Per l'impresa arriva la libertà di valuta di Emilio Pucci
Per l'impresa arriva la libertà di valuta Anche per le banche cadono da ottobre i vincoli nei rapporti con Testerò Per l'impresa arriva la libertà di valuta ROMA — All'insegna del •tutto è libero tranne quello che è espressamente vietato', per banche e imprese sabato scatterà la «deregulation» valutaria, ulteriore passo verso la completa liberalizzazione prevista per il 1990. Nel giugno scorso, alla vigilia delle vacanze, erano stati i cittadini privati a sperimentare per primi i benefici del nuovo regime, con una maggiore quantità di banconote da esportare per viaggi, il libero uso delle carte di credito oltre frontiera e la possibilità di «staccare» assegni all'estero. Dal primo ottobre (ma, all'atto pratico, da lunedì 3 ottobre) l'operazione-libertà sarà estesa ai soggetti giuridici che, per i loro movimenti valutari, dovranno tener conto di limitati e ben specificati vincoli, come il monopolio dei cambi e dell'oro, le clausole di salvaguardia per la stabilità del cambio, divieto di acquisto di titoli a scadenza 180 giorni e altre minori restrizioni. "Si tratta di una rivoluzione copernicana, delle cui conseguenze la gente ancora non si rende pienamente conto», ha dichiarato ieri il ministro del Commercio con l'estero. Renato Ruggiero, presentando al Centro di documentazione economica per giornalisti le novità valutarie. L'appuntamento del primo ottobre, ha aggiunto Ruggiero, è una data storica che sancisce la fine di un lungo dirigismo valutario che ha avuto il suo picco più alto nel 1976, con l'estensione della normativa penale ai reati valutari. La libertà d'azione per banche e imprese sarà molto ampia. Gli istituti di credito, ad esempio, potranno concedere finanziamenti in valuta a residenti senza vincoli di destinazione (oggi, invece, la procedura è limitata ad importatori ed esportatori). Inoltre, potranno essere erogati finanziamenti in lire ai non residenti e, a detta del ministro, questo darà valore alla lira nei confronti delle altre valute. Sempre alle banche, sarà consentita una maggiore flessibilità per la pròpria posizione in cambi, con l'ammissione di uno squilibrio del 5 per cento fra attività e passività in valuta. Infine, verrà ampliata la possibilità per gli operatori di ricorrere al «pronti-termine», per tutelarsi dai rischi derivanti dalle fluttuazioni di cambio in operazioni commerciali e finanziarie effettuate all'estero. Le imprese, a loro volta, potranno muoversi liberamente sui mercati esteri, grazie alla caduta deli'aucorizzazione ministeriale sui trasferimenti di valuta. La scomparsa dell'autorizzazione ministeriale spazzerà via circa 26 mila pratiche che ogni anno ricadevano sul ministero. Il ministro ha poi tenuto a sottolineare che al processo di liberalizzazione si arriva grazie ai profondi mutamenti della nostra economia. Nei primi sette mesi dell'anno l'afflusso di capitali esteri in Italia è stato pari a 17 mila miliardi, mentre il deflusso di capitali verso l'estero è ammontato a 12.500 miliardi. Dal 1981 al 1986, sono entrati nel nostro Paese capitali stranieri per 46 mila miliardi, mentre la «fuga» oltre confine è stata limitata a 20 mila miliardi. I pochi vincoli rimasti in piedi sono da collegarsi alla stabilità della nostra moneta e al regime di monopolio dei cambi. Un ulteriore divieto si riferisce all'acquisto di titoli esteri con durata residua inferiore a sei mesi. In proposito, Ruggiero ha reso noto che "nelle pieghe delle nuove norme molti fondi d'investimento italiani hanno acquisito nel proprio portafoglio titoli con queste caratteristiche, per un ammontare di 1300 miliardi, di cui 900 in titoli di Stato: d'intesa con la Banca d'Italia, non s'interverrà, ma comunque il veto sarà ribadito fino al 1990'. Emilio Pucci
Persone citate: Renato Ruggiero
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