Gardini presenta la Ferruzzi

Gardini presenta la Ferruzzi A fine anno la holding avrà un fatturato di 22.500 miliardi Gardini presenta la Ferruzzi Approvato ieri il bilancio dell'Agricola - Escòno dal consiglio De Benedetti e Solomon - Ai soci verranno offerti in opzione i titoli derivati dalla fusione tra Ferfin e Meta - L'etanolo va avanti MILANO — «A me sembra che qui si fanno molti fatti e poche parole...». L'accusa di immobilismo proprio non piace a Raul Gardini. Proprio lui, che compra e vende aziende, granaglie, soia, olio, zucchero, calcestruzzo e chissà cos'altro, in tutto il mondo. Proprio lui che si è guadagnato all'estero il soprannome di «condottiero» per la sua abilità nel concludere affari. No, certo non si può dire che Oardini stia fermo. E basta osservare il bilancio '87-'88 della Ferruzzi Agricola Finanziaria, approvato ieri dall'assemblea dei soci durante la quale sono state annunciate le dimissioni dei consiglieri Carlo De Benedetti e Harry Solomon, per comprendere la vitalità del gruppo di Ravenna. Il bilancio consolidato, chiuso il 29 febbraio scorso, presenta un fatturato di poco superiore ai 5000 miliardi, ma gli stessi amministratori avvertono che «in realtà la Ferruzzi Agrìcola è ormai una holding di un sistema industriale integrato capace di generare, a pieno regime, un volume d'affari aggregato di oltre 22.500 miliardi». Chiaro, quindi, che gli azionisti hanno discusso di un bilancio che, pur riferito a soli sei mesi fa. non rispecchia più realmente la situazione del gruppo. Non è la prima volta che succede per le holding di Ravenna ed è un rischio che si corre quando si cambia troppo e troppo in fretta. Ma Gardini respinge anche le critiche di incoerenza avanzate da un azionista. «Sono sempre stato coerente con la mia impostazione strategica e soprattutto per l'Agricola: è qui che si realizza l'assemblaggio di questo disegno strategico», n presidente si riferisce alla defini- zione dell'Agricola come holding di controllo dei due rami industriali del gruppo: la Montedison per la chimica e l'Eridania per l'agroindustria. Certo, lo riconosce anche Gardini, il gruppo è cambiato molto, è cresciuto velocemente, ma cosi van le cose. «Voi siete azionisti di una società che ha come caratteristica il desiderio di prendere sul mercato partecipazioni di controllo di società importanti». Qualcuno chiede perché non è stata fatta l'opa quando è stata venduta la Stancia a Berlusconi. Gardini si chiama fuori: «E' chi compra che deve fare l'opa». Giusto, ma la risposta è a doppio taglio. Perché non è stata lanciata l'opa sulla Meta? E qui si torna al riassetto della multinazionale di Ravenna che oggi viene ufficialmente formalizzato con la scomparsa dalla Borsa della Meta e la prima quotazione della Ferruzzi Finanziaria. Un'occa¬ sione per Gardini di fare un bagno di folla in Piazza Affari. Abbandonate, anche se non totalmente sopite, le polemiche dei mesi scorsi, Gardini ora guarda avanti. Polo chimico, nuova Agricola, etanolo. Non commenta nemmeno le dimissioni di De Benedetti e Solomon. Con l'ingegnere aveva stretto un'intesa ai tempi della scalata alla Montedison, si erano scambiati pacchetti azionari. Poi, dopo il crack di Borsa e la ristrutturazione del gruppo Ferruzzi, hanno preferito entrambi rientrare in possesso delle proprie azioni. Forse più avanti, a bocce ferme, si scambieranno quote di capitale a livello di capogruppo, Ferruzzi e Cofide. Solomon, invece, è un distinto Lord inglese, presidente della Berisford, società che controlla la Brìtish Sugar, vecchia preda (mancata) di Gardini. Fallito il progetto inglese non c'è più ragione di mantenere rap¬ porti così stretti. E le novità? Non mancano, n vicepresidente Sergio Cragnottl ha ipotizzato che l'Agricola potrebbe ritirare le azioni Ferruzzi Finanziarla derivanti (in quanto azionista Montedison) dalla fusione Ferruzzi-Meta e poi offrirle in opzione agli azionisti di minoranza Agricola. Naturalmente gli azionisti di maggioranza (la Ferruzzi) non possono tenerle in quanto darebbero vita a un incrocio azionario. Dopo l'incorporazione della Silos e della Paflnvest, prevista per il 19 settembre, l'Agricola avrà un patrimonio netto di 1812 miliardi (contro gli attuali 1334), partecipazioni per 2700 miliardi (1591), attività globali per 3383 miliardi (1875) e debiti finanziari netti di 651 miliardi. L'indebitamento scenderà a circa 400 miliardi grazie alla cessione del residuo 39% della Mira Lanza alla Benckiser. Confermata per il primo gennaio '89 la partenza dell'Enimont che avrà un indebitamento iniziale di 6100 miliardi a fronte di un patrimonio netto di 3400 miliardi, mentre le attività saranno di 9500 miliardi. L'obiettivo è ridurre il rapporto debiti/patrimonio a un valore vicino all'unità grazie anche al collocamento di quote di capitale. Infine l'etanolo, vecchio sogno di Gardini. L'amministratore dell'Eridania, Renato Picco, anticipa la prossima apertura a Ferrara di un impianto pilota e di un centro studi e ricerche. Un altro impianto partirà presto in Francia e c'è un accordo con la Regione Emilia Romagna per far circolare i taxi alimentati da benzina miscelata con etanolo, «n progetto etanolo — sentenzia Gardini — non è stato per niente accantona- t0"- Rinaldo Gianola Milano. De Benedetti e Gardini ai tempi dell'alleanza

Luoghi citati: Emilia, Francia, Milano, Ravenna