Per una notte a Taormina il mondo può aspettare

Per una notte a Taormina il mondo può aspettare Viaggio nella mondanità vecchia e nuova Per una notte a Taormina il mondo può aspettare IL primo turista arrivò a Taormina un giorno di maggio del 1787. Era un viaggiatore tedesco che percorrendo la strada tortuosa che saliva al Monte Tauro rimase estasiato dal paesaggio che si apriva ai suoi occhi, dal colori tanto vividi sotto il cielo terso, inebriato dai profumi degli aranci e dei mandorli in fiore. Si chiamava Johann Wolfgang Goethe e girava l'Italia annotando sensazioni e impressioni di viaggio su un taccuino che fu poi pubblicato con il titolo «Viaggio in Italia». Alla cittadina siciliana Goethe dedicò pagine esaltanti che ne decretarono anche il lancio a livello turistico. Attratti da quelle mirabili descrizioni, infatti, i primi turisti arrivarono per visitare il Teatro greco-romano appollaiato in punta a un poggio, in posizione dominante sulla baia; e per ammirare lo straordinario panorama che spazia dall'Etna al golfo sottostante, alle spiagge di mitologica memoria, fino a Catania. I turisti moderni arrivano invece attirati soprattutto dalla fama conquistata da Taormina in tempi più recenti di centro di mondanità e di palcoscenico della «dolce vita» isolana. Una fama strettamente legata agli anni d'oro della rassegna cinematografica che calamitava il jetset internazionale per l'assegnazione degli ambitissimi David di Donatello, gli Oscar italiani. Vi si arriva in funivia, lasciando l'auto nel parcheggio in riva al mare e in meno di tre minuti si è trasportati da Mazzarò al centro. Non che la strada che percorse Goethe sia impraticabile, anzi è certamente la più sug¬ gestiva del litorale, ampia, perfettamente asfaltata e costeggiata di giardini fioriti, n problema, se cosi può essere definito, è un altro: la città è da alcuni anni un'indisturbata isola pedonale, inanellata da una circonvallazione a senso unico che offre ben poche possibilità di parcheggio. Oggi Taormina si concede ai visitatori come una diva in là con gli anni, ancora bellissima, anche se non più sfavillante, che non vive però di ricordi e ha rinnovato la sua tradizione cultural-mondana con l'istituzione dell'annuale appuntamento estivo di Taormina Arte. Ma nei grandi alberghi, nei caffè che si aprono sul corso e nei mitici locali notturni si respira ancora la magica atmosfera di quella stagione dorata. Un itinerario attraverso la mondanità taorminese odierna e, perché no, passata, non può che avere inizio al Wunderbar. Si trova in piazza IX Aprile, proprio sotto la Torre dell'Orologio, e i suoi tavolini si spingono fin sulla terrazza del «belvedere» da cui si abbraccia quel famoso panorama sulla baia con l'Etna sullo sfondo. Esiste da prima della guerra e ai suoi tavolini si sono seduti tutti i protagonisti degli anni della leggenda. Ci si va all'ora dell'aperitivo, quando il corso si anima per lo «struscio» serale, per vedere e per farsi vedere. I Vip scendono al San Domenico Palace, il quattrocentesco convento domenicano trasformato in grand hotel: nomi di regnanti e di star del mondo dello spettacolo figurano nel prestigioso registro degli ospiti. Presente nell'elenco dei dieci alberghi migliori d'Europa, è il simbolo di un turismo raffinato ed esclusivo; te austere mura racchiudono i chiostri originari, l'esuberante giardino subtropicale che è stato ed è tuttora lo scenario di ricevimenti e feste memorabili, mentre i saloni e le 130 camere e suite sono arredati con mobili d'epoca. Già negli Anni 50 La Giara era una tappa obbligata delle notti taorminesi e nel mitico locale le serate danzanti spesso si prolungavano fino alle prime ore del mattino. Dopo la recente riapertura, «La Giara» ha riconquistato la posizione di locale notturno alla moda rinnovando l'atmosfera spensierata e un po' «kitsch» di quando era frequentato da nobili, avventurieri e attricette. Dopo la chiusura, il glorioso Casino di Taormina era diventato un triste monumento di se stesso rimasto tale fino a quando nel gran- de giardino all'inizio della Via Pirandello è stato ambientato un locale polivalente, il Tout-Va, diviso tra ristorante, discoteca e pianobar che in poche stagioni ha riguadagnato la ribalta. Ti metto di questo rilancio è dovuto in gran parte a un panorama unico sulla baia dell'Isola Bella, stretta tra Capo Taormina e Capo S. Andrea e a un programma di manifestazioni estive ricco di nomi di richiamo Per incontrare attori, critici e i vari addetti ai lavori di festival e rassegne basta prenotare un tavolo alla Botte, un ristorantino in piazzetta Santa Domenica. Prima o poi, infatti, ci passano tutti, sia perché è vicinissimo al Teatro antico, sia perché le specialità della cucina siciliana vengono servite fino a notte inoltrata. Tra le spiagge, la più esclusiva è sempre quella di Mazzarò, all'arrivo della funivia che porta al mare, anche se col tempo ha perso un po' lo smalto e si ritrova impegnata a contendere il primato al nuovi, emergenti, attrezzatissimi templi della balneazione. La Caravella, sulla spiaggia di Spisone, è lo stabilimento frequentato dalla «jeunesse dorée» locale e intemazionale; mentre il Paradise Beach, sul lungomare di Letojanni, è il lido più lussuoso della zona: la spiaggia è circondata da un giardino di piante tropicali con vialetti, gazebo e una piscina in pietra lavica con idromassaggio. Per una giornata davvero da Vip è possibile noleggiare uno yacht, il Kundabilu (tel. 231.65), un quindici metri con quattro cabine doppie ancorato nel porto di Naxos che fa da charter turistico Maria Grazia Casella L'abitato di Taormina, sullo sfondo il teatro greco-romano

Persone citate: Goethe, Johann Wolfgang Goethe, Maria Grazia