisi, suddivisa nelle diverse aree geopolitiche del pianeta, delle situazioni dei vari conflitti regionali in atto per ognuno dei quali si ricorda l'origine e si propone una soluzione. La seconda parte del documento affronta 1 problemi economici e sottolinea come per risolvere questi problemi (in primo luogo quello del debito estero) sia necessaria la collaborazione tra i Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo. Nel documento si sottolinea quindi come la pratica attuale di distrarre fondi dai Paesi in via di sviluppo per indirizzarli verso le aree industrializzate del mondo (per un totale di 29 miliardi di dollari Usa nel 1987) deve essere invertita per garantire un ritmo di crescita che possa superare il ritmo di crescita della popolazione. Nel documento si insiste anche sul fatto che il fondo monetario internazionale debba fare una politica tesa ad incoraggiare i Paesi in via di sviluppo a garantire il proprio sviluppo interno e migliorare le proprie possibilità di assolvere gli impegni economici assunti con l'estero. Dopo aver ampiamente ricordato il problema della protezione ambientale ed aver richiesto un'azione internazionale per mettere fine alla consuetudine di molte compagnie di scaricare scorie tossiche nei Paesi in via di sviluppo, il documento elogia la recente raccomandazione dell'Unctad affinché le banche commerciali cancellino il 30 per cento dei debiti dei 15 Paesi in via di sviluppo più indebitati. Alcune ore prima che la conferenza dei Paesi non allineati si concludesse, i ministri avevano diffuso il testo di una «dichiarazione di Nicosia», un documento se parato dal comunicato finale. Articolato in 18 punti, il documento costituisce l'analisi dei grandi problemi mondiali fatta durante i lavori di questa conferenza. Nel documento si parla tra l'altro della situazione in Sudafrica (accusato di «genocidio» e di terrorismo di Stato nei confronti della popolazione nera) e della continua occupazione illegale della Palestina da parte di Israele». I Paesi non allineati lanciano un appello alle Nazioni Unite perché assumano la supervisione temporanea dei territori occupati da Israele nella Cisgiordania e a Gaza con il fine di proteggere i palestinesi. Il comunicato finale ufficiale del meeting accusa Israele di atrocità e azioni di terrorismo contro i palestinesi nel tentativo di porre fine alla ribellione che da 9 mesi è in atto nei due territori, n documento non è esplicito circa l'eventuale presenza di truppe dell'Onu nei due territori, ma riprende l'appello della organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) affinché l'Onu aiuti i palestinesi. I ministri degli Esteri dei Paesi che hanno preso parte alla conferenza hanno giudicato la conferenza stessa «uno schiacciante successo». Lo ha detto il ministro degli Esteri di Cipro, George Iacovou, che ha presieduto la sessione ministeriale durata quattro giorni. Parlando ai giornalisti, il capo della diplomazia cipriota ha inoltre annunciato che intende convocare a Nicosia per il prossimo gennaio la prima riunione del Comitato ministeriale istituito dopo la proposta avanzata da Cipro di discutere la riorganizzazione del movimento. Riguardo la possibilità di istituire una segreteria permanente, il ministro cipriota ha detto che «dai colloqui che ho avuto è emerso che tutti vogliono rendere il movimento più efficace ma poche persone intendono istituire strutture fisse». Alla prossima presidenza dei «Paesi non allineati» è stata designata la Jugoslavia. La presidenza, secondo un criterio di rotazione, sarebbe spettata ad un Paese latino-americano, n Nicaragua aveva avanzato la propria candidatura, ma pur manifestandogli la solidarietà dell'intero movimento nella sua battaglia contro i «contras» sostenuti dagli Stati Uniti il vertice non ha ritenuto opportuno assegnargli la presidenza in questo momento. Il ministro cipriota Iacovou

Persone citate: Abdel Latif, George Iacovou, Iacovou, Raoul Kouri Rea