Baudo si arrende «Mi dimetto»

Baudo si arrende: «Mi dimetto» La sua nomina a direttore artistico dello Stabile di Catania è durata un solo giorno Baudo si arrende: «Mi dimetto» CATANIA — Pippo Baudo si è dimesso dalla direzione artistica del Teatro Stabile di Catania. La sua nomina, avvenuta 48 ore fa, ha scatenato una tale bufera di polemiche nel mondo del teatro italiano da convincere il presentatore televisivo ad una fulminea retromarcia. «Per il bene del Teatro Stabile di Catania — scrive Baudo nella lettera spedita ieri a Ignazio Marcoccio, presidente del teatro catanese — ritengo necessario rassegnare irrevocabilmente le dimissioni dall'incarico». Preoccupato e sbalordito Baudo commenta: -Non mi aspettavo una simile reazione. Ero convinto che la mia elezione all'unanimità e senza compenso alcuno non avrebbe suscitato polemiche. Invece, a parte Ivo Chii-sa, Lucio Arderai e qualche altro, ho raccolto prevalentemente critiche-. A Catania la notizia delle sue dimissioni è giunta inaspettata, provocando reazioni nel mondo polìtico, culturale e teatrale, n presidente Ignazio Marcoccio, democri¬ stiano, ex sindaco di Catania, ha convocato per domani pomeriggio il consiglio di amministrazione. In quella sede si deciderà cosa fare, se accettare le dimissioni, se chiedere a Baudo di rimanere. -Sono amareggiato — dice Marcoccio —, et rimproverano di aver fatto lutto troppo infretta. Bene, il risultato di queste polemiche sarà una precarietà che si trascinerà per mesi. Il nostro solo obiettivo è stato quello di tenere la politica fuori dalla porta, nominando un direttore qualificato, al di sopra di ogni sospetto». Di avviso in parte diverso Antonio Di Grado, docente universitario, membro dell'assemblea dei soci dello Stabile. «Sono convinto anch'io — dice—che quella di Baudo fosse una candidatura sulla quale discutere. E infatti avevo avanzato qualche riserva Ma le reazioni sono state troppo scomposte, tutt'altro che cristalline. Vengono da un'Italia lottizzata, ci impongono di stare infuturo con gli occhi molto aperti. Prima di decidere bisogna esaminare bene uomini e programmi». Forti obiezioni alla nomina di Baudo e al modo in cui vi sì è giunti sono venute dai socialisti. D psi avrebbe preferito una decisione meno precipitosa e non solo perché Mario Giusti, il defunto direttore, aveva la tessera socialista. Si dice che il psi avesse intenzione di proporre altri nomi, alcuni locali, altri no, a cominciare da Lamberto Puggelli, regista del Piccolo di Milano, da anni collaboratore dello Stabile. Adesso il presidente socialista deU'ainministrazione provinciale catanese Alfredo Bernardini auspica che - la scelta cada su un direttore all'altezza di Giusti», e critica anche lui l'affrettata nomina di Baudo. Contestazioni sano avvenute anche dall'associazione dei crìtici teatrali. Ma Domenico Danzuso, crìtico de La Sicilia, il quotidiano della città, non è d'accordo. 'Per me — dice — è un linciaggio assurdo, fondato su ragioni esclusivamente politiche. Baudo è un professionista dello spettacolo, un uomo coHo, la scelta non fa una grinza. C'è stata troppa fretta, è vero. Ma credo che il consiglio di amministrazione abbia cercato di bruciare i tempi per evitare che si facesse strada la logica della lottizzazione». Anche dal sindaco della città, Enzo Bianco, repubblicano, vengono forti obiezioni: «Aft sarei aspettato la ricerca di un consenso culturale più ampio. Adesso Baudo, con queste dimissioni, ha confermato la sua grande sensibilità, le sue doti di uomo e professionista. Auspico che d'ora in poi si possa lavorare per una scelta di assoluto valore». Infine l'opinione di Adriana Laudani, deputato regionale del partito comunista. 'La protesta delle forze culturali e la sensibilità dello stesso Baudo — dice — | hanno bloccato un'operazio' ne che è l'amaro frutto di un vecchio modo di gestire il potere». Nino Amante (Intervista a Baudo negli Spettacoli)

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