Non spogliate la casalinga
Non spogliate la casalinga Londra: un'immagine da una tv italiana come esempio da non seguire Non spogliate la casalinga DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Non c'è dubbio, è una gran bella donna, un'Afrodite italiana, fiera della sua giovanile venustà. Purtroppo, l'appetitosa immagine non invita alla voluttà, bensì alla serietà. Esorta a meditare sui mali della tv italiana, mali che potrebbero abbattersi sull'Inghilterra se Margaret Thatcher otterrà il consenso parlamentare alla sua deregulation televisiva. Spieghiamoci meglio. La Tvs (Television South), una società indipendente, si è fatta messaggera di tali ansie con un vistoso monito sull'intera pagina di alcuni giornali britannici. E per agguantare subito l'attenzione ha decorato 11 testo con una «massaia» italiana seminuda. Seminuda, perché il suo spogliarello sta per raggiungere l'epilogo. Si è già al minimo: reggiseno e reggicalze. L'imponente titolo avverte: -Le casalinghe italiane lo fanno alla televisione-. Poi, sotto: -La signora sta facendo uno strip-tease. Non con molta arte, ma non è arte che vogliono i telespettatori del canale tv di Roma su cui lei si esibisce. Canali come questo vennero al mondo tra l'Sl e l'S2, quando la televisione italiana fu in pratica deregolata-. In altre parole: ecco cosa succede quando tutti possono trasmettere tutto, quando la libertà diviene licenza. Proseguiamo la lettura. -Con circa 600 stazioni tv, locali e nazionali, in gara per conquistare un numero non dilatabile di spettatori, gli standard, in Italia, sono crollati. Le entrate pubblicitarie devono essere divise fra molti, per cui ogni canale ha meno soldi da investire in programmi. Altra conseguenza' i pochi programmi buoni scatenano aste furibonde con prezzi vertiginosi. Se ne è già avuto un esempio in Gran Bretagna, durante i recen¬ ti negoziati per i diritti televisivi sulle partite di calcio». Attenzione, dunque, a no'n cadere in questi trabocchetti. E' in gioco il futuro della tv britannica. E' il Broadcasting Bill proposto da Margaret Thatcher ad attizzare queste passioni. Il Bill, il progetto di legge, non è pro.ito, ma si sa che mira ad accrescere la concorrenza fra le tv private. A tal fine, verrebbero diminuiti, ma ancora non si sa in qual misura, i poteri affidati dall'81 all'Iba, ì'Independent Broadcasting Authority, l'organo che nomina le società, che vigila sui programmi e sulla pubblicità. Per Maggie, i privati si agitano soltanto perché temono di gareggiare in un mercato più Ubero: non ha tutti i torti, ma esiste un genuino, profondo timore di una italianizzazione o amerìcanizzazione della tv inglese, una tv che, come dimostrano i continui premi internazionali e il fiume di vendite all'estero, è fra le migliori al mondo. Torniamo, dunque, al testo della Tvs, che afferma: -L'esperienza estera ci insegna che più la concorrenza si riscalda, più i sopravvissuti devono tagliare i costi. E i risparmi maggiori si ottengono riducendo il materiale d'alta qualità. Se vogliamo serbare {'ambiente in cui opera la nostra tv, dobbiamo evitare la frammentazione-. Le società televisive temono in particolare l'irruzione di programmi stranieri tramite i satelliti. Ha dubbi anche il mondo della pubblicità, che si domanda se «troppa tv», con 30, 40 o più canali, non sazierà presto ad nauseam il telespettatore. Queste dunque sono le cose su cui riflettere, osservando la seducente massaia. Le femministe protesteranno per la «strumentalizzazione» della sua venustà, e le si può anche capire. Mario Ciridio
Persone citate: Margaret Thatcher, Mario Ciridio
Luoghi citati: Gran Bretagna, Inghilterra, Italia, Londra, Roma
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