La mafia colpiste con il fuoco di Enzo Laganà

La mafia colpiste con il fuoco Mentre i giudici calabresi ringraziano il Presidente della Repubblica La mafia colpiste con il fuoco Bruciate le auto di un carabiniere e di un giornalista - Incendiato un deposito alimentare, danni per un miliardo - Dall'inizio dell'anno già ottanta attentati REGGIO CALABRIA — La 'ndrangheta adesso colpisce anche la stampa. Lo dimostra l'ultimo attentato compiuto l'altra notte al danni del corrispondente dell'Ansa e della Gazzetta del Sud da Locri, Paolo Pollichieni, un giovane pubblicista che da tempo si occupa di mafia. Alle sue numerose corrispondenze di questi ultimi giorni le cosche hanno risposto con spavalderia distruggendogli l'auto, una Audi 80, parcheggiata sotto casa. L'incendio appiccato alla vettura di Pollichienl ha interessato anche altre vetture e le linee telefoniche anche perché a tentare di spegnere le fiamme non sono potuti arrivare neppure i vigili del fuoco della vicina Siderno. Erano infatti impegnati a Roccella «Ionica dove un'altra banda aveva incendiato un deposito di generi alimentari della ditta di Alberto Misuraca, 49 anni. Gli attentatori dopo aver forzato una porta laterale del magazzino hanno vuotato all'interno due taniche di benzina alla quale hanno dato fuoco con una lunga miccia. I danni ammontano a un miliardo. E a Locri, solo poche ore prima, c'era stato ancora un atto di violenza nei confronti dei proprietari della «Mangiatorella», l'azienda di ac- que minerali sottoposta da tempo a vessazioni ed intimidazioni mafiose ed i cui operai vanno ora al lavoro sotto la scorta dei carabinieri. Tre autopullman della ditta Federico (uno dei fratelli è amministratore delegato dell'azienda idrominerale) sono stati gravemente danneggiati'. : '.. „, ' 'Solo a Locri — ha ricordato ieri mattina un magistrato al tribunale—siamo giunti a circa ottanta attentati dall'inizio dell'anno» ed ha aggiunto che il 1988 si è aperto con una sparatoria contro la stazione dei carabinieri, mentre i vuoti lasciati nelle forze dell'ordine in queste ultime settimane, primi fra tutti quelli nella squadra di polizia giudiziaria, attendono di essere colmati. 'Speriamo—ha aggiunto il giudice — che l'iniziativa assunta dal capo dello Stato sul caso Calabria possa servire a ridarci fiducia e soprattutto gli uomini necessari per continuare la lotta alla mafia che al momento attua¬ le è pressoché impossibile». Anche la Regione ha espresso un giudizio positivo sull'iniziativa del presidente Cossiga. Sicurezza e fiducia che sembrano sempre più venir meno non solo ai calabresi ma anche nelle stesse forze dell'ordine e soprattutto a chi viene in Calabria per lavoro. A Galatro, in provincia di Reggio, nella notte è stata data alle fiamme l'automobile di proprietà del carabiniere Vincenzo Brandi, 26 anni. A pochi chilometri di distanza poco prima erano stati uccisi due pregiudicati di Villa San Giovanni, Francesco Marciano ed Antonio Idone, 41 e 27 anni. Appare sempre più probabile che il duplice omicidio sia una immediata risposta dell'esecuzione mafiosa di mercoledì mattina del boss Francesco Chirico, legato al clan di Stefano Tegani. E adesso c'è anche chi sostiene che Marciano e Idone fossero stati proprio i killer di Chirico. Enzo Laganà

Persone citate: Alberto Misuraca, Antonio Idone, Cossiga, Francesco Chirico, Idone, Paolo Pollichieni, Roccella, Vincenzo Brandi

Luoghi citati: Calabria, Galatro, Locri, Reggio, Reggio Calabria, Siderno, Villa San Giovanni