Un «tirami su» per ogni borsa

Un «tirami su» per ogni borsa Un «tirami su» per ogni borsa Il professor Torre: «Uno dei più grossi ansiolitici esistenti» • La pubblicità conta molto Il prof. Eugenio Torre, docente di psicosomatica all'Università di Torino, è uno studioso che si dedica al recupero degli alcolisti: medico curante e amico di un ex alcolista, è coinvolto anima e corpo nel problema. Non condivide tutte le teorie degli Alcolisti Anonimi. Esempio, che l'alcolismo sia una malattia non derivante da cause specifiche: «Solitudine, ansia e angoscia hanno gran peso, come i fattori ambientali e la personalità, su cui agiscono. L'alcol è uno dei più grossi antidepressivi esistenti. E in un'epoca come la nostra, di angoscia e nevrosi, avere un «tirami su» cosi, non è da sottovalutare». Sirena ai cui richiami è difficile resistere, procura oblio ai diseredati, felicità alle donne prostrate dalla routine domestica. «La pubblicità aiuta, n fernet fa digerire? La casalinga lo prova, magari digerisce meglio e con euforia. E' l'avvio peggiore. Anche se non è facile far suddivisioni, soprattutto in psicologia, le categorie che assumono alcol sono due: chi lo trova buono e chi invece ottiene un vantaggio farmacologico: lo prendono come una medicina un contenitore dell'angoscia. Sono i più predisposti all'alcolismo cronico. E' come se se lo si iniettasse invece di berlo». Ne uccide più lui della droga. Chissà perché è più temuta dell'alcol? Ci sono punti di contatto fra i due? «Non molti. I discorsi di dipendenza alcolica sono vaghi Si parla anche di crisi di astinenza, ma quanto c'è di organico in un'astinenza che si può sospendere da un minuto all'altro? Con l'eroina non si può fare. Bere fa parte della nostra cultura una delle grosse differenze con la droca. Un'altra? E' alla portata di tutte le borse: non a caso molti, appena disintossicati da droga, si rifugiano nell'alcol». L'alcolista si sveglia e ha subito bisogno di ingurgitare; prima di firmare un assegno deve mandar giù un bicchierino, sennò gli trema la mano. Ma c'è chi si prende una sbronza il sabato sera, mantenendosi sobrio e irreprensibile nella settimanache differenza c'è? «L'alcol assunto in quantità, ma saltuariamente, fa meno male che a dosi massive e regolari: fa meno male la gran bevuta una tantum della quotidiana, perché è il martellamento continuo che produce i danni maggiori. Il fegato non dimostra fatica finché non ce la fa più: allora, è troppo tardi. Ma anche prima, i sintomi non sfuggono: stanchezza continua, mancanza di appetito (perché le calorie sono fornite dall'alcol), impotenza, ferite che si rimarginano a fatica Uno decide di smettere quando tocca il fondo, ma quale sia, non si sa, perché ciascuno ne ha uno personale. C'è però un punto di non ritorno, oltre il quale si muore». Non è un destino inevitabile: di alcolismo si può anche guarire. Basta volerlo. d.g.

Persone citate: Esempio, Eugenio Torre