Rostagno, un morto che nessuno vuole celebrare

Rostagno, un morto che nessuno vuole celebrare Nelle piazze di Trapani corteo di pochi studenti, i negozi non hanno aderito alio sciopero di protesta Rostagno, un morto che nessuno vuole celebrare DAL NOSTRO INVIATO TRAPANI — Le finestre del municipio sono tutte chiuse, anzi sbarrate, come se non ci fosse nessuno. E invece no. Ci sono. C'è il sindaco, Vincenzo Augugliaro, democristiano, 42 anni, e i suoi assessori socialisti e repubblicani, seduti intorno a un tavolo a mettere giù un documento che depreca la "Criminale arroganza- e chiede aiuto allo Stato. Sotto le finestre ci sono i ragazzi di Trapani. Pochini, a dire la verità, 200-300, che oggi non sono andati a scuola per protestare contro la mafia che ha ucciso Mauro Rostagno, ex leader di Lotta continua divenuto guru dell'antidroga. Ci sono le bandiere rosse di democrazia proletaria, ci sono i comunisti e basta. Tutto intomo la città è quella di sempre. I sindacati avevano proclamato due ore di sciopero, ma non lo ha fatto nessuno. Le saracinesche dei negozi sono rimaste su. E lei, sindaco, da che par¬ te? Augugliaro ci riceve in una stanza che assomiglia ad una bomboniera al piano nobile di questo vecchio palazzo di Trapani (apparteneva alla famiglia Dali) divenuto municipio. Le pareti sono coperte da stoffa azzurra, le finestre avvolte da tendoni bianchi, ori e stucchi dappertutto, come un museo. Chiuse le persiane attraverso le quali si infila appena il grido dei ragazzi usciti da scuola: •La mafia ammazza e la giunta si è squagliata-. •La mafia è radicata nel costume della nostra gente-, conferma il sindaco che però non scende in piazza perché dice di non voler essere strumentalizzato. Da chi? Augugliaro non lo precisa: -7o non ci sto al gioco di abbracciare il mestiere dell'antimafia. Sto qui e cerco di amministrare-. Difficile mestiere per questo preside dell'Istituto nautico di Palermo, sindaco di una città di mafia, crocevia di grandi partite di eroina (qui intomo hanno scoperto qualche anno fa la più grande raffineria di droga d'Europa), che su settantamila abitanti ha diecimila disoccupati e un'infinità di tossicodipendenti. Quanti, nessuno lo sa. Il sindaco dice anche che la sua amministrazione ha organizzato un servizio di prevenzione contro la droga. Ma lo andiamo a vedere e scopriamo che si tratta di una scrivania periferica dove un assistente sociale, in due anni e mezzo, non ha mai visto un tossicomane né potuto fare una sola iniziativa di prevenzione. Ma chi ha ucciso Mauro Rostagno che contro la droga lavorava da otto anni a Trapani e che i traffici e gli in¬ trecci del potere denunciava ogni giorno dalla sua piccola televisione privata? Chiuso nel suo ufficio Antonino Coci, procuratore della Repubblica, dice che non può rivelare nulla sulle indagini, ma che è •fiducioso-. E poi disegna il suo personale profilo ideale del lavoro di magistrato: -Un giudice non deve fare il poliziotto e nemmeno il sociologo. Deve giudicare. Io aspetto i rapporti di polizia, valuto le prove e se necessario firmo gli ordini di cattura-. E quanti rapporti sulle cosche di Trapani ha ricevuto ultimamente? -Nell'ultimo anno, diciamo dal luglio '87 al giugno 'SS. nessuno-. Questo significa che non c'è mafia a Trapani? -Io dico solo che non ho ricei'uto rapporti di polizia-. E' una nuova polemica? Un'altra denuncia sul «calo di tensione» nella lotta contro la mafia? -No — si affretta a dire il procuratore — nessuna polemica. Però il calo di tensione c'è stato-. Nella piccola questura di Trapani il questore Antonino Zumino non vuole replicare all'affermazione di Coci, ma dice che -si sta lavorando-. E' a Trapani da un anno. Prima di lui. nell'arco di una ventina di mesi, si sono succeduti quattro questori. • Trapani è una città difficile: Chi resiste è il giovane capo della squadra mobile, Lillo Germana, quello che ha scoperto la grande raffineria di eroina, un funzionario molto attivo e che parla poco. Dice che l'omicidio di Rostagno è certamente mafioso, ma di piccola mafia. A Trapani e dintorni c'è una guerra per la supremazia del¬ le cosche, dopo che i fratelli Minore (uno latitante e l'altro in carcere) hanno perso potere. Piccole notizie che sono difficili da valutare. La realtà è che Mauro Rostagno è morto dentro questo impasto che appare immutabile. Forse davvero aveva rotto troppo gli schemi e lo hanno ammazzalo. Ora Rostagno è tornato nella sua comunità di Borgata Lenzi e a trovarlo sono venuti solo i suoi amici degli anni lontani di Lotta continua. Enrico Deaglio. Marco Boato, Guido Viale, tanti altri che stanno adesso intomo alla sua bara a parlare piano. Lo hanno vestito di bianco, gli hanno messo i fiori in mano. Sulla guancia sinistra si vede il foro rosso di un proiettile. Dalle istituzioni e dal Palazzo non è arrivato neanche un messaggio, una parola. E' stato ammazzato dalla mafia, ma è un morto diverso che nessuno vuol celebrare Stamattina i funerali cesare Martinetti

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