Industria italiana un '88 da primato di Ugo BertoneValeria Sacchi
Industria italiana un '88 da primato Produzione aumentata del 10,2% in cinque mesi Industria italiana un '88 da primato Ma resta la preoccupazione per il debito pubblico TORINO — Sarà vero boom? Di giorno in giorno si rafforza il coro degli ottimisti sullo stato dell'economia italiana. E, sul fronte delle cifre, le conferme non mancano. Resta la preoccupazione per la Finanziaria e la difficile situazione del conti del Tesoro. Non mancano i timori alla vigilia della fase più delicata della liberalizzazione valutaria, in programma per ottobre. Ma, ormai, la parola d'ordine (con qualche voce di dissenso) è che le cose vanno assai meglio del previsto. In questo clima ristat ha comunicato ieri i dati della produzione industriale. Le cifre sono eloquenti. Nel mese di maggio il fatturato dell'industria ha registrato un'ascesa del 14,9% rispetto allo stesso mese dell'87. Nei primi cinque mesi dell'88 la crescita risulta superiore del 10,2%. «Sì, sono ottimista. L'economia tira', commenta dalla Grecia il ministro del Tesoro Giuliano Amato al termine dell'incontro con i ministri finanziari della Cee. Ed è lo stesso ministro del Tesoro a correggere al rialzo le stime sul nostro sviluppo: la crescita italiana nell'88 raggiungerà il 3,8% e non è escluso che sfiori il tetto del 4%, assai al di là delle previsioni che, dopo 11 crack delle Borse dell'ottobre scorso, parlavano di poco più del 2% per il nostro Paese. «Le economie vanno bene. Tutti gli economisti sono sorpresi. Avevano detto che con l'ottobre nero delle Borse finiva un ciclo storico ed invece è successo il contrario: è il sesto anno di crescita consecutivo per i Paesi industriali e la crescita è diventata equilibrata». Cosi Renato Ruggiero, ministro del Commercio con l'Estero, da Cernobbio, ove ha appena ascoltato Martin Feldstein, grande mente economica della campagna di Bush, predicare che il dollaro deve ancora scendere ma che l'economia Usa è in grande risalita. I dati italiani, del resto, sembrano fatti apposta per cancellare le paure che Ruggiero e Amato avevano avanzato ai primi di agosto. Sia il ministro del Commercio con l'Estero sia quello del Tesoro avevano infatti lanciato messaggi allarmanti sulla crescita delle importazioni e sulle difficoltà del «made in Italy» 'nel mese scorso. E Amato si era più volte dimostrato assai preoccupato del trend in salita degli impieghi. Ebbene, questi prèstiti sono serviti a finanziare, a giudicare dai dati Istat, un'ascesa industriale eccezionale. Nel corso del primi cinque mesi dell'88 la domanda interna ha alimentato un incremento del fatturato industriale di poco inferiore al 10%. Ma dall'estero lo stimolo è stato anche superiore: + 11,2%. E le notizie in rosa diventano ancora migliori se si va a guardare il dato relativo agli ordini: +12,8% dall'Italia e addirittura +16,3 dall'estero. Il boom degli impieghi bancari, insomma, ha avuto come riflesso un'analoga esplosione dell'economia reale. Resta la considerazione che il mondo dell'economia viene ormai bombardato da messaggi di segno opposto da parte degli studiosi e perfino da parte degli indicatori. Non a caso gli imprenditori appaiono sempre più scettici sull'uso delle proiezioni. «Chi fa previsioni sulle monete dice, alla luce dell'esperienza, solo delle sciocchezze», ha risposto ieri Gianni Agnelli a chi, a margine del meeting di Villa d'Este, gli domandava la sua opinione sulle vicende valutarie. Ugo Bertone (Altri servizi a pag. 15 di Ugo Bertone, Eugenio Palmieri e Valeria Sacchi).
Persone citate: Bush, Eugenio Palmieri, Gianni Agnelli, Giuliano Amato, Martin Feldstein, Renato Ruggiero, Ugo Bertone
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