Mai così ricco il «Salon» dell'auto a Parigi di Michele Fenu

Mai così ricco il «Salon» dell'auto a Parigi Continua a tirare il mercato europeo: da domani al 9 ottobre mille espositori Mai così ricco il «Salon» dell'auto a Parigi DAL NOSTRO INVIATO PARIGI — Anche se l'orizzonte, con l'arrivo del mercato unico europeo (primo gennaio 1993», lascia intravedere grandi manovre e grandi sfide fra i costruttori e anche se rinforzano i venti di guerra tra il Vecchio Continente e il Giappone, al Salone d.1 Parigi i visi sono sorridenti. C è persino chi ammette di avere sbagliato le previsioni, come Jacques Calvet, gran capo del gruppo Psa: prevedeva nell'88 un calo e, invece, le vendite sono in aumento. Meglio cosi. L'industria dell'auto marcia a gonfie vele e, dopo anni difficili, continua a rafforzarsi. Quasi tutti, ormai, hanno completato le ristrutturazioni produttive rese indispensabili dai tempi, migliorato le loro tecnologie, ammodernato e ampliato la gamma dei modelli. I bilanci sono tornati in «nero» e le prospettive appaiono rosee. Le vetture, oggi, sono più comode, sicure ed equilibrate di una volta nel rapporto prestazioniconsumi. Restano problemi della lotta ail'inquinamento (con polemiche sulle normative europee, soprattutto quelle riguardanti le auto di piccola cilindrata) e del traffico: e qui si dovrebbe lasciare spazio soprattutto ai tecnici, il che, purtroppo, in Italia proprio non capita. Al «Salon». che si apre domani alla Porte de Versailles per chiudersi il 9 ottobre, c'è tutto il mondo dell'auto. Più ampia che in passato (otto edifici. 205 mila metri quadri), forte di oltre mille espositori, la rassegna appare come una enorme vetrina internazionale. Stand raffinati, moquettes, fiori, ricevimenti, convegni, conferenze: quasi un gigantesco happening in cui i costruttori si confrontano e offrono al pubblico il fior fiore della loro produzione. Il mercato europeo (qualcosa come 300 milioni di consumatori) continua a «tirare» allegramente. Ricordiamo qualche cifra: nel 1987 nel Vecchio Continente sono state vendute 12 milioni 321 mila auto, quest'anno, dopo otto mesi, siamo già a 8 milioni 913 mila vetture (più 5% rispetto allo stesso periodo '87) e gli analisti prevedono che a fine dicembre si supereranno i 12 milioni e mezzo di unità. I risultati, buoni in quasi tutti i Paesi, sono eccellenti in Francia: 2 milioni 108 mila macchine immatricolate nell'87 (record storico), un milione 418 mila da gennaio a agosto '88 (contro un milione 340 mila). E se nel quadro francese leader delle vendite è il Gruppo Psa (Peugeot-Talbot con 320 mila esemplari e Citroen con 173.800 per una quota complessiva di penetrazione del 34,97r) davanti alla Renault (400.600, 28,37r), in quello europeo è il Gruppo Fiat a trovarsi al vertice. Forse, questo genere di confronto ha importanza relativa, tuttavia dà un certo sapore sportivo alla sfida tra i costruttori: e, dunque, Fiat Auto in testa dopo i primi otto mesi '88 (un milione 327 mila macchine, 14,97r), poi Volkswagen-Audi-Seat (un milione 282.500, 14,4%). Seguono Psa (un milione 134.000, 12,8%), Ford (un milione 30 mila, 11.5%), Opel (943.000, 10,6%) e Renault (880.000, 9,9%). Le marche giapponesi han¬ no venduto un milione e 15 mila vetture (11,4%): una cifra notevole, che suscita reazioni contrastanti. C'è chi chiede misure protezionistiche, chi vuole un diverso rapporto tra export europeo nel Sol Levante e import nipponico in Europa, chi si dichiara aperto a ogni battaglia e segue, all'insegna della qualità, nuove strade produttive per battere i grandi avversari (vedi il Gruppo Fiat Auto con i motori Fire o l'impianto automatizzato di Cassino per la Tipo). Argomenti che fanno discutere e di cui il Salone di Parigi, che non per niente si proclama «Mondial de l'Automobile», diventa cassa di risonanza. Ma il pubblico si appassionerà maggiormente per le novità, e sono davvero tante, che la rassegna ospita. Novità concrete, nel senso di nuovi modelli disponibili subito o nel giro di pochi mesi, e auto-laboratorio, le cosiddette «concept-car», con cui i costruttori francesi imitano quelli giapponesi. Troviamo alla Porte de Versailles le nuove berline di classe media Renault 19, Opel Vectra e Volvo 440, che si aggiungono alla Tipo e alla Volkswagen Passat; le Lancia Thema della seconda generazione con i loro sofisticati motori a 16 valvole; l'ammiraglia dell'Audi, la V8, con trazione integrale permanente; il coupé Corrado della Volkswagen con compressore volumetrico; l'Alfa Romeo 164 Pro-Car (a proposito, da Parigi scatta la commercializzazione europea dell'ammiraglia milanese) ; la Silvia e la monovolume Prairie della Nissan; le Citroen AX con un Diesel di 1360 ce e la BX «4x4»; la Porsche 911 Carrera a quattro ruote motrici. E poi i prototipi Peugeot Oxla, Citroen Activa e Renault Mégane, cocktail di elettronica, monitor, sensori, trazione integrale, ruote sterzanti, materiali speciali. Ne riparleremo: le «vedettes» di Parigi sono davvero molte. Certo, qui si ha la sensazione che l'auto si sviluppi e progredisca di anno in anno. Peccato che non esista ancora la vettura tanto saggia da rimediare a tutti gli errori di chi sta al volante. Michele Fenu

Persone citate: Carrera, Jacques Calvet