Berlusconi-show alla Standa di Valeria Sacchi
Berlusconi-show alla Standa Primo incontro con gli azionisti del gruppo appena acquisito Berlusconi-show alla Standa «La società ha bisogno di soldi ma ce la faremo per il '92» - Presto il varo (in tandem con il costruttore D'Adamo) di un'iniziativa per i nuovi magazzini della catena MILANO — «Mister tv» è sceso in elicottero su Milano Fiori, si è fermato con i giornalisti sulla porta della palazzina dove ha sede la Stènda per spiegare: «Entro la metà di ottobre presenteremo alla Consob i conti e poi faremo il primo consolidato. La cosa che posso dire è che, rispetto a quello che ci aspettavamo, abbiamo visto che la società ha problemi dì patrimonializzazione. Due sono le strade: reinvestire gli utili secondo la tradizione Fininvest, o aumentare il capitale. Il 23 settembre incontreremo i sindacati, il 24 ottobre riuniremo i mille dirigenti e quadri Standa per una Convention. Lì faremo il punto della situazione». E il dividendo? «Vedremo. Ma certo, se si vuole far fronte allo sviluppo, star dietro alla crescita inevitabile del segmento di mercato della grande distribuzione, essere pronti all'appuntamento del 1992, occorreranno molte risorse». Pochi minuti dopo questo breve dialogo, Silvio Berlusconi, il nuovo padrone del gruppo distributivo milanese, sedeva per la prima volta faccia a faccia con i suoi azionisti, riuniti per la nomina del nuovo consiglio di amministrazione. Ha ripetuto loro la stessa premessa ag¬ giungendo: «Finita l'assemblea, possiamo restare qui a chiacchierare. A questo punto l'assemblea è filata via liscia e rapida, e ha accolto la proposta del nuovo consiglio: Italo Monzino (presidente onorario), Silvio Berlusconi (presidente), Paolo Berlusconi (vicepresidente e amministratore delegato), Tullio Monzino (vicepresidente) e amministratori: Giancarlo Foscale, Nicolò Pellizzari, Fedele Gonfalonieri, Marcello DellUtri, Vittorio Dotti, Livio Gironi, Fabio Inghirami e Gianni Letta. Sono usciti: Giansandro Bassetti, Paolo Bassi, Luigi Ceri ani, Camillo Ferrari, Siro Lombardini. Qualche domanda, e un nuovo incontro coni giornalisti. Ancora la questione dividendo: «Non so, certo ci vorrà tempo per migliorare i risultati operativi», ha ripe¬ tuto. Ha precisato che la quota che possiede, il 72%, gli basta e ha aggiunto: «Abbiamo dato il via alla campagna promozionale d'autunno, abbiamo lavorato con i dirigenti e abbiamo constatato già un nuovo clima d'entusiasmo. La Standa è stata troppi anni orfana di imprenditore, gestita da manager. Oggi i manager di Standa sono felici, hanno qualcuno con cui dialogare. Abbiamo portato avanti le operazioni legate alla potenzialità dei nuovi insediamenti, che erano già state messe in cantiere. Stiamo mettendo mano alla logistica, ai punti vendita: E le strategie? «Le strategie sono altre, e competono la sfera della grande distribuzione. E' ridicolo che in Italia solo il 14% del mercato alimentare passi per la distribuzione organizzata. Siamo indietro, e non possiamo continuare a penalizzare i consumatori. Anche i commercianti, anche il loro presidente Colucci sono convinti che bisogna innovare». Berlusconi non ha parlato di immobili, ma si sa che sta mettendo a punto una società nuova che si occuperà del settore immobiliare della Standa, dalle costruzioni alle ristrutturazioni. La Cantieri Riuniti Milanesi, la holding della divisione edilizia del gruppo, ha infatti già troppa carne al fuoco: l'allargamento del Girasole e di Milano 3 con relativo campo da golf, il progetto di Milano 4 a Cusago, il centro residenziale Costa Turchina a Olbia. Sembra che, per Stantìa, pensi ad un accordo con un vecchio socio: il costruttore D'Adamo. Valeria Sacchi
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