Insulti fra Donat-Cattin e i medici di Franco Giliberto

Insulti fra Donat-Cattin e i medici Quindici minuti di grande tensione al congresso di Courmayeur Insulti fra Donat-Cattin e i medici Il ministro: «Mi avete offeso, chiedetemi scusa o me ne vado» - Ma i 500 dottori di famiglia replicano gridando: «Sei un buffone» - Carabinieri e polizia in allarme, poi viene faticosamente raggiunta la tregua DAL NOSTRO INVIATO COURMAYEUR » — «Se non mi chiedete scusa nemmeno comincio e me ne vado» . Avvertito che al congresso dei mèdici di famiglia avrebbe trovato un clima incandescente, il ministro della Sanità Donat-Cattin ha escogitato questo esordio apparentemente azzardato, ma in sostanza d'alta recitazione psicologico-politica. Apriti cielo. Per quindici minuti è scoppiato il finimondo nel centro dei congressi di Courmayeur dove fino alle 19 oltre 500 medici erano stipati in attesa del ministro. Grida, fischi, insulti, coro di "buffone, buffone', mentre DonatCattin effettivamente si allontanava verso l'uscita. E carabinieri e poliziotti in allarme, attentissimi che nessuno volesse menare le mani. Ma poi Eolo Parodi, presidente della Federazione degli Ordini dei medici, con un piccolo colpo di genio oratorio ricuciva la situazione. Ha afferrato il microfono, ha invitato caldamente il ministro a ritornare sul podio, si è assunto la responsabilità di chiedere scusa lui a nome di tutti. Così Donat-Cattin è rapidamente tornato sulla sua decisione, dicendosi soddisfatto per "l'ostacolo rimosso- La tensione s'era dissolta come neve al sole. Non capita tutti i giorni che una platea tanto qualificata e di persone flemmatiche (come sono abitualmente i medici) si abbandoni a intemperanze. E forse vale la pena di registrare nel dettaglio cronistico l'episodio. Dunque, Donat-Cattin giunto al congresso come prima cosa ha citato De Gasperi: "Potrei ripetere la frase che più di 40 anni fa divenne famosa, partendo da una tribuna prestigiosa e diversa, che era quella occupata da De Gasperi a Parigi 'Tutto qui mi è ostile, fuorché la vostra cortesia" E se non c'è nemmeno quella...". ' Subito dopo il ministro ha parafrasato le parole di Antonio rivolto a Bruto, ma indirizzandole a Mario Boni, segretario generale dei medici di famiglia: «Dove sono qui coloro che non sarebbero né seri né gentiluomini? Se io non sono serio né gentiluomo, come si è detto in una vostra relazione ufficiale parlando di uomini politici, chiedo spiegazione altrimenti non vado avanti. Non posso accettare insulti e giudizi spregiativi: Qui è cominciata la bolgia. I medici a congresso, che avevano una serie di conte¬ stazioni e di accuse da muovere al ministro e al governo, si sono sentiti improvvisamente messi sotto processo, sia pure per un attimo. E la baruffa si è scatenata, con l'uscita dal palco di DonatCattin e la ricucitura in corner di Parodi B ministro, dopo questa fase calda, ha tenuto un lungo, minuzioso discorso sullo stato dell'arte dell'assistenza in Italia, che quando diventava troppo soporifero era illuminato da battute del tipo: «Potete anche chiedere le mie dimissioni, ma si. Però io certe richieste le lascerei fare ai Verdi e a democrazia proletaria...». B discorso del ministro verteva comunque soprattutto sulla necessità di riorganizzare un quadro assistenziale confuso, ricco di sprechi e di paradossi E sull'esigenza di risparmiare quattrini sul pubblici servizi soprattutto, come il ministro del Tesoro pretende. Per quanto riguarda i dati più significativi, dal discorso del ministro sono emerse due prospettive: l'ipotesi di far pagare al 50 per cento, di tasca propria, l'assistenza medica e farmaceutica ai lavora¬ tori autonomi (7 milioni di cittadini), provvedimento destinato a suscitare non poche polemiche; e l'annuncio che comunque con i medici di famiglia si andrà alla negoziazione per il rinnovo della convenzione scaduta. Ma quanto incidono le retribuzioni dei settantamila medici di famiglia sul costo del Servizio sanitario nazionale? Vediamo i dati riepilogati al congresso. Alla fine di quest'anno, per curarsi, gli italiani avranno speso circa 60 mila miliardi Una gran fetta di quei quattrini è ingoiata dai ricoveri ospedalie- ri: 40 nula miliardi. Poi c'è la spesa per i farmaci, 11 mila miliardi; per i compensi ai medici di famiglia, 3600 miliardi; per i compensi ai medici specialisti convenzionati, 2400 miliardi Se si esaminano queste cifre nella loro progressione degli ultimi anni si vedrà che gli incrementi maggiori sono nelle spese per ricoveri ospedalieri: raggiungono ormai il 70 per cento del bilancio di dotazione. E allora? Quanto giova—dicono i medici di famiglia —incidere su una voce come la medicina generale, che con i suoi 3600 miliardi l'anno pesa per il 6,31 soltanto sul bilancio ed è una spesa controllata, senza variazioni in aumento? La relazione di Mario Boni, segretario generale dei medici di famiglia, ha battuto a più riprese su questo tasto: «Per risparmiare, semmai, è necessaria una politica che eviti per quanto più possìbile il ricovero ospedaliero». Quanto alla spesa farmaceutica, ai medici di famiglia non va giù d'essere spesso indicati come >gli erogatori dissennati» di medicine ad alto costo. Boni ricorda come negli ultimi anni si è assistito a una eliminazione dal prontuario di molte specialità farmaceutiche a basso prezzo, per far posto a nuovi farmaci dai costi notevolissimi «Sono cose che si decidono nei corridoi ministeriali — criticano i medici di famiglia — e noi che siamo i destinatari di quel prontuario non siamo stati mai chiamati a far parte della commissione che discute e approva le variazioni. Possiamo solo dire che negli ultimi anni sono diminuite progressivamente le quantità di "pezzi" medicinali da noi prescritti, anche se il costo dellafarmaceutica è andato aumentando. Ma i prezzi dei farmaci non siamo noi a stabilirli». Franco Giliberto

Persone citate: De Gasperi, Donat-cattin, Eolo Parodi, Mario Boni

Luoghi citati: Courmayeur, Italia, Parigi