A Ramstein il dolore della Germania di Alfredo Venturi
A Ramstein il dolore della Germania Nella chiesa cattolica di San Nicola una solenne cerimonia per l'addio alle cinquantuno vittime della sciagura aerea A Ramstein il dolore della Germania Presenti il capo dello Stato tedesco e il ministro della Difesa Scholz • Vogel: questa città non deve restare sinonimo di catastrofe ma di amicizia tra Bonn e gli alleati - Ai funerali Spadolini e Zanone DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — La chiesa cattolica di San Nicola, a Ramstein, ha una facciata di pietra che culmina, secondo un modello architettonico tipicamente tedesco, in un'altissima torre campanaria. A poca distanza dalla base aerea americana, appena tre chilometri, il profilo di quella torre è uno degli elementi che più svettano nel paesaggio, e quindi dev'essere ben familiare ai piloti che atterrano e decollano a Ramstein. Per loro è insieme un pericolo e un punto di riferimento. Anche gli ufficiali italiani delle Frecce tricolori, quella maledetta domenica, durante le loro evoluzioni a bassa quota devono aver tenuto d'occhio lo snello campanile di San Nicola. Ieri quella torre di pietra ha visto un concorso insolito di gente. Attraverso il portale che si apre alla base del campanile un corteo di inconsuete personalità è entrato nella chiesa del villaggio inondata di fiori. C'erano il capo dello Stato tedesco Richard von Weizsaecker, il presidente del Senato italiano Giovanni Spadolini, i ministri della Difesa dei due Paesi, Rupert Scholz e Valerlo Zanone. C'erano i capi di quattro governi regionali: Bernhard Vogel (RenaniaPalatinato), Walter Wallmann (Assia), Johannes Rau (Nor dreno-Vestfalia), Oskar Lafontaine (Saar). C'era il segretario dei partito socialdemocratico, Hai?s-Jochen Vogel. E il comandante della Nato John Oalvin, e altri militari americani, italiani, tedeschi C'erano gli ambasciatori degU Stati Uniti, Richard Burt, d'Italia, Raniero Vanni d'Arehirafl, e di Francia, Serge Boidevaix. C'erano, a celebrare insieme il rito ecumenico, i dignitari delle due confessioni cristiane in cui si divide la Germania: il presidente della Chiesa luterana del Palatinato Werner Schramm, il vescovo cattolico di Spira Anton Schlem- bach. In una mattinata umida di pioggia e di lacrime, c'era gente cui quella tragica palla di fuoco, una settimana fa, ha strappato per sempre un parente, un amico. Circa duecento parenti delle vittime gremivano la chiesa. Molta altra gente fuori, sotto la pioggia, in silenzio. C'erano alcuni dimostranti con un cartello che diceva basta alle esibizioni aeree. Silenziosi anche loro: bisognava sollecitarli perché rispondessero, polemici e mesti, che non ha diritto di pregare per le vittime chi le ha attratte nella trappola mortale dello spettacolo di acrobazia aerea. C'era la gente del villaggio, settemila abitanti, e per l'occasione luttuosa i negozi sbarrati. La cerimonia di Ramstein è stata trasmessa in diretta dalla prima rete televisiva, in una giornata di lutto nazionale contrassegnata dalle bandiere a mezz'asta davanti a tutti gli edifici pubblici. L'intero Paese, dunque, si è piegato sul mor¬ ti di Ramstein. Quanti morti? Erano quarantanove, la sera prima, in un bilancio che sembrava finalmente consolidato. Parlando nella chiesa di San Nicola il capo del governo regionale di Renania-Palatinato, Vogel, ha annunciato che durante la notte in un ospedale di Coblenza era morta la cinquantesima vittima. E intanto a Ludwigshafen, in una clinica, stava morendo un altro degli ustionati gravi. Cosi siamo ormai a cinquantuno morti, mentre centosessanta feriti sono ancora ricoverati negli ospedali, una decina in condizioni disperate. Le vittime sono state finalmente identificate, con la sola eccezione di due: sono dunque morti 42 tedeschi, i tre piloti italiani, due americani, un francese, un olandese. Questo bilancio tragico e assurdo aleggiava, sotto le volte neoromaniche di San Nicola, fra i dignitari impassibili e la folla piangente dei parenti Ma anche le cause che l'hanno provocato, le polemiche che lo hanno accompagnato, il severo discorso delle responsabilità, l'inaccettabile via di fuga della fatalità. Dietro l'ordine protocollare della chiesa parata a lutto, era palpabile nella tensione latente il doveroso dibattito che certo continuerà a divampare. Intanto, dal pulpito di San Nicola avvezzo ai sermoni di un prete di villaggio, tutti hanno detto buone parole di circostanza. Tutti hanno promesso che la terribile lezione non sarà stata vana. Burt e Vanni d'Archirafl, i due ambasciatori, hanno espresso nella chiesa tedesca il lutto degli americani e degli italiani. Vogel, a nome del suo governo di Magonza, ha detto che la tragedia non intaccherà l'amicizia fra tedeschi e americani. Ha detto anche che Ramstein non deve restare sinonimo di catastrofe, ma di amicizia, appunto, e di buon vicinato.' Alfredo Venturi Ramstein. I parenti d'una vittima dell'incidente di domenica assistono alla cerimonia funebre nella chiesa di St Niklas (Ap)
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