Cocciante chiede tempo di Alberto Gedda

Cocciante chiede tempo CANZONE ITALIANA / Sabrina e Riccardo han conquistato l'Europa Cocciante chiede tempo «E' un momento felice, ma da ottobre mi fermerò, forse per due anni» - Giovedì concerto a Torino Pausa parigina, nella grande casa in cui da anni abita con la moglie, per Riccardo Cocciante che ha davvero macinato chilometri e canzoni quest'estate con una lunga tournée all'insegna del bello stabile. Giovedì 15 sarà a Torino, nell'ambito del festival dell'- Unìtò», domenica prossima a Milano (ancora per -l'Unità') e poi giù in Sicilia per concludere lo spossante tour che ha fatto seguito a quello invernale con i teatri esauriti. "Devo dire che ero alquanto pessimista all'inizio della stagione perchè volevo presentarmi in un modo diverso per dimostrare die la mia dimensione non è esclusivamente quella dei teatri ma anche delle piazze, degli stadi, dei parchi. Non credevo molto nell'affluenza del pubblico anche perchè questa è stata un'estate segnata dalla crisi dei concerti con grandi tonfi, e invece ho avuto delle soddisfazioni incredibili». Già all'uscita del tuo album, 'La Grande Avventura», avevi dimostrato una nuova vitalità e una grande grinta, con un Cocciante sorridente, adrenalinico e solare... Come se ti fossi liberato da una camicia di forza. min fondo è proprio così. E' difficile uscire da una specie di corazza in cui ti hanno chiuso, da un'immagine che altri ti hanno tagliato addosso e nella quale ti senti prigioniero. Certo, all'inizio c'è timidezza, insicurezza per quello che fai, ma poi ti liberi, prendi coscienza e vuoi decidere per te in prima persona. Finalmente, passo dopo passo, sono riuscito a riappropriarmi di me stesso e quest'anno in molti se ne sono accorti. Bene, mi fa piacere». Allora è un bel momento, questo. «Sì, è un bel momento soprattutto perchè mi sento proiettato in avanti. Il disco (che ha venduto 250.000 copie) mi imposta bene per il futuro, ì concerti mi hanno fornito preziose indicazioni. Così mi fermerò, da ottobre in poi, per rivedere tutte le informazioni raccolte, per meditare: forse starò fermo due, tre anni. Forse di meno, forse di più. Farò o non farò un'altra tournée, un altro disco. Vedremo. Quello che è certo è che quando deciderò di rimettermi in vetrina lo farò perchè ne sarò convinto fino in fondo... e allora, per fare questo, ci vorrà tutto il tempo necessario, senza fretta né scadenze». Da tempo sei in una dimensione europea: il disco, ad esempio, è stato registrato a Londra. Ora vendi bene (con 'Sincerità») in Olanda dove Paolo Conte a dicembre ritirerà, pare incredibile data la differenza fra le due culture, il disco di platino per 'Aguaplano». Ma sono soltanto, per ora, episodi: cosa manca allora alla nostra musica per essere davvero europea? 'Direi una precisa identità, un'immagine davvero completa. Ognuno di noi cerca l'affermazione individualmente e con strade diverse. Così Paolo Conte, che è persino ermetico a volte per noi italiani, con la canzone d'autore; Ivana Spagna con ta disco, Gianna Nannini con il suo rock-melodico... per non parlare poi di Sabrina Salerno o dei Ricchi e Poveri. Non c'è un carattere definito per cui c'è confusione all'estero sulla nostra produzione artistica che rimane ancora quella degli spaghetti e mandolini. E questo a me non sta bene perchè non mi riconosco in quest'etichetta, perchè non faccio di questa musica che d'altronde non è rappresentativa del nostro mondo. E allora? In attesa di precise indicazioni ognuno continua a impegnarsi per conto suo nel varcare le frontiere». Caterina Caselli ha propo¬ sto una trasmissione in mondovisione, magari da Venezia, con gli artisti itanianl più rappresentativi e, quali ospiti, stars internazionali come Gabriel, Sprìngsteen, Sting, Bowie... 'Bella idea se fatta davvero bene e cioè non con la solita filosofia casalinga delle cose lasciate a metà ma con il massimo dell'impegno, al 100%, per coinvolgere l'audience degli altri Paesi. Ma, ammesso che i musicisti italiani vi aderiscano, cosa faranno le stars straniere? Davvero Gabriel o Sprìngsteen hanno l'interesse di essere presenti a un simile appuntamento? Ho i miei dubbi». E a chi pensa di rinfondare il festival di Sanremo cosa rispondi, allora? 'Chiedendo se questo festival rappresenti, davvero, ancora qualcosa. Forse sarebbe meglio dimenticarlo per realizzare cose nuove che finalmente ci consentano di uscire dagli stereotipi degli spaghetti e dei mandolini che, invece, da Sanremo sono alimentati». Pacato, sorridente, gentile, Cocciante risponde ragionando su ogni cosa. Vien da chiedere: Riccardo, sei felice? 'Ho passato una piccola crisi ma ora tutto procede bene. Sì, sono felice perchè sono contento di quello che ho fatto: posso fare di più e questo mi serve come stimolo per guardare avanti, però felicità (direbbe Snoopy) è anche accontentarsi di quello che si ha. E io lo sono anche perchè so di avere, professionalmente, la coscienza a posto». Alberto Gedda Riccardo Cocciante: «Ancora qualche concerto e poi mi ritiro a meditare»

Luoghi citati: Europa, Londra, Milano, Olanda, Sanremo, Sicilia, Torino, Venezia