Reagan boccia la legge tessile

Reagan boccia la legge tessile Ha posto il veto appena l'ha ricevuta: «Sarebbe un suicidio» Reagan boccia la legge tessile Ma sarà ripresentata al Congresso, come era avvenuto per il «Trade bill» • Firmato l'accordo Usa-Canada sul libero scambio DAL NOSTRO COR RISPONDENTE WASHINGTON—Il presidente Reagan ha ieri messo il veto alla legge protezionista sui tessili e sulle calzature 'nello stesso istante in cui è giunta sulla sua scrivania', ha annunciato il portavoce Fitzwater. La legge, che se promulgata causerebbe gravi danni alle nostre esportazioni, sarà ripresentata al Congresso, forse già la settimana prossima, ma la Camera e il Senato non sembrano avere la maggioranza dei due terzi necessaria a scavalcare il «no» reaganiano. Sulla fulmineità del veto presidenziale hanno influito le proteste dei ministri degli Esteri della Cee e del Giappone l'altro ieri nell'incontro con Reagan all'Onu a New York. Andreotti in particolare ha ricordato che gli Usa hanno già compiuto un passo pericoloso verso il protezionismo con il "Trade Bill», la massiccia legge sui commerci della scorsa estate. •La vicenda non si ripeterà' gli ha assicurato il Presidente. Reagan aveva opposto il veto anche al •Trade Bill», ma la Camera e il Senato lo avevano annullato con i due terzi dei voti. L'anziano leader ha denunciato la legge sui tessili e sulle calzature come «un suicidio commerciale». "La sua adozione avrebbe effetti disastrosi sull'economia americana», ha detto, "provocherebbe ritorsioni contro le nostre esportazioni non solo industriali ma anche agricole proprio nel momento in cui decollano'. "Questo è il protezionismo più deteriore» ha aggiunto Reagan. "Il compito dell'America è liberalizzare i commerci'. I giornalisti hanno chiesto al suo portavoce Fitzwater se il veto non danneggerà la campagna elettorale del vicepresidente Bush: "Non troppo' ha risposto Fitzwater «è una questione di principio'. Volontariamente o no, con la legge protezionista, tra gli europei gli Usa avrebbero danneggiato soprattutto l'Italia. Essa colpisce infatti i settori — abbigliamento e scarpe di cuoio — dominati dai nostri prodotti. La legge impone il congelamento delle importazioni dei tessili al livello dell'88 per il prossimo anno e ne limita successivamente l'aumento all'I per cento annuo; il congelamento tout court di quelle delle calzature; e il contingentamento delle cravatte di seta. L'Italia si è spesso trovata nel mirino americano, ad esempio con la pasta, e minaccia di ritrovarvisi di nuovo, ad esempio coi vini. Subito dopo aver messo il veto a questa legge, Reagan ne ha promulgata un'altra che stabilisce una zona di libero scambio tra gli Usa e il Canada, su un totale di 131 miliard di dollari di scambi, oltre 180 mila miliardi di lire. E' la risposta preventiva della superpotenza alla temuta unione economica dell'Europa nel '92. n premier canadese Mulroney non ha potuto tuttavia fare la stessa cosa a causa dell'opposizione del Senato: poiché ha un notevole vantaggio nei sondaggi d'opinione, sembra che indirà le elezioni anticipate a novembre. e. c.