E l'elicottero portò via gli sposi

E l'elicottero portò via gli sposi Nella villa-bunker del Borro il matrimonio di Bianca e Giberto E l'elicottero portò via gli sposi Centinaia di carabinieri e unità mobili hanno impedito a chiunque di avvicinarsi, per proteggere una cerimonia fiabesca - Fra i testimoni e gli invitati i Fùrstenberg, gli Agnelli, il re di Libia - C'erano anche i due personaggi più attesi: Maria José e Carolina di Monaco IL BORRO (Arezzo) — «io, Bianca, prendo te, (Uberto, come mio sposo e prometto di esserti fedele sempre...». E, così, ieri alle 13, si è concluso quello che tanti hanno definito come il matrimonio di questo autunno fra Bianca, figlia del duca Amedeo d'Aosta, e Giberto Arrivabenè Gonzaga, l'avvenimento mondano più seguito degli ultimi giorni. Nella chiesinà della tenuta paterna del Borro, Bianca, accompagnata dall'impeccabile Amedeo d'Aosta, si è fatta attendere qualche minuto; quasi una nuvola bianca con il suo vestito disegnato da Enrico Coveri: corpetto e gonna morbida di shantung plissettato, un lungo velo intarsiato di Strass e ricami che, coprendole il viso, ricadeva sul lungo strascico di sei metri di cui Coveri, a causa del piccolo corridoio della chiesa, ha dovuto sacrificare i restanti sei metri; i capelli raccolti da Alexandre (lo stesso coiffeur della mamma Claudia di Francia) con una corona di perle; in mano il bouquet di orchidee e roselline. ' Giberto l'attendeva in chiesa, impaziente, da oltre un'ora. Dieci eccezionalmente i testimoni di questo matrimonio: per Bianca, sua altezza reale, moglie di suo padre, la duchessa di Aosta, Carlo Clavarino, Ginevra Dalgas, Nuscizu Fursteri berg, Jacopo Brunner. Anche fra ì testimoni di Giberto, il secondo compagno di un genitore, il barone musicista Raffaello de Bonfield, marito di sua madre Bianca Graziella Brandolini d'Adda, e inoltre Umberto Agnelli, Gianmaria Visconti, Marco Loredan e Brandolino Brandolini. Le note della marcia nunziale di Corelli, i cori gregoriani e il canto finale del «Cantate domino» di Giovanni Croce hanno sopito il brusio del 200 ospiti che ha potuto accogliere la chiesetta del Borro: gli altri 100 invitati si sono dovuti accontentare di seguire la cerimonia dagli altoparlanti sistemati nella piazzetta antistante la chiesa. L'unico emozionato è sembrato il parroco, don Pasquale Mencantini, con un'omelia per l'occasione debitamente preparata e che solo al termi ne della messa è riuscito a pronunciare delle parole spontanee con un imbarazzato abbraccio rivolto alla sua «nobile» platea. Tra gli ospiti anche i due personaggi più attesi: Maria José che, nonostante il suo precario stato di salute, ha voluto partecipare al matrimonio, quasi a confermare la riawenuta pacificazione, se non istituzionale, almeno familiare fra i Savoia e gli Ao sta, e Carolina di Monaco, Maria José in un abito rosso e nero, è arrivata alla chiesinà del Borro in macchina: prima ad accoglierla la nuora Marina Doria. A lei il posto d'onore in chiesa, alla sinistra della sposa. Al suo lato, i genitori di Bianca, il duca Amedeo d'Aosta e Claudia d'Orléans. Carolina di Monaco, accompagnata dal marito Casiraghi, con una «mise» di Dior, abito beige e grande cappello nero, ha evitato.fotografi e giornalisti «preoccupati» per una sua grande fasciatura a un dito della mano: 'Solo una piccola infezione — ha rassicurato la principessa di Monaco — senza nessuna complicazione». Con le tre sorelle Savoia, Maria Pia, Maria Gabriella e Maria Beatrice, che hanno partecipato al matrimonio con i loro familiari, anche alcuni fra i più importanti blasonati d'Europa: i nonni materni di Bianca conti di Parigi, l'ex re di Libia Idris, i Fùrstenberg. Ed anche la migliore aristocrazia italiana: Umberto Agnelli testimone, sua moglie Allegra Caracciolo e il figlio Giovanni e, ancora della famiglia Agnelli, Cla¬ ra con il marito Giovanni Nuvoletti, Cristiana e Maria Sole. C'era anche Maria Pia Fanfani, senza il marito trattenuto da impegni a Verona, e sempre fedele ai suoi obblighi di presidente della Croce Rossa prodiga di inviti e di informazioni sui futuri appuntamenti benefici. Fra le più corteggiate, Antonellina Interlenghi con un sobrio abito scuro; fra i più soddisfatti, invece, anche se in questo caso per motivi professionali, Enrico Coveri che, dopo aver firmato l'abito di Bianca, ha vestito anche in rosa cipria la sorellina Mafalda e la duchessa d'Aosta con un completo bianco e verde mare. All'uscita della chiesa tanto riso, ancora foto, saluti, e gli sposi con i 600 invitati si sono diretti al buffet. Un menù semplice e toscano senza alcuna tentazione verso la nouvelle cuisine e al termine, come tradizione vuole, una grande torta nuziale, di un metro e trenta di diametro, ad un solo piano, ricoperta di mirtilli e con gli stemmi delle famiglie Savoia e dei Gonzaga. Per il matrimonio di Bianca e Giberto il Borro è stato trasformato in una fortezza: centinaia di carabinieri, due elicotteri, unità mobili, che hanno impedito a chiunque di avvicinarsi alla villa. Anche a quei 600 monarchici, che con 12 pullman sono giunti da tutte le parti d'Italia per manifestare la loro solidarietà al duca, portando regali ai giovani sposi. Ma non sono stati dimenticati da Amedeo e dà sua figlia che ha compiuto ben tre passaggi: prima della cerimonia con il padre, dopo la messa con Giberto e, infine, nel pomeriggio li ha salutati tutti distribuendo loro i confetti. L'ultimo saluto, comunque, dal cielo, con Giberto nell'elicottero che lo sponsor di questo matrimonio ha messo loro a disposizione verso la meta, ancora ignota, del viaggio di nozze. Antonella Leoncini