Mosca corregge la geografia di Emanuele Novazio

Mosca corregge la geografia Spariscono gli errori sulle carte, fatti per depistare i «nemici» Mosca corregge la geografia Stalin ordinò di fare scomparire strade e fiumi, cancellare quartieri, rendere inutilizzabili le piante della capitale, ma nell'era dei satelliti l'espediente fa sorridere - Ora gli specialisti promettono: entro due anni, turisti e cittadini sovietici non si smarriranno più DAL NOSTRO CORMSPONDUra MOSCA — Carte stradali e atlanti diranno la verità, le mappe di Mosca e dell'Urss non saranno più distorte volontariamente. In una intervista alle izvestia, 11 responsabile dell'Istituto di cartografia sovietico, Yashchenko, ha annunciato che saranno presto abolite le norme in vigore dalla metà degli Anni Trenta. Quelle che vietavano di preparare carte troppo precise, e addirittura imponevano di falsarle: per «ragioni strategiche», per il timore di consegnare segreti di Stato al nemico; per soddisfare un'altra ossessione dellUrss staliniana, sopraffatta oggi dal fiorire di una nuova parola sociale è dalla tecnologia dell'era spaziale. Si troveranno, dunque, piantine precise; non sarà più necessario muoversi alla cieca, per Mosca o negli immediati dintorni, una volta lasciate le strade principali, le sole segnate sulle mappe in vendita oggi. «Abbiamo ricevuto una quantità enorme di lamentele», ha confidato Yashehenko. «La gente non riconosceva il proprio Paese e la propria città, e i turisti cercavano invano di capire dov'erano». Perché «quasi ogni cosa è stata cambiata: strade e fiumi sono spariti dalle carte, interi quartieri sono stati cancellati, strade e edifici vengono riprodotti in modo inesatto». Dappertutto, nella capitale e in provincia: «Nella pianta turistica di Mosca, ad esempio, soltanto la periferia è riprodotta in modo relativa mente corretto». Perché tutto ridiventi normale ci vorrà ancora tempo; soltanto nel 1990 saranno pronte carte «assolutamente precise» divaria scala e un atlante completo dell'Urss molto dettagliato (in scala uno a 25 mila, un centimetro cioè sarà uguale a 250 metri), con duecentoquarantamila tavole. Per ora «11 timbro della segretezza», come recita il titolo delle Izvestia, è stato tolto alle mappe di scala uno a un milione, sulle quali cioè un centimetro rappresenta dieci chilometri. La glasnost fa giustizia di un paradosso, invecchiato e superfluo. Ma ancora oggi, in Unione Sovietica, c'è chi è pagato per conservare segreti inconsistenti, per tutelare una sicurezza che ha ben altre insidie: il mese scorso un giornale ha ospitato la lettera di un «guardiano di carte topografiche». Valéry Kurapov ha rivelato a Sovietskaia Rossia di aver diretto per vent'anni un istituto con sei dipendenti di cui pochi, probabilmente, sospettavano l'esistenza anche in Urss. Kurapov e i suoi cinque colleglli avevano l'incarico di vigilare su dei magazzini; dentro, erano cu¬ stodite cassaforti d'acciaio piene di mappe e di atlanti, inviati sotto scorta dalle cartografie del Paese. «A volte erano fogli di un solo colore, l'azzurro. Rappresentavano acqua: di mare, di lago, di golfo. E non solo non erano segnate le isole, non c'era neanche uno scoglio», scriveva Kurapov. La sua pareva un'ammissione di Infastidita quanto tardiva ribellione alle ossessioni del sistema; ma era, anche, la confessione di chi si è accorto di aver lavorato vent'anni per difendere un paradosso, Emanuele Novazio

Persone citate: Stalin, Yashchenko

Luoghi citati: Mosca, Unione Sovietica, Urss