In corsia non si entro finite le medicine

In corsia non si entra, finite le medicine Ospedale salernitano rifiuta nuovi ricoveri perché non ha più soldi in cassa In corsia non si entra, finite le medicine DAL NOSTRO CORRISPONDENTE SALERNO — 'Per carenza di materiale sanitario e l'assoluta inaffidabilità delle strumentazioni mediche, siamo costretti a bloccare i ricoveri ordinari. L'ordinanza s'inserisce nel quadro dei provvedimenti cautelativi della professionalità del personale e della tutela dell'utenza». Firmato: il direttore sanitario del presidio ospedaliero di Scafati, dott. Francesco Longanella. La decisione, comunicata 48 ore fa dal responsabile del piccolo presidio in provincia di Salerno al prefetto, al sindaco della cittadina al confine con i paesi dell'hinterland napoletano, al pretore e al comando del carabinieri, nasce da una situazione amministrativa paradossale. I dirigenti sanitari dell'ospedale di Scafati (150 postiletto), sorto otto anni fa come ripiego in attesa dell'inaugurazione della nuova struttura ospedaliera ultima¬ ta e distante poche decine di metri dalla prima, non hanno più fondi per acquistare le più elementari medicine perché oltre il 90 per cento delle sovvenzioni regionali vengono utilizzate per stipendiare 400 operatori assunti a concorso e inseriti negli organici del nuovo ospedale mai aperto. 'Il budget annuale — spiega Francesco Longanella—è di circa 29 miliardi di cui 27 vengono impiegati per stipendi, per l'attività medica di base e per la medicina ambulatoriale. Ci troviamo, come carico di lavoro e come personale, decisamente in esubero rispetto alla capacità della struttura sanitaria. Anche tenendo conto che il bacino di utenza dell'ospedale di Scafati, collegato all'Usi SI, è per il 47 per cento in provincia di Salerno e per il 53 in provincia di Napoli». Così il piccolo presidio che fornisce ambulatoriamente i servizi di cardiologia, di gine- cologla oncologica, di emodialisi, oltre a disporre di posti-letto nelle sezioni di chirurgia, unità coronarica, ginecologia, pediatria e neonatologia, si è trovato a non poter più acquistare antibiotici, ad avere terminato le scorte di materiali da sutura e a non poter più effettuare le commesse, ad avere le strumentazioni dei laboratori di analisi cliniche in tilt e a non poter garantire la sterilizzazione degli strumenti chirurgici perché l'unica autoclave, iperutilizzata, quando va fuori uso non può essere sostituita. 'Il provvedimento resterà in vigore fino a quando la Regione Campania non avrà individuato un modo per stornare dei fondi, bastano 200 milioni, da inviarci — ribadisce il direttore sanitario —. Altrimenti continueremo a garantire i ricoveri d'urgenza (due al giorno mediamente), senza più impegnarci in quelli ordinari che pri- ma assommavano a circa dieci». Ma dietro la decisione di Francesco Longanella, dirigente sanitario da circa un anno e mezzo, restano due ordini di problemi, uno politico e l'altro burocratico, n comitato di gestione dell'Usi 51 è dimissionario dal giugno scorso ed è retto dal vicepresidente, il socialista Giovanni Iovino, che può garantire solo l'ordinaria amministrazione. Non è possibile, quindi, avanzare richiesta di finanziamenti ex novo, non avendo l'autorizzazione, fino a quando la democrazia cristiana di Scafati ed i partiti laici non avranno trovato un accordo polìtico sui nomi dei componenti del nuovo comitato di gestione. Ma esiste un aspetto della questione ancor più paradossale: 11 nuovo .presidio ospedaliero, ultimato e parzialmente collaudato, che prevede la possibilità di ospitare oltre 300 pazienti, non può essere inaugurato anche se le gare d'appalto per la fornitura di strumentazioni mediche sono state aggiudicate, in quanto la Cassa per il Mezzogiorno, attualmente in regime liquidatOrio, non ha ancora approvato gli atti. In altre parole, la copertura finanziaria di circa due miliardi per l'acquisto di strumenti medici garantita dalla Cassa per il Mezzogiorno otto anni fa, non è stata liquidata. Mentre sono stati affidati gli 11 miliardi necessari per la costruzione delle opere in muratura. 'E' sorto un ulteriore problema procedurale — sostiene Francesco Longanella — Pare che la struttura non sia uniformata alle nuove normative Cee in materia sanitaria». Infatti, in seguito ad un sopralluogo, i tecnici della Regione hanno individuato anomalie nella costruzione delle sale operatorie. Cristina Orsini

Persone citate: Cristina Orsini, Francesco Longanella, Giovanni Iovino

Luoghi citati: Campania, Napoli, Salerno, Scafati