Poche proteine nella cucina delle eurorivali

Poche proteine nella cucina delle eurorivali Scopriamo il volto delle nostre sei avversarie, pregi e difetti di gioco, i problemi di formazione Poche proteine nella cucina delle eurorivali Il Vitocha cerca ancora l'erede di Sirakov in attacco - Il Norrkoeping fa leva sulle punte Helstroem e Holter • Il Brage è l'Avellino di Svezia - Il senegalese Sane e il nazionale Ekstein punte di diamante del Norimberga - Nell'Otelul Stan e Profir hanno bene impressionato Scirea - Nel Paok sarà Skartados a marcare Maradona Cii CURZIO MALTESE Reduci dai successi internazionali dei concerti d'estate le italiane ricominciano dalle coppe. Si cerca una vittoria vera dalla notte dell'Heysel, eclisse di tante cose. Nella truppa che ci ha riservato come primo piatto il sorteggio Uefa prevale la cucina povera. Il Milan, che ha dato lezione a Bayern e Real, debutta in coppa Campioni contro il Vitocha. La squadra di Sofìa si è ripresa da un avvio stentato in campionato, e con le vittorie su Pirin e Trakia Plovdiv (2-1, sabato scorso), ora è terza alla quarta giornata. I problemi sono tutti in attacco. A Gullit, Van Basten, Virdis e, perché no, Mannari, il tecnico Metodiev può opporre il genialoide Iskrenov, una specie di Renato bulgaro, però mancino, irresistibile dribblomane, almeno quando non ha trascorso la notte in discoteca, e un ragazzino di 18 anni, Slavchev. che sostituirà l'infortunato Kostov. Troppo poco per compensare il buco la¬ sciato da Sirakov (ricordate? quello che segnò il pareggio bulgaro all'Italia nella partita d'esordio in Messico '86), capocannoniere dello scorso campionato (28 gol) involatosi verso le pesetas del Saragoza. Per il resto il Vitocha può contare su un buon regista, Iordanov, e su una robusta compagnia di mastini che Metodiev, profeta della zona totale, non mancherà invece di incollare alle costole di Gullit & e. Le manesche usanze dei bulgari del resto sono note e hanno giocato un ruolo importante nella storia del club, rifondato nell'85 dopo una memorabile rissa. Si giocava la finale di coppa dell'Esercito tra il Levski (attuale Vitocha), squadra della polizia, e il Cska (attuale Sredez), squadra dell'esercito. Come tradizione le due padrone del calcio bulgaro ne approfittarono per darsele di santa ragione, stavolta però esagerando (tre espulsi, scazzottata da saloon, costola incrinata all'arbitro). Intervenne il partito, i club vennero sciolti e ricostruiti con nomi nuovi, giocatori e tecni¬ ci radiati. Da allora i tifosi continuano a chiamare Levski il Vitocha, Cska lo Sredez, giocatori e tecnici sono stati riabilitati, i derby, quasi sempre per lo «scudetto» (il Vitocha-Levski ne conta 17) finiscono sempre in rissa. Altrettanto gloriosa ma più tranquilla è la storia dell'avversaria della Samp in coppa Coppe, il Norrkoepping, culla calcistica di Nor- dhal e Liedholm, poi scivolata su un lungo viale del tramonto (l'ultimo degli 11 titoli è del '63). Nell'Uefa deU'82-83 ha fatto fuori la Roma di Falcao (0-1,1-0, poi 4-2 ai rigori). Al contrario del collega bulgaro il tecnico Kent KarIsson, tra l'altro vice del et svedese Nordin, fa leva sugli attaccanti Holter e Hellstroem, assistiti all'occorrenza dallo jugoslavo Djor- djic. Mediocre in campionato (quarto con 21 punti), il Norrkoepping arriva da un tennistico successo in coppa di Svezia: 6-1 al Mjoerby. Si rimane in Svezia, puntando verso il profondo Nord, e s'incontra la rivale Uefa dell'Inter, il Brage, espressione e vanto di una cittadina di 35 mila anime, capace però di raccoglierne la metà nello stadiolo in legno, come in un qualsiasi paese della nostra patria calciofila. Tanto che il club ha perfino investito un gruzzolo di corone per acquistare dal Vitocha, ma guarda, Nikolov, in Galles e Finlandia i centrocampisti Hunt e Alatensi0. L'orgoglio di questo Avellino scandinavo, oggi in lotta per non retrocedere, è aver disputato nove stagioni in prima divisione. Inutile dire che la squadra è composta dal solito mosaico di dopolavoristi: dieci studenti, un ingegnere, un impiegato alle poste, un insegnante, un bidello, un operaio e un lettore di contatori elettrici che naturalmente si chiama Nilsson (è il portiere). In panchina Janne Linstedt, il più giovane allenatore svedese (31 anni), allievo dì Eriksson. Tra le altre di Uefa, il cliente peggiore è toccato alla Roma, che affronterà al Flaminio i tedeschi del Norimberga, altra nobile decaduta (9 scudetti, l'ultimo vent'anni fa, 3 coppe) con picchi storici negli Anni Trenta e Quaranta, grazie anche alla sponsorizzazione di qualche gerarca nazista. Impallidirebbero i cultori dell'arianesimo a vedere che oggi l'idolo calcistico di Norimberga è il riccioluto senegalese Souleyman Sane, attaccante, unico nero della Bundesliga. Con la stella Eckstein, riserva agli Europei, forma un velocissimo ed efficace tandem. Dovrebbe avere meno problemi la Juve, arricchita degli specialisti di coppa Altobelli e Rui Barros, in attesa di Zavarov, che giocherà in riva al Danubio (non è un'immagine, lo stadio Dunarea, 25 mila posti, è lambito dal fiume), contro l'Otetul, la squadra delle acciaierie di Galati. Dì recenti natali (1964, ma soltanto dall'86 in prima divisio¬ ne), il club è all'esordio nelle coppe europee. Scirea che l'ha spiata nell'ultimo impegno di campionato (2-1 al Brasov) ha ricavato una discreta impressione dai romeni: «Hanno un ottimo regista, Stan, due ali veloci e uri centravanti tecnico, Profir^. E' allenata da Costan Dinu, gloria della nazionale (75 presenze), assertore della zona. Infine, ma non ultimo, il Paok di Salonicco, antagonista del Napoli. I greci hanno perso ieri in coppa (il campionato parte domenica) contro il modesto Prodeftiki, ma l'olandese Rinus Israel (ex Feyenoord), con la qualificazione in tasca ha lasciato a casa mezza squadra titolare. La stella è il brasiliano Fernardo, rifinitore «alla Platini» prelevato dal Curitiba. Straniero pure il centravanti Small, inglese. Il segugio di Maradona dovrebbe essere il nazionale Skartados. Mancherà il capitano, il libero Alavantas, infortunato. L'ostacolo maggiore sì chiama Toumpas, che poi sarebbe il nome del più squalificato stadio di Grecia.