La giostra dei governi-fantoccio di Fernando Mezzetti

La giostra dei governi-fantoccio La giostra dei governi-fantoccio Quello avvenuto domenica a Rangoon non è un colpo di Stato. E' solo la conferma della vera natura del regime autoritario che da oltre un quarto di secolo opprime il Paese, e della sua continuità nella persona di Ne Win: uscito apparentemente di scena a fine luglio, il generale-dittatore muove ancora in realtà tutti i fili. E' stato lui a nominare il proprio successore. Sci Lwin, cui si debbono le prime carneficine degli inizi d'agosto; é stato lui, dopo i 18 giorni di Sci Lwin, a mettere un civile a capo del governo, Maung Maung; ed è adesso ancora lui a far muovere il Consiglio militare, con a capo Saw Maung, già suo capo di stato maggiore e ministro della Difesa, affiancato da 18 ufficiali delia stessa risma. In occasione della sce¬ neggiata del suo ritiro, il 27 luglio, aveva ammonito che i soldati birmani non sparano in aria: un preavviso delle carneficine che insanguinano Rangoon. I militari non si sono sostituiti a un governo civile legittimato dal sostegno popolare. Agli ordini del dittatore dietro le quinte, hanno solo mandato a casa un governo fantoccio installato dallo stesso dittatore, capeggiato da un civile rivelatosi inadatto al mantenimento del sistema che essi ora riaffermano, e contro cui dal y agosto la Birmania è in rivolta. II 10 settembre, il governo e il congresso straordinario del partito socialista al potere, riunitosi quasi clandestinamente, avevano annunciato di accettare la richiesta insurrezionale di passagio al sistema plurali¬ sta, proclamando elezioni entro tre mesi. Non una capitolazione, ma un'ultima manovra per andare a votazioni da gestire con tutti gli strumenti del potere e con una commissione elettorale da esso nominata; e anche tentativo di legittimazione, come se a decidere fos:;e ancora un sistema sempre più indegno e privo di ogni rispondenza. Il Paese ha fiutato la manovra, respingendola con manifestazioni ogni giorno più imponenti. Cosi, fallita la carota, s'è ripreso in mano il bastone, quando s'è visto che anche le finte tolleranze rischiavano di far crollare tutto. Sull'azione di forza hanno certo influito anche timori di una analoga azione, ma di segno opposto, favorevole all'opposizione, all'interno dello stesso esercito. Forte di 180 mila uomini, strettamente legato al regime, esso ha rivelato spaccature al suo interno, indicate dal pas saggio di alcuni reparti ai ri voltosi. C'era l'eventualità che a muoversi potessero essere i quadri inferiori delle forze armate, giovani turchi che avrebbero potuto costituire un governo di transizione come chiedeva l'opposizione. La rispondenza delle truppe agli ordini con la carneficina in corso indica che in realtà l'è sercito è più compatto di quanto si pensasse. Salito al potere nel 't>2 con la l'orza, il socialismo birmano ricorre a quella più estrema quale unico mezzo per restar- Fernando Mezzetti (Continua a pagina 2 in settima colonna)

Persone citate: Lwin, Maung, Maung Maung

Luoghi citati: Birmania, Rangoon