Perizia per la setta di Amantea

Perizia per la setta di Amantea Perizia per la setta di Amantea Il giudice vuole accertare se i 35 imputati sono in grado di intendere e volere - Devono rispondere dell'omicidio del commerciante di Torino COSENZA — n giudice istruttore del tribunale di Paola, Giancarlo Posterano, ha disposto la perizia psiéhiatrica sui 35 imputati arrestati il 26 maggio scorso a San Pietro in Amantea (Cosenza), dopo la scoperta del cadavere del venditore ambulante di Torino, Pietro Lat ella, 27 anni, in una masseria dove si riuniva la setta religiosa del «Gruppo del rosario», che faceva capo alla santona Lidia Naccarato. Le 35 persone maggiorenni (di cui tre agli arresti domiciliari) e tre minorenni (in libertà provvisoria) devono rispondere in particolare in concorso nell'omicidio di Latella, di occultamento di cadavere, porto e detenzione abusiva di armi e munizioni e sequestro di persona. Le perizie psichiatriche — che si iniziano oggi — dovranno stabilire se gli imputati siano in grado di intendere e volere e se lo erano al momento del fatto; se siano socialmente pericolosi; e soprattutto quale influenza psicologica abbia esercitato su loro la «santona» della setta. Infine i periti dovranno stabilire fino a che punto abbia giocato la credenza religiosa nell'equilibrio psicofisico. Pietro Latella era stato ucciso in un cascinale della campagna di Amantea da tre adepti perché Lidia Naccarato lo aveva indicato come il traditore che avrebbe impedito il risveglio dello zio morto cinque anni fa n Latella era stato nominato «apostolo» della setta dalla stessa «santona». Ma la donna alcuni giorni dopo annunciò che una visione di zio Antonio le aveva rivelato l'identità del «Giuda»: il giovane torinese. Catturato da un gruppo di adepti, l'ambulante riusci a liberarsi ma fu nuovamente ripreso. Chiuso in un ripostiglio, a mezzanotte fu ucciso con dodici colpi di pistola sparati da distanza ravvicinata Poi, una sparatoria demenziale, ordinata dalla «santona» che urlava: •Sparate su tutto quello che vedete, ai colombi, alle farfalle nere, ai gatti e ai topi!». Per due ore gli spari echeggiarono nel buio e uno degli adepti, Lorenzo Tommasicchio, fu impallinato accidentalmente al volto e ai glutei. Alle 3 la «santona» ordinò di cessare il fuoco perché «Satana è stato sconfitto» e di cominciare le preghiere in attesa della reincarnazione di zio Antonio. Si andò avanti per tutta la notte e la mattina; soltanto al pomeriggio, prima che la santona entrasse nuovamente in trance, il ferito venne accompagnato all'ospedale dove i carabinieri lo interrogarono. Raccontò di una rapina, si confuse, e alla fine disse di essere stato in preghiera per due giorni in un cascinale. Sulla base delle indicazioni i carabinieri scoprirono la masseria e il ripostiglio, chiuso con una saldatrice elettrica, in cui era stato celato il corpo del Latella. Al momento dell'irruzione i militari trovarono Lidia Naccarato vestita di bianco, distesa su un letto, in trance. Santo Sicoli, Alessandro e Salvatore Naccarato furono indicati come esecutori materiali dell'omicidio.

Luoghi citati: Amantea, Cosenza, San Pietro In Amantea, Torino