«Campagna anti-Aids a scuola»
«Campagna anti-Aids a scuola» Proposta del presidente della Rai, Manca, al Senato «Campagna anti-Aids a scuola» Programmi in videocassette diretti ai giovani che diventino base per successive discussioni nelle classi - La commissione Sanità: raddoppieranno in sei mesi gli ammalati DALLA REDAZIONE ROMANA ROMA — Nell'audizione che la Commissione Sanità del Senato gli ha riservato, il presidente della Rai Enrico Manca ha caldeggiato l'adozione di un piano nazionale di prevenzione, informazione e sensibilizzazione sull'Aids, un piano di ampio respiro e di lunga durata, che nasca da un confronto concreto fra la TV e gli altri media, la scuola, gli istituti di ricerca, i gruppi di volontari e le associazioni contro questo flagello ancora invincibile. 'Una campagna di informazione e di prevenzione contro l'Aids non deve essere concepita come una campagna pubblicitaria normale - ha detto Manca - perdendo di vista il fatto che una campagna di questo genere non deve suggestionare ma al contrario convincere, spiegare, stimolare chi ascolta a porsi problemi di comportamento in terreni così privati come la sessualità o l'istintiva paura della malattia-. In pratica Manca propone di realizzare, in collegamento con la scuola, programmi in videocassette diretti ai giovani e che diventino la base per successive discussioni in ogni classe. Accanto a queste, dovranno essere realizzati programmi per il personale sanitario, programmi che siano a metà strada fra l'aggiornamento professionale e l'invito a riflettere sulle implicazioni deontologiche ed etiche che l'Aids comporta sia per i medici che per gli infermieri. 'La Rai è pronta a fare la sua parte - ha continuato Manca. - ma un'iniziativa complessa e articolata come il piano nazionale deve avvenire in stretta collaborazione fra il servizio pubblico, la scuola, le istituzioni sanitarie e quelle di ricerca. Il disegno deve cioè investire in primo luogo la responsabilità politica della Sanità e della Pubblica Istruzione-. Manca ha quindi ricordato che la Rai-Tv è già ampiamente impegnata nella campagna informativa sull'Aids, tanto in Tv che in radio. In televisione vengono trasmessi programmi giornalistici e d'attualità e spot realizzati per conto del Ministero della Sanità. Al 18 settembre i passaggi sulle tre reti del ben noto spot del Ministero della Sanità erano già stati 81. In radio, a fine ottobre saranno ben 2.732 i flash messi in onda, con una media giornaliera di 30 passaggi. Intanto la Commissione ha reso note le cifre che tratteggiano la realtà e la probabile evoluzione dell'Aids in Italia. E sono cifre preoccupanti. Entro la fine di quest'anno i malati di Aids nel nostro Paese, che al 30 giugno scorso erano 2094, diventeranno quasi 4000, circa il doppio in appena sei mesi. Nei prossimi tre anni (fine 1991) l'aumento sarà ancora più esplosivo, in una progressione che tende al geometrico: circa 50.000. In quanto ai sieropositivi, una sacca di cui è molto difficile definire gli effettivi confini, a fine giugno erano almeno 200.000. A fine '91, secondo molti esperti, potrebbero essere un milione o anche più. Circa l'età dei malati, in Italia è mediamente compresa fra i 20 e i 29 anni. La differenza con il resto del mondo, dove l'età oscilla fra i 20 e i 49 anni, è spiegata dal fatto che in Italia la grande maggioranza degli ammalati (65,4 %) è costituita da tossicodipendenti, mentre la percentuale degli omosessuali (largamente maggioritaria negli altri Paesi) arriva soltanto al 20%. Un'escalation impressionante, una situazione resa ancora più critica dall'impreparazione con la quale nel nostro Paese sono state sottovaHitate prima le, spinte esplosive' dell'epidemia e poi l'urgenza di allestire le strutture necessarie per la diagnosi e per l'assistenza ai malati di Aids. Il tutto aggravato dal fatto che oggi - e chissà per quanto tempo ancora - non esiste uno scudo preventivo (dal vaccino ci separano almeno cinque o sei anni) e nessuna terapia efficace. In queste condizioni, la prospettiva è preoccupante: un malato di Aids dovrà essere assistito fino alla fine, senza alcuna possibilità di remissione. Per la collettività si tratterà di oneri non indifferenti. Secondo l'OMS le sole spese per l'assistenza ospedaliera ad un malato di Aids ammonta (nei Paesi industrializzati) a 20.000-100.000 dollari l'anno. Solo a questo scopo gli Stati Uniti pensano infatti di dover destinare, da qui al '91, una cifra oscillante fra gli 8 e i 16 miliardi di dollari. Alle spese per l'assistenza bisogna poi aggiungere quelle per le strutture. In Italia è stato previsto un obiettivo di 12 posti letto ogni 100.000 abitanti, ma la Commissione cifre dell'epidemia alla mano, ritiene che siano insuffi cienti. Secondo il Ministero della Sanità un posto letto per questi malati verrebbe a costare intorno ai 200 milioni. Per i prossimi anni dovremmo cioè destinare migliaia di miliardi, una disponibilità che il bilancio statale non può sicuramente permettersi.
Persone citate: Enrico Manca, Manca
Luoghi citati: Italia, Roma, Stati Uniti
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