Gli scrittori sui muri della Garzanti

Gli scrittori sui muri della Garzanti MILANO, INAUGURATE NELLA CASA EDITRICE LE DECORAZIONI DI TULLIO PERICOLI Gli scrittori sui muri della Garzanti MILANO — L'ultimo guizzo cultural-mondano, in questa settimana che precede . l'esodo editoriale verso la . Fiera di Francoforte, è scoc' cato ieri pomeriggio: il pub. buco è entrato per la prima ! volta nella sala che Tullio Pei ricoli ha decorato per Garzanti. Proprio lì, nella sede di '■ via Senato 25, nel palazzo che Giò Ponti costruì nel '46. Una costruzione tutto sommato severa, quasi grigia, senza : un'insegna all'esterno, senza I nulla che dica che lì lavorano ' i cervelli della casa editrice. '■: Una discrezione, questa, | quasi una ritrosia, caratteril stiche dell'uomo, di Livio ;'■ Garzanti: lui è una «struttura ► assente», dove la creatività e la combattività si accompa- ■ gnano a una speciale vocazione alla penombra e al silenzio. Eppure è Livio Gar; zanti in persona che ha fatto ' rinascere l'antico gesto della ; committenza, affidando a J Pericoli il compito di illustrali re i fasti della sua casa editri' ce. Quando si dice dei grovi: gli di un uomo, orgoglioso, l presente e defilato insieme, f Dove si comincia a guardat re quest'opera? Essa copre 5 circa quaranta metri quadra! ti, di lunette e di strisce lateI rali sotto il lucernario al pian- ► terreno. Sono tele dipinte in I acrilico, poi applicate ai mu5 ri. La lettura può cominciare ► da quel signore che fa capolino a metà sulla destra en¬ trando. E' lui^Livio Garzanti, che appunto appena spunta, secondo il suo stile da padrone metafìsico, che c'è e non c'è. Subito dopo uno spiritello all'ombra dì una pagina (Eolo? ancora Garzanti? Dio?), con la sola punta del naso illuminata, soffia nuvole e venti che agitano e mettono in moto lo spazio: su un gran tavolo sbilenco con il piano tutto scritto volano stilografiche, macchine per scrivere, gomme, matite, calamai, fermagli e pennini, finché sul ciglio se ne sta appollaiato un maestoso pavone con vasto strascico di lunghe penne, e sotto un dolcissimo paesaggio di colline marchigiane, la terra di Pericoli. A questo punto il caos si acquieta e prende forma. Appaiono i creatori, nascono le opere, qui esemplificate nell'iniziativa più prestigiosa, l'Enctctopedia Europea. Ci sono dei volti: si riconoscono Pasolini e Penna, Calvino e Capote, Luzl e Caproni, Bianchi e Alberoni, Bertolucci e Lagorio, Magris e Bocca; e anche Emilio Treves e Aldo Garzanti, cioè il proprietario dell'antica casa editrice Treves e il suo compratore, il fondatore dell'attuale Garzanti, il padre di Livio. E ci sono dei nomi scritti, fra cui Parise e Camon, Vattimo e Geymonat, Angela e De Benedetti. E' l'empireo garzantiano. Poi alcune immagini eleganti, come quella specie di basilica di San Marco fatta di penne stilografiche, quello strepitoso Gadda «in gran dispitto», e lassù, in un letto volante, Little Nemo, cioè lo stesso Pericoli, che volentieri si riconosce in quell'eroe dei fumetti americani, quel bambino, che sogna avventure straordinarie e alla fine casca dal letto e il papà gli dice «svegliati». Ed ecco che tutto il gran lavoro di invenzione e di scrittura converge nei due centri della casa editrice e dello stabilimento tipografico di Cernusco sul Naviglio. Da qui, su ampi campi dove i solchi sono righe di testi, escono i libri, che spuntano dal terreno come alberi e frutti in grandi spazi di stupore e magia. Sono le Garzantine (o galantine? Ormai è quasi nome comune), la collana economica dei Grandi Libri, la storia della letteratura italiana di Cecchi e Sapegno con quel drago dai serpentelli a spirale sulla costola, gli elefanti della collana omonima, alcuni volumi di saggi, e si intravedono volumi di Dorfles, Vattimo. Nabokov, Alberoni e Veca. Calvino (Lesioni americane). L'impressione generale è di leggerezza e felicità: colori tenui, larghi bianchi, raccon- ti-gioco sotto un cielo in cui volano volumi e pagine come rondini. 'Eppure non i>olevo proprio farlo, questo lavoro, dice Tullio Pericoli, 51 anni. Ho rifiutato subito. Ma poi l'editore me l'ha presentato come una sfida e io alle sfide sono sensibile. In sei mesi l'ho finito-. Chi ha deciso i volti e i nomi degli autori da inserire in questa specie di festoso pantheon? -La mia responsabilità qui è minima. In pratica me li ha indicati lui. Garzanti. E io sono stato d'accordo con le scelte-. Quel gran pavone allude a qualcosa o a qualcuno? «A nessuno. Avevo bisogno di un'immagine molto verticale e mi sono ricordato di un quadro del quattrocentesco Carlo Crivelli, attivo anche dalle mie parti, nell'Ascolano, dove appunto compare un bel pavone. Tutto qui-. Giornata intensa, quella di ieri, per Pericoli. Alla galleria Daverio, in via Montenapoleone, si è inaugurata anche la mostra dei disegni preparatori per la Sala Garzanti. Sono da ricordare tre ritratti di Pasolini e cinque ritratti di Gadda, più alcune tavole di paesaggi scrittorii. La pioggia che vien giù a righe, pianeti punteggiati da virgole e pennini. Il mondo come scrittura, la scrittura che crea, che è il mondo. Claudio Altarocca Milano. Una delle lunette decorate da Tullio Pericoli nella sala della casa editrice Garzanti

Luoghi citati: Cernusco Sul Naviglio, Francoforte, Milano