L'Urss «riscopre» farmaco italiano di Ezio Minetto

L'Urss «riscopre» farmaco italiano Convegno Unicef a Torino: il medicinale aiuta cuore e cervello L'Urss «riscopre» farmaco italiano TORINO — Con lo sguardo già rivolto a «Prevenzione e futuro», affascinante tema congressuale del prossimo anno, l'Unicef ha offerto nei giorni scorsi, a Torino, un ampio panorama medico-scientifico su «Sviluppo 88» e «Farmaci nel mondo». Onnipresente e instancabile — ci hanno detto G. Chiappo, presidente del congresso, e M. Vianello Chiodo vicepresidente internazionale dell'ente — l'Unicef ha ormai gettato un solido ponte tra i suoi comitati nazionali (in 34 Paesi industriali) e le esigenze assistenziali e culturali dei Paesi depressi (in 117 Stati del Terzo Mondo). Il Congresso di Torino ha riassunto obbiettivi e speranze universali per la qualità della vita dell'uomo, per l'oggi-domani dei bambini, per l'età anziana e per il farmaco a difesa della salute. L'Unicef? -E' la mucca che ci dà il latte in polvere-, l'ha definita, di cuore, un bambino del Terzo Mondo. Con la speranza riposta in 600 milioni di dollari, il suo programma di operatività punta — là dove l'uomo vive ancora in penosa arretratezza — all'assistenza sanitaria di base, al¬ le campagne di vaccinazione, ai farmaci «essenziali» (che, a guardar bene, sono poco meno di una decina), alla nutrizione-crescita infantile e alla politica come «apportatrice di soluzioni». Speranze ma anche — a chi giustamente scalpita — qualche delusione. Con tutta l'autorità del «Pasteur» di Parigi, F. Horaud ha un po' raffreddato le speranze di chi, ad ogni voltar di pagina, legge di questo o quell'imminente vaccino contro l'Aids. -Occorrerà ancora superare ostacoli concettuali e pratici — ha detto il virologo e biologo molecolare — e persino il non trascurabile fatto che, nei laboratori, non è per niente facile lavorare a continuo contatto con litri di virus dell'Aids-. Per i 200.000 ricercatori che si occupano, a livello mondiale, dell'Aids permangono enormi incognite sulla virulenza e riprodu zione del virus, sulla sua struttura e variabilità ge netica e sulla velocità di propagazione e di sviluppo della malattia. L'Africa sarà davvero «cancellata» come continente, dalla mo ria per Aids? -Assolutamente no — ha detto F. Horaud — cosi come l'Europa non è stata a suo tempo cancellata dalla peste-. Tangibili passi avanti, invece, nei farmaci per le immunodeficienze (J. A. Bellanti), nella terapia del diabete mellito (G. Chiumello), nella terapia ormonale del tumore mammario (F. Di Carlo), nell'impiego di «neuro-ormoni talamici» ottenuti per sintesi (G. Faglia), nella vaccinazione antiepatitica B nei neonati (A. Moiraghi), negli psicofarmaci per la terza età (L. Ravizza), nei farmaci della rigenerazione nervosa (G. Toffano) e dei nuovi farmaci in pediatria (F. Sereni). Farmaco «torinese» di nascita e oggi «rivisitatoanche in Urss, la «fosfo creatina» ripropone la vali dita pratica dell'impiego di bio-farmaci in campo car diaco, vascolare e cerebra le. Scoperta negli Anni 30 — e particolarmente stu diata da Z. Schultz, a Tori no, negli Anni 50 — la fosfo creatina è una sostanza (fi siologicamente presente in cuore, cervello e muscoli) che funziona da catalizzatrice intracellulare d'energia. Quando, per ischemia o anossia, la sua produzione intracellulare si interrom pe — ha detto V. A. Saks direttore del Centro di rierche bioenergetiche cardiologiche di Mosca (premio Unicef, insieme a L. Montagnier, per la «Ricera per lo sviluppo») — la ua somministrazione, soto forma di farmaco, ha efetto di «protezione» sui danni delle membrane celulari e di «smaltimento» dei prodotti di degradazione cellulare. Anclfe nell'esperienza dei Centri medici di Mosca, Leningrado, Kiev, Taskent, Tartu e Kaunas — è farmaco più che promettente — hanno affermato V. A. Saks e A. Yurenyev, responsabile, quest'ultimo, dei servizi di cardiologia di Mosca — nella cardiopatia ischemica, nell'insufficienza cardiaca, nelle arteropatie e nella critica fase di «riperfusione» della chirurgia cardio-vascolare. Di fosfocreatina, ubidecarenone e carnitine — farmaci del metabolismo energetico del cuore — da tempo si parla e anche si sparla. Tutti d'accordo, comunque, che sono sostanze attive, perlomeno capaci di diminuire la necessità di altri farmaci, chimici e «pesanti». Ezio Minetto