Maria Fida Moro pubblica «gli insalti a mio padre»
Maria Fida Moro pubblica «gli insulti a mio padre» Botta e risposta sul settimanale de Maria Fida Moro pubblica «gli insulti a mio padre» ROMA — «La de fece bene a guardar morire Aldo Moro perché lui quella mattina che fu rapito stava andando a formare il governo con i comunisti». "Vi consiglio poi di non insistere su vostro padre: maestro di intrallazzi durante la sua attività politica: "pataccaro" come ebbe a definirlo Montanelli e poi pusillanime e ricattatore durante la prigionia». -E' inutile che lei se la prenda con la de, perché, secondo lei, non l'ha salvato. La colpa è tutta di suo padre perché voleva il connubio con i comunisti e le Br non lo volevano». E' un'antologia di tre lettere ricevute dalla senatrice democristiana Maria Fida Moro, che ha deciso di pubblicarle e commentarle sulla Discussione, il settimanale de per il quale cura una rubrica. La figlia dello statista risponde anche a una quarta lettera dei giovani democristiani di Bitonto, sezione «Aldo Moro», affermando: "Comincio a pensare che sia la gente integralista, arrogante e che parla per sentito dire ed in mala fede che debba andarsene da questo partito. Io ci sto e per il momento ci resto. Maria Fida Moro, che «minaccia» di tornare più spesso In Puglia ("E poi finirete per desiderare che rientri a Roma di corsa»), circa la de sottolinea: «Era il partito dei valori dello spirito, delle irrinunciabili idee guida», perciò «non può passare tutto il tempo a sprecare ogni energia nelle fisime e nelle beghe interne». Conclusione: "Non sono io che offendo il vostro essere democristiani ma chi non è in grado di essere democristiano sulle tracce di Moro per me non è un democristiano». (Agi)
Persone citate: Aldo Moro, Fida Moro, Maria Fida Moro, Montanelli, Moro
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