Il vescovo difende il pedofilo

Il vescovo difende il pedofilo La vicenda del presidente Aci di Trieste scuote la Curia Il vescovo difende il pedofilo Con altri trenta autorevoli cittadini mons. Belluini ha scritto al giudice americano - «Prima di quest'accusa non avevo mai sentito niente di lui, nemmeno di ordine morale» - Ora puntualizza: «La mia missiva non è stata utilizzata dagli avvocati» - Censura morale, non politica per il vicepresidente della Regione DAL NOSTRO INVIATO TRIESTE — Monsignore, anche lei? E passi per Gianfranco Carbone, che è socialista, e se aiuta il depravato Sandro Moncini al massimo può provocare la crisi in giunta regionale. Ma lei, monsignore, perché l'ha fatto; perché, pure lei, con un'altra trentina di autorevolissimi triestini, ha scritto al giudice americano per dire che il Moncini era persona dabbene, che mai aveva •sentito niente di lui nemmeno di ordine morale?'. Monsignor Lorenzo Bellomi, vescovo di Trieste, è un pò in difficoltà: «Afa la mia lettera non è stata utilizzata dagli avvocati...-. Era attesa, ieri, la votazione del Consiglio regionale. Carbone, il vicepresidente di giunta, ha rischiato l'impeachment: un vicepresidente di giunta, secondo la mozione pei, non può scrivere una lettera che aiuta quel Moncini. La missiva — fatti i conti— gli ha garantito una riduzione di pena che tra qualche settimana lo riporta qui. Dibattito dalle dieci del mattino alle due del pomeriggio. Interventi appassionati. Richiami alla morale. Richiami a quel ter¬ mine — pedofilo — che ripugna a tutti e vuol dire abuso e violenza sessuale sui minorenni. Per Carbone era pronta la condanna, anche a rischio di una crisi di giunta, beghe interne alla de e al psi comprese. La condanna morale c'è stata, per la de Carbone è da censurare. La condanna politica è stata evitata, nonostante quattro astensioni democristiane. Erano tutti più sollevati, in apparenza, alle due del pomeriggio. 'Forse è finita qui', diceva Adriano Biasutti, il presidente de di giunta. • Forse sì — aggiungeva Carbone, non del tutto soddisfatto — ma se mi considerano dimezzato, se la de mi volesse ingabbiare, appena me ne accorgo la crisi si apre subito'. Quando si sono lasciati, i signori consiglieri regionali già pensavano alle riunioni di valutazione, convocate nel pomeriggio. Avevano già dimenticato l'intervento di Gianfranco Gambassini, consigliere della Lista per Trieste, meglio nota come «Melone». Gambassini, impegnatissimo nella difesa di Carbone e nelle accuse ai movimenti femministi che avevano criticato la sua lettera {'coacervo di farneticazioni mentali') aveva buttato li una frasetta ambigua: 'E' come se il nostro vescovo, monsignor Bellomi, avesse scritto una lettera su carta intestata della Curia...». Qualcuno — 11 giornalista di Vita Nuova, settimanale della diocesi -- come battuta di spirito non l'ha presa. E' corso al telefono. E poi in Curia. E si è sentito dire, appunto, che battuta di spirito non era. Monsignor Bellomi ha chiamato don Pieremilio Servadé, 11 suo segretario. E proprio mentre l'aula si svuotava alla redazione dell'Ansa di Trieste arrivava il comunicato curiale: -Conoscevo Moncini per la sua posizione di direttore della locale Aci che mi ha concesso di incontrarlo qualche volta in cerimonie pubbliche. Ma non sono mai andato oltre la stretta di mano-. E così è stato un pomeriggio, e poi una serata, di enorme caos. Una tremenda bora per la Trieste della politica. Tutti spiazzati, tranne Carbone Spiazzati i de, che avevano moralmente condannato Carbone per il solo fatto di aver scritto la lettera a favore della difesa di un pedofilo. «ZI comunicato della Curia è un brutto fatto — commenta Bruno Longo, segretario regionale de e presidente del consiglio della regione —. Mi rattrista e mette in difficoltà tutti-. Spiazzato il pei. Roberto Viezzi, segretario regionale: 'Ma il vescovo non rappresenta la regione...». La bora si fa sempre più forte. Mentre Carbone si diverte (-sono solidale con il vescovo-) si riapre la caccia a chi ha firmato le 36 lettere su sollecito della difesa dì Moncini. Sono tutti nomi grossi, almeno per Trieste. Questo già di sapeva. Ma ancora non si sapeva che tra i nomi c'é anche quello di un assessore comunale repubblicano. E nemmeno si sapeva che c'è la lettera firmata dai membri del consiglio direttivo del Tennis club triestino. Tra questi compare il nome di Roberto Staffa, sostituto procuratore della Repubblica. Pure lei, signor giudice? Al momento, in questa vicenda che nasce come squallida, e via via diventa politica, morale, pettegola, ricattatoria, il vincitore sembra Carbone. -Chi ha aperto questa campagna sono stati i comunisti, scottati dal successo che il psi ha avuto nelle ultime elezioni anche a loro danno. Hanno detto che in difesa del Moncini si è mossa una consorteria massonico-affaristica. Pure il vescovo ne fa parte? Oppure, come sostengo io, anche il vescovo ha detto che Moncini, per quanto se ne sapeva a Trieste, non era un pedofilo in perenne agguato alle minorenni?-. 'Prima di quest'accusa non avevo mai sentito niente di lui, nemmeno in ordine morale-, ha scritto monsignor Bellomi. Un «affidavit» che porta la bora anche tra cattolici e democristiani del Friuli. Perché l'ha scritta, monsignore? Anche lei, come sostengono i comunisti, farebbe parte della consorteria massonico-affaristica che prende le difese del depravato Moncini? Incredibile per tutti. Ma non per il pei, che a questo punto vuole andare fino in fondo. -Fuori tutti i nomi di chi ha scritto-, chiedono al ministro di Grazia e Giustizia i deputati friulani. Il pedofilo non ha finito di colpire. Giovanni Cerniti

Luoghi citati: Friuli, Trieste