Shevardnadze riceve un dissidente ameno di Ennio Caretto
Shevardnadze riceve un dissidente armeno Incontro a sorpresa in Usa, stasera vedrà Reagan Shevardnadze riceve un dissidente armeno Da Mosca «buone notizie» sul disarmo e le armi chimiche DAL NOSTRO CORRISPONDENTE WASHINGTON — Nel crepuscolo del reaganismo, al culmine dei conflitti etnici nell'Urss, Shevardnadze ha portato ieri in America nuove proposte di disarmo e di distensione: sulla loro scia è ancora possibile, anche se è difficile, un ultimo vertice tra Reagan e Gorbaciov prima della fine dell'anno. Partendo per Houston, per una visita al Centro spaziale della Nasa, il Presidente, che lo riceverà questa sera alla Casa Bianca, ha dichiarato infatti che l'ospite è stato latore «di buone notizie», pur rifiutando di scendere nei particolari. Il ministro degli Esteri sovietico, che al momento stesso dell'arrivo ha ricevuto inaspettatamente uno dei leader armeni in esilio, Paruyr Ayrikyan, per un intenso colloquio di un'ora, ha consegnato a Shultz una lettera personale del leader del Cremlino per Reagan e ha poi esposto una serie di «idee costruttive» sulla riduzione degli armamenti. Alcune di esse concernono quelli convenzionali in Europa. Nell'intervallo della colazione, alludendo al fatto che oggi sono al loro 28° incontro, Shevardnadze ha detto a Shultz: «Se le cose andranno come devono a Vienna, tra breve festeggeremo il 30°». Altre concernono un trattato di non proliferazione delle armi chimiche, per prevenire tragedie come quella dei curdi in Iraq. Si sta preparando un'altra «sorpresa Gorbaciov», che si concreterebbe entro dicembre nel caso che Bush vincesse le elezioni, ma verrebbe rinviata all'anno prossimo nel caso che le vincesse Dukakis? Dall'estremo riserbo che circonda i colloqui, che hanno assunto un'importanza inaspettata, non è possibile trarre una risposta sicura. Due indicazioni sono comunque emerse. Eccole. 1) Usa e Urss stanno cercando di concludere un accordo per limitazioni ad interim delle armi strategiche, nell'impossibilità di firmare un trattato sulla loro riduzione a scadenza ravvicinata; 2) le due superpotenze sono prossime a un patto sullo smantellamento dei loro arsenali chimici, e nel loro ambito proporrebbero una conferenza internazionale contro tali armi. E' stato soprattutto Shevardandze a dare la sensazione che il lungo, fruttuoso negoziato globale tra Mosca e Washington non si sia arenato, mentre Shultz ha evitato di sbilanciarsi. L'architetto della politica estera sovietico ha parlato di un «autunno d'oro», ha definito «buone» le prospettive per un'intesa in Europa, e imminente «una convenzione sulla messa al bando delle sostanze tossi¬ che». Shevardnadze ha prospettato anche grossi progressi sul difficile terreno dello scudo spaziale. Ha fatto capire che se una svolta non è possibile subito, lo diverrà nell'89. L'arrivo di Shevardnadze a Washington mercoledì sera è stato un susseguirsi di colpi di scena. Due cani lupo della polizia hanno odorato presunti esplosivi — si è trattato di un falso allarme — e hanno costretto l'apparecchio dell' Aeroflot a ritardare di 15 minuti l'atterraggio. Giunto in ambasciata, Shevardnadze l'ha trovata sotto l'assedio dei rifugiati armeni. Tra lo stupore generale ha invitato Ayrykian, che fu espulso oltre un anno fa dall'Urss, a un acceso colloquio. Il leader della «Autonomia nazionale armena» ha poi dichiarato di aver discusso dei diritti dell'uomo, ma non ha voluto dire altro. Non è escluso che i due si rivedano a New York la prossima settimana all'Assemblea generale dell'Onu. Esausto per il lunghissimo viaggio — aveva fatto una fugace tappa in Danimarca — Shevardnadze ha ottenuto di incominciare i negoziati con Shultz con un'ora di ritardo, alle 10 di ieri mattina. «Sono rimasto addormentato», ha detto ridendo ai giornalisti all'ingresso al dipartimento di Stato. Ennio Caretto
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