Sussurri e grida per il diapason

Sussurri e grida per il diapason LA DISPUTA SULL'INTONAZIONE DI BASE DELLE ORCHESTRE SINFONICHE Sussurri e grida per il diapason Illustre direttore, desidero rendere noti fatti e opinioni, a ciò indotto dall'articolo «Un giallo dietro il diapason»: 1°) nel corso della IX legislatura fu presentato il d.d.l. n. 296, firmato dai senatori Mascagni (pei), Ulianich (sin. ind.), Baggio (de), Panigazzi (psi), Ferrara Salute (pri), Panino (psdl). Proponeva all'art. 1: "Il suono di riferimento per l'intonazione di base degli strumenti musicali è la nota La3, la cui altezza deve corrispondere alla frequenza di 440 Hertz, misurata alla temperatura ambiente di 20 gradi centigradU; all'art. 4: «/ contributi dello Stato o degli enti pubblici sono condizionati anche dalla comprovata osservanza delle norme contenute nella presente legge». 2°) In data 20 luglio '88 i senatori Boggio e Mezzapesa hanno presentato il d.d.l. n. 1218 della X legislatura, che ricalca fedelmente il 296 della IX legislatura, salvo il La3, fissato a 432 Hertz. 3°) I due d.d.l. son previsti a maglie molto larghe, per esigenze artistiche e dì ricerca. 4°) La questione del diapason fu largamente dibattuta anche dall'Accademia di S. Cecilia, che nel '53 pubblicò un interessante opuscolo, dove figura un importante articolo dì Giacomo Lauri Volpi, il quale sostiene la nocivi tà del diapason alto per la voce. 5°) Sulla questione del La3, ho più volte affermato l'importanza della normalizzazione dell'intonazione di base degli strumenti musicali. Pos¬ so ampiamente dimostrare che il problema della normalizzazione dell'intonazione dì base degli strumenti da lungo tempo mi è ben presente; mi sono impegnato e m'impegnerò per la sua soluzione. 6°) So bene che il diapason non sempre è stato basso, ma il diapason alto è ostacolo alla salvaguardia dei beni lìutarì. 7°) In tanti anni, non ho mal fatto del La3 una questione politica! 8°) Di Lyndon LaRouche non so troppo (anche perché mi sembra superfluo) ma so quanto basta per poter affermare che le mìe idee sono lontanissime dalle sue. 9°) Se l'istituto Schiller, avvalendosi dei diritti costituzionali vigenti in Italia, ha opinioni simili a quelle di LaRouche, la cosa mi è completamente indifferente. L'eventuale sintonia non modificherebbe il mio giudizìo fortemente critico su LaRouche. H merito innegabile dell'istituto Schiller è di aver dato forza alla causa della «normalizzazione del diapason» e di aver ricordato la propensione di Verdi per il La 432. In omaggio a Verdi, in questa legislatura, ho proposto il 432, lietissimo anche se l'accordo potrà essere raggiunto sul 440. Carlo Boggio Senatore della Repubblica Caro Direttore, l'articolo intitolato «Un giallo dietro il diapason» è pieno di affermazioni false e calunniose per l'Istituto Schiller. Esso ha promosso una campagna a favore della normalizzazione del diapason su La=432 Hz (invece dei valori attuali che oscillano tra 440 e 450 o più Hz); in tal senso sostiene anche un disegno di legge che auspichiamo venga discusso quanto prima. Sachs pretende di rivelare che dietro l'Istituto si nasconda il politico americano Lyndon LaRouche e che il fine della iniziativa sia 'politico». Tuttavia lo stesso Sachs ammette di aver avuto un incontro con gli esponenti dell'Istituto e cita la rivista dell'Istituto, Il Machiavellico, nella lettera di un fantomatico, anonimo 'amico americano». Sachs sa quindi che l'Istituto Schiller è stato fondato dalla signora Helga Zepp, moglie di LaRouche, e sa che questi è ospitato sulle pubblicazioni dell'Istituto. Lo sa dal giugno scorso, quando lo incontrammo a Parma, ma finge di scoprirlo solo adesso, in seguito a una lettera dell'«amico americano». Quali sono le accuse di Sachs? Che" la proposta di riportare il diapason al La 432 sarebbe basata su certe teorie di LaRouche 'sull'armonìa e sul ritmo dell'universo, secondo le quali i negri e gli ebrei sarebbero in disarmonia con queste leggi. Siamo di nuovo tra le mandibole dèlia gran bestia». Le prove di queste affermazioni diffamanti? Nessuna, anzi l'«ctmtco americano» sembra dispiacersi che negli scritti di LaRouche «non traspare nemmeno una traccia di razzismo: Sachs si lancia ad attaccare Jonathan Tennenbaum, il ricercatore che ha elaborato le tesi «incriminate» sulla coerenza tra musica, armonia e fisica, ma non si perita nemmeno di tentare di spiegarne il contenuto. L'articolista inoltre si guarda bene dal citare il fatto che la proposta di fissare il diapason al La 432 non è certo nuova né originale di LaRouche, essendone stato uno dei sostenitori Verdi, e che il governo italiano la fece sua nel 1884. n ragionamento dell'Istituto Schiller è molto semplice: è assurdo che il diapason continui a essere sempre più alto e che vari da un teatro all'altro. Ciò rappresenta non solo un danno per le voci e per gli strumenti d'epoca, ma falsa le intenzioni dei compositori. L'accordatura alta trasporta il passaggio in altri punti, cambia la coloritura di tutta l'opera. I vantaggi di un ritomo al diapason «scientifico» sono innegabili. Che il tornare al rispetto delle partiture, il ricreare opportunità per il rifiorire di belle voci, il gettare le basi per la nascita di nuovi grandi compositori, sia un fine politico dietro cui ricercare oscuri complotti è opinabile; ma sorge il sospetto che chi sostenga questo voglia evitare il dibattito nel merito, preferendo la calunnia al confronto delle analisi e delle opinioni. Comunque i nostri fini sono palesi ed esposti in varie pubblicazioni disponibili al pubblico, e, per quanto nell'articolo del Sachs si potrebbero scorgere intenti intimidatori, non saranno certo le sue falsità a fermare la nostra iniziativa. Fiorella Operto Presidente dell'Istituto Schiller /( mio contestato articolo, dettato telefonicamente, è stato stajiipato con un errore formale: la citazione della lettera dell'amico americano era di quattro paragrafi: il resto era mio commento. Le frasi 'lo, lettera prosegue» sono stale aggiunte dalla redazione, che non aveva capito dove finiva la citazione. Tuttavia quei quattro paragrafi provengono veramente dal condirettore d'una notissima rivista musicale americana, che mi ha chiesto di non rivelare il suo nome. Rispetto la sua volontà, pala quale la signora Operto mi accusa di calunnia. Tengo a precisare comunque che sono stalo io a dire di non aver trovato traccia di razzismo verso ebrei e negri nell'articolo di LaRouche pubblicato sulla rivista dell'Istituto Schiller H machiavellico, mentre ho trovato confuse e bizzarre le idee politiche, storiche e culturali dell'autore — come, per esempio, le dichiarazioni che Russell e Huxley fossero -adoratori di Satana», che Wendell Holmes avesse -subito il lavaggio del cervello della società Fabiana» e che la Chiesa ortodossa controlli il Cremlino. E come si fa a non sospettare l'operazione intellettuale e persino i motivi di un uomo che comincia un articolo etichettando i suoi ertaci come dropa.fi a priori, o di un'organizzazione che permette tali cose senza commento? E' verissimo che ho fatto casualmente la conoscenza di rappresentanti dell'Istituto Schiller, ma è stata la lettera dall'America a spronarmi a leggere l'articolo di LaRouche, ed è stata la mia critica di quell'articolo a sollevare tutto questo putiferio. Può darsi che la campagna dello Schiller per il fixing del diapason non abbia niente a che fare con le idee politiche di LaRouche. Ma perché allora questi due argomenti vengono sempre abbinati nelle pubblicazioni dell'Isti¬ tuto? Perché sulla pagina centrale del programma di sala di un concerto tenuto a Milano sotto l'egida dell'Istituto lo scorso 9 aprile a favore del «diapason scientifico di Verdi» si legge die -scopo dell'Istituto è contrapporre alle molteplici tendenze verso lo sganciamento dell'Europa Occidentale dagli Stati Uniti una concezione positiva per il mantenimento e la rivitalizzazione dell'Alleanza Atlantica», e che -l'Istituto Schiller vede come suo compito definire nuovi interessi dell'Alleanza Atlantica-? E perché sull'ultima pagina del programma si trova una riproduzione della copertina della Executive Intelligence Review. ! cui titoli proclamano: -Congiura contro LaRouche legala all'affare Iran-Contras-, -Diplomatico del Valicano: i russi cercarono di uccidere il Papa- e-Sostenitore di LaRouche ora numero uno del Partito democratico a Houston-? Non c'è da meravigliarsi se un casuale lettore di queste cose abbia sospettato che LaRouche si servisse della campagna per il cambiamento del diapason per fare propaganda politica. Sono d'accordo sia col senatore Boggio sia con i membri dell'Istituto Schiller sull'opportunità di riportare il La a 432. c l'ho detto nell'articolo, ma ho detto inoltre, e lo ripeto, che sarebbe meglio mirare a un libero accordo tra le istituzioni musicali intemazionali che non a una legge nazionale. Il mondo musicale odierno non Ita frontiere, e non si può pretendere che un violinista o un cornista suoni oggi a Berlino con lo strumento intonato al La447 e domani a Milano al 432. Infondo al mio articolo domandavo se la campagna italiana per il La432 fosse sostenuta o no dai seguaci di LaRouche e, nel caso che la risposta fosse positiva, se i principali promotori italiani della campagna fossero al corrente delle sue idee politiche e culturali. Mi fa piacere che ora si sia chiarito che la campagna italiana è di vecchia data e non ha niente a che fare con LaRouche. Harvey Sachs

Luoghi citati: America, Berlino, Europa Occidentale, Ferrara, Iran, Italia, Milano, Parma, Stati Uniti