Gaffe del portavoce papale di Marco Tosatti

Gaffe del portavoce papale Tra smentite ufficiali e conferme, quasi un giallo in Africa Gaffe del portavoce papale Conversando con giornalisti avrebbe rivelato contatti segreti tra un cardinale e i guerriglieri del Mozambico - Accenni anche a una mediazione vaticana tra Botha e Chissano DAL NOSTRO INVIA l O GABORONE — Un cardinale di Curia si sarebbe incontrato a luglio, in Sud Africa, con i capi della Renamo, il movimento di guerriglia che controlla larghe zone del Mozambico. La notizia «esce» pochi giorni prima che Giovanni Paolo II giunga a Maputo, su invito del governo marxista del Frelimo, che da sempre — nonostante le disperate condizioni del Paese — rifiuta qualsiasi dialogo con quelli che definisce «banditi». Contemporaneamente, quasi ad avvalorare la tesi di un contatto diretto fra i palazzi pontifici e i guerriglieri, la Renamo annuncia una tregua unilaterale dal 15 al 21 settembre, in tre province (Maputo, Beira e Nampula), «per permettere alle popolazioni e ai cristiani in particolare di incontrare Sua Santità nella visita in Mozambico». E' la seconda volta (la prima fu nel Natale '80) che ciò accade in 10 anni. Un dispaccio dell'Ansa del 12 settembre, da Harare, attribuisce l'informazione sul¬ l'incontro tra il porporato e i guerriglieri al portavoce del Papa. Ed è subito giallo: ieri sull'aereo che portava Giovanni Paolo II e i giornalisti a Gaborone, in Botswana, in un animato confronto, il responsabile della sala stampa della Santa Sede, Navarro Valls, ha negato tutto, rintuzzato dai colleghi che avevano raccolto le sue frasi, Non era stata una conferenza stampa ufficiale. Mentre la maggioranza dei giornalisti seguiva Giovanni Paolo II a Bulawayo, il portavoce, accusando un malessere, restava ad Harare. Incontrava nella sala vicino alla piscina, e successivamente a pranzo, alcuni colleghi che avevano preferito non partire, e chiacchierava con loro. Il risultato: alcuni articoli e il dispaccio Ansa. Fra l'altro vi si diceva che l'incontro fra il sudafricano Botha e il presidente del Mozambico, Chissano, era «frutto di uno speciale intervento del Papa». Non solo: si affermava che il cardinale di curia Roger Etchegaray, visitando l'Afri¬ ca Australe, qualche settimana fa, aveva avuto «anche contatti con gli esponenti della guerriglia, specie coi capi della Renamo». Etchegaray era stato ospite del Sud Africa, dell'Angola e del Mozambico: rivelare suoi contatti diretti con Alfonso Daklahama, uno dei leader della Renamo, mentre il Papa percorre la regione, sarebbe stata una gaffe imperdonabile. E infatti il portavoce del Papa ha smentito tutto. Quando in Vaticano si sono visti i titoli dei giornali, ieri, c'è stata una reazione immediata, e telefonate a Harare. Intanto i cronisti che erano andati a Bulawayo, e al ritorno, a tarda sera, erano stati informati dai colleghi di ciò che era successo, e desideravano sapere perché erano stati penalizzati proprio mentre «coprivano» la trasferta papale nel Matabeleland. Navarro ha negato ogni cosa: una mediazione diretta del Papa nella regione, di aver annunciato un viaggio di Giovanni Paolo II in Angola nel maggio 1989, («non è in programma») insieme a Tanzania e Madagascar, «e tantomeno in Sud Africa». Ha affermato di non aver mai parlato della Renamo: «Quando qualcuno della Santa Sede si muove ed è latore di un messaggio ha contatti con persone che hanno una personalità giuridica»; ha negato di avere espresso soddisfazione per l'aiuto che viene dal Sud Africa in questo viaggio papale (Pretoria «costruirà tre ponti per i pellegrini che vanno in Lesotho, e li rifornirà dì cibo e acqua» ) ; ha negato di aver parlato di una formula del tipo «nunziature aperte», come accadde in Colombia, per favorire trattative fra governi e resistenza. I giornalisti che avevano conversato con lui sono di diverso avviso. Intanto l'aereo scendeva a Gaborone, in Botswana, accolto da cori e da danze di ragazzine in costume tradizionale organizzate dai missionari. Marco Tosatti