Uccide moglie, figlia e suocera poi si getta dall'ottavo piano

Uccide moglie, figlia e suocera poi si getta dall'ottavo piano In Sardegna pensionato suicida dopo avere sterminato la famiglia Uccide moglie, figlia e suocera poi si getta dall'ottavo piano II trìplice delitto con un fucile da caccia - La suocera ha tentato di salvarsi barricando la porta CAGLIARI — Due fucilate contro la figlia quindicenne addormentata, altre due contro la moglie ancora intontita dal sonno, l'ultimo colpo del caricatore contro la suocera che invano tentava di barricarsi in camera. Poi la finestra aperta, all'ottavo piano: un volo di una trentina di metri, lo schianto sul marciapiede di una strada del centro commerciale di Cagliari. Gaetano Cincotta (ex dirigente minerario, 56 anni, nato a Piazza Armerina ma da tempo residente in Sardegna) si è ucciso dopo avere sterminato la famiglia. E' la cronaca di un delitto annunciato. Altre volte il fucile era stato minacciosamente imbracciato nell'attico di via Alghero. Gaetano Cincotta l'occupava insieme alla moglie Maria Elisa Vargiu, 52 anni, vicedirettore di un ufficio postale, la figlia Carla, studentessa del liceo scientifico, e la suocera Innocenza Piras, 82 anni. Giunto in Sardegna circa trent'anni fa, il dirigente minerario aveva conosciuto a Guspini Maria Elisa Vargiu e dopo tre anni l'aveva sposata. Lui lavorava nelle miniere di Montevecchio, lei alle Poste. Con gli anni, la convivenza aveva messo in mostra incrinature sempre maggiori. Nel 1983, Maria Elisa Vargiu si era trasferita nel capoluogo sardo assieme alla figlia ed all'anziana madre: prestava servizio come vicedirettrice nell'ufficio postale ospitato nell'antico Palazzo Vicereggio. Due anni fa. ormai in pensione, Gaetano Cincotta si era ricongiunto con le donne. Invecchiando l'ex dirigente minerario si era incupito: litigava sempre più spesso con la moglie e la suocera, amava la figlia, ma l'opprimeva. •Era molto severo. Carla ne aveva paura. La sera la voleva a casa entro le otto, persino al mare la seguiva dovunque. E pensare che Carla era una ragazza deliziosa, brava a scuola, dolce e graziosa», spiega Federica Lai, compagna di classe della giovane» a uccisa. Nel febbraio scorso, Maria Elisa Vargiu (descritta dai compagni di lavoro come una donna sorridente, allegra, sempre disposta a sdrammatizzare i piccoli problemi quotidiani) si era rivolta a un avvocato: -Non ce la faccio più a vivere con mio marito. E'violento, mi ha persino minacciata con un fucile-, aveva spiegato. La separazione era stata sancita in maggio dal tribunale. I giudici avevano affidato Carla alla madre, i coniugi avevano trovato un accordo sulla divisione dei beni, in ottobre un muro di mattoni avrebbe diviso l'appartamento dell'elegante palazzo di via Alghero. Nell'attesa i due dormivano in camere diverse: in quella matrimoniale era rimasta la moglie. Ieri notte, verso l'I.30. il massacro. Il pensionato ha imbracciato il fucile Beretta semiautomatico e si è diretto verso la camera nella quale dormiva, circondata da bambole, la figlia: un colpo al capo, l'altro al basso ventre. Maria Elisa Vargiu è saltata giù dal letto, si è diretta verso il corridoio: sulla porta il marito l'ha fulminata con altre scariche di panettoni. L'assassino si è diretto verso la camera della suocera. Innocenza Piras ha capito, ha tentato di barricarsi dietro la porta: il piombo ha attraversato il legno e l'ha uccisa. Poggiato il fucile per terra Gaetano Cincotta si è diretto verso una finestra, l'ha spalancata e si è gettato nel vuoto. Nel palazzo nessuno ha avvertito la polizia. Qualche minuto più tardi, l'autista di una «volante» ha notato un informe fagotto sul marciapiede, si è accostato e ha scoperto il cadavere. Corrado Grandesso

Luoghi citati: Cagliari, Guspini, Piazza Armerina, Sardegna