Con quella taglia a Bolzano vogliamo vincere l'omertà

Di nuovo emergenza a Pavia per una bomba di 4 quintali Evacuato un quartiere per disinnescare un ordigno bellico Di nuovo emergenza a Pavia per una bomba di 4 quintali E' stata ripescata dal fondo del fiume Ticino - Chiuso al traffico ponte Vecchio DAL NOSTRO INVIATO PAVIA — Un'altra emergenza, cinquanta ore dopo l'uragano che ha sconvolto la città. Un migliaio di persone sono state "allontanate ieri dalle loro abitazioni per consentire il recupero di una bomba d'aereo che da 44 anni giaceva sul fondo del Ticino, a un centinaio di metri dal ponte coperto. Un ordigno americano di 4 quintali e mezzo, con nel ventre 300 chilogrammi di trìtolo e due spolette ancora sensibili. La bomba era stata sganciata tra il 4 settembre del 1944 e il 29 dello stesso mese, durante gli otto bombardamenti subiti dalla città da parte degli alleati. I tre ponti sul Ticino (Ferrovia, Impero e Vecchio, come erano chiamati allora) erano obiettivi da distruggere per rendere difficoltoso il rifornimento alle truppe tedesche attestate lungo la linea gotica. L^ope^razione riuscì, ma le vittime fra i civili furono 119. Gli aerei scaricarono centinaia di bombe, molte non esplosero e negli ultimi due anni ne sono state trovate tre attorno al ponte Vecchio. Che fu il più difficile da colpire perché obliquo rispetto all'asse del fiume che dall'alto i piloti seguivano per centrare le arcate. In quegli anni il Ticino aveva quasi sette metri d'acqua. «E a volte — racconta Giulio Castelli, 73 anni, che sul fiume sta passando tutta la vita — le bombe non si infilavano verticalmente, ma finivano di piatto e avanzavano sul pelo della corrente co¬ me siluri per poi arenarsi, senza scoppiare, sul fondo. Le vedevo io». La bomba inesplosa è stata scoperta il pomeriggio del 19 agosto dal responsabile dei sub del Circolo Nautico, Guido Chiodi, 35 anni, durante una delle sue periodiche immersioni per controllare e liberare il Ticino dagli eventuali detriti. «Un lavoro che facciamo volontariamente — spiega — per non mettere in pericolo la navigazione delle nostre barche e quelle dei pescatori-. La bomba era coricata a quattro metri di profondità, di piatto, semisommersa da ghiaia e sabbia: -Un lucido, bombato pezzo d'acciaio lungo un metro e mezzo non lascia dubbi-. Chiodi l'ha segnalata con una boa e ha avvertito la prefettura che a sua volta ha informato il Ge¬ nio militare di Genova e gli artificieri di Alessandria. Ieri alle 9, il recupero. Già un'ora prima le abitazioni che s'affacciano sugli arguii (via Milazzo, lungotAcino Sforza, vìa Correnti e viale Venezia), per un chilometro a monte e a valle del ponte, erano state sgomberate e lasciate con porte e finestre aperte per limitare i danni se mai l'ordigno fosse esploso. Su queste case hanno poi vigilato carabinieri, polizia e vigili urbani. La bomba è stata agganciata da quattro sommozzatori a un verricello e issata su un pontone che poi si è diretto verso valle, per un paio di chilometri, fino a una spiaggetta del Parco Ticino, fuori città. L'operazione è stata sbrigativa e alle 9,50 il traffico nella zona off-limits è ripreso, la gente è tornata nelle case e i negozi hanno riaperto le saracinesche, mentre lontano gli artificieri iniziavano il disinnesco dell'ordigno. Un ufficiale del Genio ha spiegato che la corazza della bomba viene bucata con un acido fino a raggiungere la camera che contiene l'espiosivo. che si presenta compatto come il legno. Nel foro viene poi immesso vapore acqueo che scioglie il tritolo come fosse cera per poi fuoruscire dall'involucro attraverso un altro buco e risolidificarsi al contatto dell'aria. A questo punto l'esplosivo è innocuo e viene quindi tagliato a fette e bruciato. Infine vengono smontate le due spolette e fatte brillare in una buca, sotto sacchetti di sabbia. Dopo il disastro di lunedì sera causato dal nubifragio, sembrava che il recupero dell'ordigno iosse rimandato di qualche tempo per non creare altri disagi (lo sfollamento) a un quartiere della città particolarmente investito dalla tromba d'aria. Però sabato inizia la festa al Ticino, che è giunta alla sua nona edizione, e per una settimana tutte le sere sul fiume ci saranno regate e lungo gli argini giochi e canti. La festa l'ultimo giorno finirà con uno spettacolo pirotecnico, e sapere che nel Ticino c'era del tritolo innescato avrebbe sicuramente condizionato tutti. Ma molti sono convinti che da qualche parte ci potrebbe essere un'altra bomba inesplosa, dato che gli aerei le lanciavano a grappoli di quattro. Aldo Popaiz

Persone citate: Aldo Popaiz, Giulio Castelli, Guido Chiodi, Vecchio

Luoghi citati: Alessandria, Genova, Pavia