Energia, l'industria risparmia ma i privati consumano di più

Energia, l'industria risparmia ma i privati consumano di più Vertice internazionale all'università «La Sapienza» di Roma Energia, l'industria risparmia ma i privati consumano di più Le ditte hanno «speso» il 20% in meno rispetto al 73 e la produzione è cresciuta del 19 ROMA — Due sono gli obiettivi dominanti del piano energetico che dovrà guidare le scelte dell'Italia uscita dal nucleare con 1 referendum dell'autunno scorso: il risparmio e la tutela dell'ambiente. Non sono traguardi a portata di mano. Nel risparmio si è già ottenuto molto, e del resto il nostro Paese non è mai stato sprecone. Difficile fare di più. Quanto alla tutela dell'ambiente, il ricorso al carbone, inevitabile per svincolarci dall'eccessiva dipendenza dal petrolio, mal si concilia con l'ecologia: il carbone è la fonte più inquinante, a meno di affrontare forti spese per limitare le emissioni di fumi e anidride solforosa, diretti responsabili di malattie respiratorie e di piogge acide. Sul risparmio energetico si è discusso lunedì e martedì nell'aula magna dell'Università di Roma «La Sapienza» e hanno dato contributi al dibattito l'Enea (Ente per le energie alternative), l'Ises (International Solar Energy Society), il New York Institute of Technology, l'Enel e la Confindustria. Fabio Pistella, direttore generale dell'Enea, ha ricordato alcune cifre che fotografano bene le difficoltà del risparmio energetico nella situazione italiana: in media un cittadino americano consuma annualmente una quantità di energia pari a 7,3 tonnellate di petrolio, i giapponesi sono a 3,1, gli italiani a 2,7. E' chiaro che i margini di risparmio sono ampi negli Stati Uniti, stretti in Italia. Là è sufficiente eliminare gli sprechi, qui occorre introdurre tecnologie sofisticate e diffondere una vera e propria cultura del risparmio {che. non significa necessariamente una cultu- ra della privazione e della rinuncia). Negli Stati Uniti — dice Edwin F. Shelley, direttore del Centro per la politica dell'energia a New York — «é possibile risparmiare il 50 per cento del consumo complessivo di combustibile utilizzando le tecnologie di risparmio energetico sviluppate in seguito alla crisi petrolifera del '73». E infatti gli Stati Uniti sono riusciti, rispetto a quell'anno, a incrementare il prodotto nazionale lordo del 30 per cento aumentando il fabbisogno energetico soltanto dell'I ,5 per cento. Benché partisse svantaggiata, l'Italia ha fatto ancora meglio, almeno nel settore industriale: secondo i dati riportati dal presidente dell'Enea Umberto Colom¬ bo nel recentissimo saggio «Uso e scelta delle fonti energetiche» (Editori Riuniti), l'industria ha realizzato un risparmio del 20 per cento a fronte di una crescita del 19 per cento della produzione industriale. I maggiori risparmi si sono avuti nella chimica (-50 per cento), nella carta (-40 per cento), nei materiali non metallici (-30 per cento) e nella metallurgia (-13 per cento). I consumi sono invece stazionari in agricoltura e in aumento nei trasporti e negli usi privati. Ulteriori risparmi sono ancora possibili ma via via che ci si accinge a raschiare il fondo del barile le cose si complicano e occorrono investimenti più alti. Nei consumi privati i risparmi più" a portata di mano sono quelli ottenibili con un buon isolamento termico delle abitazioni, con il recupero di acqua calda attraverso impianti di teleriscaldamento o con la sostituzione di alcuni consumi con altri del tutto diversi (per esempio telefonare anziché andare di persona, impiegare il denaro in quadri piuttosto che in una terza casa). Come al solito, di necessità si fa virtù. I maggiori risultati nel risparmio energetico sì sono ottenuti sotto l'incalzare della crisi petrolifera. Ma ora la situazione si sta rovesciando Proprio in questi giorni il petrolio tocca un altro minimo storico: 13 dollari al barile. Per di più nello scorso anno le riserve ufficiali di greggio sono cresciute del 27 per cento. Secondo i dati dellUnione Petrolifera e della Statistical Revieu) of World Energy 1988 della BP, al ritmo attuale di produzione l'incremento aggiunge 10 anni di vita alle riserve mondiali. Quelle accertate (896 miliardi di barili) sono ora sufficienti per circa 40 anni, anche prescindendo da prevedibili nuove scoperte. Questo temporaneo ritorno alT-energia facile» rischia di diventare un incentivo allo spreco e di rallentare lo sviluppo di fonti alternative e rinnovabili, come il solare e la biomassa. Non bisogna invece — si è concluso al congresso di Ron.a — abbassare la guardia, perché il mercato, più che dalle effettive riserve petrolifere accertate e da una semplice legge della domanda e dell'offerta, dipende dai delicati rapporti politici tra i Paesi occidentali e quelle aree, come il Medio Oriente, dove è concentrata la maggior parte delle scorte mondiali di greggio e di gas. Piero Bianucci FONTI ENERGETICHE UTILIZZATE DALL'ENEL ANNO 1987-CONSUNTIVO BB acquisizioni ^ combustibili solidi □petrolio ■idrica ■ nucleare (') milioni di tonfiate equrvelenti di petrolio 12) produztooe lorda ♦ acquisti da tarzi najonalt ed ettari □ gas naturale ■ G3 geotermica I TOTALE <»»w l" niao) m | 42,42

Persone citate: Edwin F. Shelley, Enea Umberto Colom, Fabio Pistella, Piero Bianucci