I banchieri scettici sulla «Superbin»

I banchieri scettici sulla «Superbia» Dichiarazioni di Braggiotti e Tacci, presidenti di Comit e Banco di Roma I banchieri scettici sulla «Superbia» BERLINO — L'ipotesi di fondere in un'unica «superbanca» le tre Bin (Comit, Credit e Bancoroma) non piace molto ai vertici degli istituti di credito interessati: è l'indicazione che emerge sostanzialmente dai colloqui che il presidente della Comit Enrico Braggiotti e l'amministratore delegato del Banco di Roma Marcello Tacci hanno avuto a Berlino Ovest con alcuni giornalisti italiani. Anche se entrambi i banchieri hanno fatto intende-e che non esistono progetti concreti per quella che è stata definitala «Superbìn», Braggiotti e Tacci si sono detti perplessi sulla sua realizzabilità. Per il presidente della Comit sarebbe semplicemente «un errore» mentre l'amministratore delegato del Banco di Roma, pur riconoscendo che la «Superbin» diventerebbe la 18" banca mondiale per dimensioni patrimoniali, ritiene che essa avrebbe ancora difficoltà a competere con i primi 17 gruppi bancari internazionali, la maggior parte dei quali sono giapponesi. Le vere difficultà — sostiene Tacci — nascerebbero però dagli uomini: -Il management delle tre Bin ha culture diverse, ogni istituto ha più di cent'anni di storia e reti estere ormai affermate e quindi diffìcili da integrare -. Parlando delle strategie di espansione delle banche italiane all'estero, Braggiotti e Tacci hanno espresso il dubbio che i grandi istituti europei abbiano una strategia molto ben definita in vista del mercato unico del 1992: -Quando si presenta il caso — sostiene il presidente della Comit —, come è avvenuto con lrving Bank per noi e con la Banca d' America e d'Italia per la Deutsche Bank, si agisce-. Braggiotti non ha voluto dire cosa pensa di fare la Cvimit dopo il fallimento dell'operazione Irving Bank: «Penso comunque, per il momento, che il mercato americano si presenti piuttosto difficile per una banca italiana, tanto più se a maggioranza pubblica, almeno fino a che durerà l'interpretazione giuridica che ha bloccato il nostro acquisto della Irving-.

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