Prima fu allievo di Fermi poi il maestro di Rubbia di Piero Bianucci

Prima fu allievo di Fermi poi il maestro di Rubbia E* morto il fisico nucleare Marcello Conversi Prima fu allievo di Fermi poi il maestro di Rubbia Le sue ricerche meritavano il Nobel, ma il premio gli venne negato ROMA—Marcello Conversi, uno dei più illustri fisici nucleari italiani, è morto ieri all'età di 71 anni. Le sue ricerche sperimentali più importanti riguardarono i raggi cosmici e le particelle elementari: in particolare il muone. Conversi ha insegnato nelle università di Pisa e di Roma, lavorando per lunghi periodi anche negli Stati Uniti e al Cern (Centro europeo ricerca nucleare), presso Gmevra. Marcello Conversi sta come un ponte tra due generazioni di fisici: quella di Enrico Fermi, di cui fu allievo, e quella di Carlo Rubbia, di cui fu maestro. Fermi ebbe il Nobel nel 1938, Rubbia nel 1984. A Conversi questo onore è stato negato. Ingiustamente. Una sua ricerca, sviluppata con Oreste Piccioni ed Ettore Pancini nel 1946, portò alla scoperta che la particella interpretata dal giapponese Yukawa come responsabile della forza che tiene insieme i nuclei atomici era in realtà una specie di elettrone più massiccio: cioè una particella con carica elettrica negativa uguale a quella dell'elettrone, ma con un peso 207 volte maggiore. Molti storici della scienza fanno nascere da quel lavoro di Conversi, Piccioni e Pancini la fisica delle alte energie, cioè tutta la fisica subnucleare dogli ultimi trent'anni. Più di un Nobel è stato assegnato per scoperte meno fondamentali di quella compiuta da Conversi. Ma vari fattori, oltre a quelli strettamente scientifici, condizionano i giudizi degli Accademici di Stoccolma, e in gene¬ ¬ re gli italiani non sono i favoriti, come dimostra anche il Nobel che andò a Blackett, ma non al nostro Giuseppe Occhialini, che gli aveva*spianato la strada. In ogni modo Conversi non recriminò mai. Lo ricordo con un viso da etemo ragazzo nonostante le rughe dei settant'anni. Alto, biondo, slanciato, un corpo ancora asciutto. Camiciotto sportivo con le penne nel taschino, mai una cravatta. Quando Rubbia ebbe il Nobel gli chiesi una dichiarazione. 'Rubbia — disse — è una forza della natura: intelligenza da fuoriclasse, capacità di lavoro incredibile, fantasia, perfetta conoscenza delle tecniche sperimentali. E' un oìiore averlo avuto come studente. Sono felice di averlo indirizzato allo studio delle interazioni deboli, che gli ha portato cosi buoni frutti. La sua tesi di laurea faceva già intuire che sarebbe arrivato lontano-. E dalla voce commossa sembrava che il premio fosse andato a lui. Nato a Tivoli il 25 agosto 1917. Conversi aveva fatto in tempo a seguire le ultime lezioni di Enrico Fermi, prima che lasciasse l'Italia per gli Stati Uniti, passando da Stoccolma a ritirare il Nobel. A Roma, dove si laureò nel 1940, erano rimast i a tener viva la tradizione della famosa Scuola di via Panisperna Edoardo Arnaldi e Giancarlo Wick. Conversi lavorò con loro sotto i bombardamenti. Una volta un'esplosione mandò in frantumi una finestra vicino a un delicato apparato sperimentale. E' diventato quasi leggenda l'avventuroso trasloco di quello strumento dall'università a uno scantinato del Liceo Vir¬ gilio, a due passi dal Vaticano, zona che veniva risparmiata dalle incursioni aeree. Altri due grandi della prima generazióne di fisici nucleari italiani con cui Conversi in quegli anni incominciò a lavorare furono Gilberto Bernardini e Bruno Rossi (anche luì poi si rifugiò negli Stati Uniti). Bernardini e Rossi erano i pionieri delle ricerche sui raggi cosmici, una pioggia di particelle nucleari ad alta energia che continuamente investe la Terra arrivando dallo spazio. Conversi perfezionò le tecniche sperimentali già inaugurate da Rossi e Bernardini. Lavorando poi con Pancini e Piccioni al Laboratorio della Testa Grigia sul Plateau Rosa, arrivò all'identificazione del muone, togliendo la fisica dalla strada sbagliata sulla quale Yukawa l'aveva indirizzata. Fu uno degli ultimi lavori di fisica delle alte energie rea lizzato con gli economici raggi cosmici. Poi comincia la fisica degli acceleratori di particelle sempre più grandi e costosi. Conversi seguì anco ra un po' il suo filone, dal '47 al '50 insegnò all'Università di Chicago, poi fu a Pisa (do ve ottenne la prima prova sperimentale della violazione della simmetria nel decadimento degli iperoni: come di re la prova che la natura < mancina) e, dal 1959, a Roma. I suoi allievi incominciavano a distinguersi: non solo Rubbia, ma anche Zichichi Fiorini, Di Leila. Con l'appor to determinante di Bernardi ni, nasceva il Cern. Qui Conversi fu tra i primi a utilizzare il sincrotrone e il protosin crotrone. Piero Bianucci