«Toro Seduto ci salverà» di Alberto Papuzzi

«Toro Seduto ci salverà» Paese emiliano in crisi sponsorizza i Sioux per rinascere «Toro Seduto ci salverà» Berceto, oggi escluso dal flusso turìstico, ha dedicato i giardini pubblici al grande capo - Alla cerimonia anche un discendente del vincitore di Custer: «Lo spirito del mio avo camminerà tra questi alberi» DAL NOSTRO INVIATO BERCETO — Ecco una storia esemplare sulle risorse della provincia italiana: gli Indiani a Berceto. Questo è un paese emiliano di tremila abitanti incollato ai boschi dell'Appennino come su una cartolina. Si trova ai piedi del Passo della Cisa, a circa 50 chilometri da Parma. Nell'epoca dell'automobilismo pionieristico era famoso per la corsa in salita Parma-Poggio di Berceto. Nel dopoguerra integrava l'economia di montagna con le villeggiature delle famiglie parmensi e il passaggio di automobilisti e camionisti. Allora aveva seimila abitanti. Dal 1963 al 1973, durante la costruzione dell'autostrada della Cisa, il paese fu baciato da un improvviso benessere: i cantieri autostradali davano lavoro a piccoli imprenditori, artigiani, operai. A quel decennio risalgono i condomini che contaminano l'antica struttura del borgo. Ma il benessere si è spento con l'apertura dell'autostrada, che ha sottratto anche il turismo di passaggio. Metà della popolazione è emigrata, le frazioni si sono svuotate, nessuna azienda ha occupato le aree industriali predisposte dall'amminitrazione comunale. Il 66 per cento degli abitanti ha più di 60 anni. Il reddito prò capite è sceso al penultimo posto nella provincia. Domenica mattina, dunque, a Berceto. E' una splendida giornata, il sole scotta. Sotto il sole, nella piazzetta principale, che non ha chiese né monumenti, ma solo case ed esercizi pubblici, una piccola folla circonda una tribùnetta dove siedono quattro Indiani Sioux Lakota che vengono dalla riserva di Pine Ridge, non lontano dai Grandi Laghi, ai confini tra Usa e Canada. Accanto agli Indiani, il console americano e quello canadese, il sindaco comunista, gli amministratori locali. Immobile in mezzo alla gente che passeggia, si accalca, prende un aperitivo, o gioca con i bambini, quella tribuna sembra una zattera carica di bizzarre suggestioni come il piroscapo di Fitz Carraldo. In un grande manifesto fissato alla tribuna con puntine da disegno, un capo indiano guarda il fotografo con aria più di curiosità che di fierezza: è Tatanka Iyotaka, che tradotto significa Toro Seduto, il vincitore di Custer, l'ultimo grande eroe indiano, simbolo dell'orgoglio e anche dell'avvilimento del suo popolo. La stessa effigie guarda i bercetesi da pacchi di tshirt in vendita su un banchetto e da una cartolina illustrata con annullo speciale. Perché Toro Seduto è la ragione di questa festa. L'amministrazione comunale ha deciso di dedicargli i giardini pubblici che delimitano la piazza. Nell'occasione Berceto si è gemellata con la cittadina di Pejuta Raka, che fa parte della riserva di Pine Ridge. La delegazione Lakota è ospite di Berceto fino a giovedì, n capo della delegazione si chiama BirgU Kills Straight. Ha qualche filo bianco nei capelli spartiti in trecce. Indossa un giubbotto di pelle con frange. Dice con solennità delle cose tristi che una interprete traduce con altrettanta tristezza: "Abbiamo sofferto. Abbiamo chiesto invano pietà e compassione agli americani'. Poi dice: -La terra è tutto. Quando si uccìde la terra, si è vicini alla fine'. Legge una poesia in lingua lakota che nella traduzione suona: «Le alte erbe giacciono nella prateria in silenzio'. La gente applaude con simpatia, con enfasi, anche con allegria perché è una giornata come non si vedeva da tempo nel paese. Della delegazione fa parte anche il pronipote di Toro Seduto. Si chiama Ron McNeal, ha 30 anni, è laureato in legge, porta anch'egli le trecce, una collana di denti di cervo e un vistoso cinturone di pelle. Parla come un indiano nei fumetti di Corto Maltese: «Abbiamo fatto un lungo viaggio, ma siamo felici di essere qui. Perciò oggi è un buon giorno'. Anch'egli dice cose tristi con aria triste: "L'America non rispetta la nostra cultura. In America non c'è nessun parco dedicato a Toro Seduto. L'unica occasione in cui gli americani parlano di Toro Seduto è quando usano il suo nome negli spot pubblicitari: Intanto scattano i click dei fo- to grafi e le troupes televisive riprendono la scena. •Noi vediamo in questi Sioux la storia di Berceto», dice il sindaco comunista Sergio Bettoni. "Siamo alla loro stregua, anche noi una riserva', dice 11 consigliere indipendente Gianfranco Pasquinelli. Ma il consigliere socialista Luigi Lucchi, giovane politico a tempo pieno, promotore dell'iniziativa, ammette: "E' soprattutto una questione di immagine. Senea gli Indiani non possiamo creare interesse attorno ai nostri problemi e ai nostri progetti'. Lucchi parla a nome della lista civica che ha vinto le ultime elezioni. Comprende tutti i partiti meno la de (all'opposizione). Ha un ambizioso programma di sviluppo turistico. Ha ottenuto già 6 miliardi di finanziamenti da Stato, Cee, Regione e Provincia. I progetti prevedono: ristrutturazioni edilizie con recupero delle condizioni architettoniche originali, sciovia sul Monte Cervellino, una scuola alberghiera del fungo, la trasformazione delle case in sasso di una frazione ormai spopolata in «autogrill vetrina» collegata con cremagliera all'autostrada della Cisa, naturalmente una lottizzazione nel centro storico, presso i ruderi del Castello dei Rossi, che erano la famiglia feudataria del luogo. Le vie dello sviluppo turistico sono infinite. Possono passare anche per le praterie degli Indiani. Intanto Berceto si vanta di essere l'unico paese al mondo che ha dedicato un luogo pubblico a Toro Seduto. Quando Ron McNeal ha scoperto la targa nei giardinetti cittadini, ha detto di essere sicuro che lo spirito del famoso prozio "Verrà a camminare anche fra questi alberi-. La gente ha applaudito e gli ha chiesto l'autografo. SI progetta anche un monumento commissionato a un artista indiano. Solo due bambini si sono messi a correre tra le aiuole ancora spelacchiate, mimando con la mano sulla bocca le urla dei pellirosse nei film western, ignari com'erano delle convergenze tra cultura amerindia e investimenti turistici. Alberto Papuzzi

Persone citate: Cervellino, Custer, Fitz, Gianfranco Pasquinelli, Lucchi, Luigi Lucchi, Pine Ridge, Sergio Bettoni