Duemila curdi uccisi dai gas»

« Duemila curdi uccisi dai gas» Rifugiati in Turchia accusano l'Iraq di un massacro di civili « Duemila curdi uccisi dai gas» NICOSIA — n massacro di circa 2400 civili curdi, intrappolati in un burrone e uccisi dal gas emanato dalle bombe sganciate dagli aerei iracheni, è stato denunciato ieri da un portavoce dei guerriglieri indipendentisti curdi del partito democratico del Kurdistan. Il fatto risale al 30 agosto scorso, e se ne è avuta notizia solo ora perché i pochi superstiti di quel massacro impiegarono dieci giorni permet tersi in salvo in Turchia e, di li, prendere contatto con i capi dei guerriglieri. Secondo un portavoce curdo del Partito democratico del Kurdistan (Pdk), le vittime del massacro stavano fuggendo a piedi sulle montagne dall'offensiva militare irachena e tentavano di raggiungere la salvezza in Turchia. In uno dei combattimenti sostenuti in seguito all'offensiva scatenata dalle truppe irachene sulle montagne del Kurdistan, ha aggiunto il portavoce, i guerriglieri curdi hanno ucciso qualche giorno fa 140 soldati nemici: 'Indossavano tutti la maschera anti-gas. Se fosse vero quello che gli iracheni vanno sostenendo, che loro non usano armi chimiche contro il nostro popolo, che cosa ci facevano quei soldati con le maschere anti-gas?». L'altro ieri il ministro della Difesa iracheno generale Adrian Khairallah ha dichiarato, in una conferenza stampa a Baghdad, che le forze irachene non hanno fatto uso di gas tossici nell'offensiva condotta contro i guerriglieri curdi dal 27 agosto al 5 settembre scorsi. Secondo il portavoce curdo, fra i civili massacrati con i gas velenosi il 30 agosto c'erano 430 famiglie fuggite dalla provincia di Sheikan, nell'Iraq settentrionale, dove le forze irachene cingono d'assedio circa 40 mila curdi isolati nella valle. n massacro, secondo quanto raccontato dal portavoce del Pdk, si è svolto così: la colonna di fuggiaschi è stata bloccata dalle truppe irachene, che hanno tagliato la via di fuga verso la frontiera, e a quel punto i curdi 'hanno cercato rifugio in una valle angusta, la Valle di Bazi, sulle montagne Mateen, 15 chilometri a Sud di Kanimasi nella provincia di Amadiyah». Una volta chiusi lì, sei aerei iracheni hanno sganciato, a due riprese, ordigni che hanno sprigionato il gas velenoso, «e quasi tutti sono morti soffocati. Pochi superstiti sono riusciti a scampare». Il portavoce ha lanciato un appello per un intervento internazionale presso le autorità irachene, perché non facciano più ricorso ai gas velenosi contro la popolazione curda. Questa, sottolinea il rappresentante del Pdk, non è una questione interna irachena, come sostenuto nella conferenza stampa del ministro Iracheno, n ministro aveva sostenuto l'impossibilità tecnica di utilizzare gas velenosi contro i curdi, perché i gas resterebbero stagnanti sul fondo delle valli e delle conche fra le montagne, rendendo impossibile l'avanzata delle truppe dell'esercito iracheno. Il portavoce del Pdk ha ammesso che l'offensiva irachena ha annientato diverse basi dei guerriglieri; «ma ci siamo riorganizzati, e le nostre forze combattono ancora», ha aggiunto. (Agi )

Persone citate: Adrian Khairallah, Mateen