Alto Adige Una sfida per l'Europa di Enzo Bettiza
Alto Adige Una sfida per l'Europa Lettera di un uomo di frontiera Alto Adige Una sfida per l'Europa Caro Direttore, ti prego di volermi consentire qualche piccola considerazione ai margini delle polemiche e delle tensioni che, alla vigilia dell'appuntamento elettorale di novembre, stanno inasprendo sempre più il clima politico e psicologico nella deicata quanto anomala regione altoatesina. Il tema, che non trattavo più da molto tempo, è tutt'altro che nuovo per me. Esso era stato per alcuni anni presente nella maggior parte delle corrispondenze che inviavo da Vienna proprio a questo nostro quotidiano, agli inizi della mia attività giornalistica. Eravamo fra il 1957 e il 1960: l'Austria, ritornala indipendente, aveva firmato da poco un suo particolare trattato di pace, chiamato Trattato di Stato, con le quattro potenze vincitrici. Diventata rigorosamente neutrale, finalmente pacificata dopo l'epidemia pangermanista nelle sue due componenti tradizionali, la cattolica e la socialista, avviata alla conquista di un tranquillo e un po' grigio benessere collettivo, la seconda Repubblica austriaca s'imbatteva però subito, già in quella prima fase di indipendenza, in uno scoglio che era insieme di politica estera e di politica interna: la questione sudtirolese (altoatesina per gli italiani). Non vorrei entrare qui in profondità nel labirinto della questione: gli accordi stipulati sopra la testa degli altoatesini da Hitler e da Mussolini, la guerra perduta totalmente dalla Germania e per due terzi dall'Italia, la buona volontà espressa negli accordi GruberDe Gasperi, la decisione della maggioranza sudtirolese di lingua tedesca di optare, dopo la guerra, per un'Italia reinserita nel mondo occidentale c democratico piuttosto che per un'Austria dal futuro incerto. Vorrei soltanto accennare ad un dato storico d'ordine più generale: cioè all'idea, fisiologicamente diffusa nella vecchia Europa degli Stati nazionali, che i conflitti armati debbano sempre e comunque concludersi con un bottino territoriale a favore del vincente e una rinuncia territoriale a sfavore del perdente. Tale classico contratto di guerra venne fatto artificiosamente, dopo il 1945, sul terreno dell'Alto Adige, fra due Stati egualmente perdenti di cui uno, l'Italia, appariva solo un po' meno perdente dell'al Enzo Bettiza (Continua a pagina 2 In quarta colonna)
Persone citate: Gasperi, Hitler, Mussolini
Luoghi citati: Alto Adige, Austria, Europa, Germania, Italia, Vienna
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