Rinasce il Biffi Scala ristorante per artisti

Rinasce il Biffi Scala ristorante per artisti La ristrutturazione è costata 2 miliardi Rinasce il Biffi Scala ristorante per artisti MILANO — Ritornerà alla sua «storica» funzione di ristorante dopo Scala? E cosa offrirà, in memoria della tradizione: minestrina di verdura con mezza bottiglia di champagne come amava Toscanini, oppure risotto giallo secondo il gusto dei manager di oggi? Il Biffi Scala ha riaperto ieri; quasi un anno di lavori, riflessioni, ricerche; almeno due miliardi la spesa. Il progetto è di Pietro Derossi, docente dì composizione architettonica all'università di Torino; torinese anche la società proprietaria, e pure lo scultore Giulio Paolini, il cui «Orfeo» in gesso candido, bifronte e spezzato, troneggia all'ingresso di una delle sale. In toni scurì rossi, o verdi, le sedie sono in velluto, legno e peltro. Tende verdi, alcune color acqua marina, altre ad improvvisi tocchi di giallo. Ci sono anche colonne di granito rosa che presumibilmente appartenevano all'antica chiesa di Santa Maria della Scala. Giochi di specchi; una nicchia con una scultura di Claudio Parmiggiani («Pan», testa in bronzo con piccolo albero che spunta dal cranio) ; un «Ritratto di Madame de Stael» di Firmili Massot; un quadro di tono futurista di Emilio Tadinì; stampe e bozzetti di scena della Scala nel 1700 e 1800. Sarebbe lo stato lo stesso Piermarìni—l'architetto della Scala — a progettare anche quest'edificio di fianco al teatro. Fino al 1910, la palazzina fu utilizzata in parte dall'Abate Ricordi, come stamperia di spartiti musicali; si chiamava Casino Ricordi, e da questo nucleo si sarebbe sviluppata la gloriosa casa musicale. Poi lo spazio fu adibito a negozio del calzaturificio di Varese, una decisione presa dal sindaco Greppi e molto contestata da consiglieri e assessori. Nel 1931 il locale fu trasformato in caffè pasticceria, prendendo il nome da quello del suo proprietario, Piero Biffi, bibliofilo collezionista d'arte, amico di poeti ed artisti. Subito il caffè divenne appuntamento consueto non solo per i musicisti (Umberto Giordano, per esempio, fu tra gli assidui), ma' per la cosiddetta borghesia illuminata, una specie via vai, nel tempo, sostituita da schiere di «rampanti», o. r.

Persone citate: Casino Ricordi, Claudio Parmiggiani, Emilio Tadinì, Giulio Paolini, Greppi, Piero Biffi, Pietro Derossi, Toscanini, Umberto Giordano

Luoghi citati: Milano, Torino, Varese