Non ha tramonto la regola di libertà di A. Galante Garrone

Non ha tramonto la regola di libertà Il dibattito sulla cultura laica Non ha tramonto la regola di libertà Ernesto Galli della Loggia, pur definendosi laico, e politicamente «democratico progressista», non nasconde insofferenza c fastidio per tali etichette e Correlative posizioni ideologiche, dietro le quali gli par di intravedere l'affievolirsi del vecchio e nobile ethos liberale di fronte al prorompere di nuove idealità religiose ed etico-civili. Dico subito che capisco e in gran parte condivido questi suoi sentimenti. Ma poiché egli invoca le sue «esperienze personali», reputo doveroso, per chiarezza e onestà di discorso, fare appello alle esperienze mie: certamente diverse dalle sue per la semplice e non invidiabile ragione che io ho sulla groppa tanti più anni di lui. Per conto mio, accetto, e anzi rivendico senza complessi d'inferiorità la definizione di laico (assai meno quella, troppo inflazionata, di democratico progressista: chi oggi, a destra o a sinistra, non si dichiara per la democrazia e il progresso?). Proprio alla luce di quel che ho vissuto, debbo preliminarmente chiarire che cosa io intenda per «essere laici». Non è puro nominalismo asserire che, con il termine «laico», si fa il solito riferimento a duesostantivi, «laicità» e «laicismo», esprimenti cose fra loro ben diverse (mentre l'aggettivo «laicista» è specificamente riferibile al «laicismo»). E' verissimo, come dice Galli della Loggia, che in tutto l'Occidente è oggi in corso una grande «battaglia sui valori». Ora, laicità non è opposizione a determinati valori, ma libero confronto fra tutti, indiscriminatamente. Spesso si confonde — non sempre in buona fede — la laicità con laicismo: il quale è invece il contrapporsi o l'invadente sovrapporsi di un indirizzo ad altri indirizzi, di un valore ad altri valori. A volte, le ingannevoli definizioni e i rabbiosi attacchi ai «laici» mi richiamano alla mente certi fantocci di stoffa nei baracconi delle fiere, che è così facile abbattere con «tre colpi a un soldo», o «a una lira», come si diceva una volta. Si creano bersagli fittizi per fingere di sgominare pericolosi nemici, ma in realtà per proprio tornaconto. Per uscir dal A. Galante Garrone (Continua a pagina 2 In quarta colonna)

Persone citate: Ernesto Galli Della Loggia, Galli, Spesso