Il topolino ucciso dallo stress amoroso

Il topolino ucciso dallo stress amoroso Nella frenesia di trovare femmine un piccolo marsupiale, l'Antechinus, si dimentica di mangiare Il topolino ucciso dallo stress amoroso D, AMORE si muore. Lo insegna la storia deWAntechìnus, il piccolo topo marsupiale australiano che due zoologi del Continente Nuovissimo, Andrew Cockburn dell'Università di Canberra e Anthony K. Lee della Monash University di Clayton (Victoria), hanno spiato e osservato per anni in una foresta pluviale nei dintorni di Brisbane. Catturati e muniti di radiocollare, 1 minuscoli mam¬ miferi, lunghi generalmente meno di dieci centimetri, sono stati seguiti giorno e notte dagli studiosi, soprattutto di notte; dati 1 loro costumi notturni. Si è scoperta cosi l'incredibile originalità della loro vita riproduttiva. A un certo punto — verso la fine di settembre — 1 maschi scompaiono come per incanto. Non se ne trova nemmeno uno in tutta la foresta, neanche a cercarlo col lanternino. Sono tutti morti, n bello è che, circa un mese dopo la loro sparizione, fanno la'loro comparsa le femmine, ciascuna con la sua brava nidiata di cuccioletti nel marsupio. Sono cuccioletti minutissimi che pesano un sedicesimo di grammo e rappresentano il record di piccolezza tra 1 neonati dei mammiferi. Segno che le nozze si sono compiute e le femmine sono state regolarmente fecondate dai loro partner, ormai defunti. Da qui la grande curiosità dei ricercatori au¬ straliani di sapere come si svolgono! fatti. Vi è una perfetta sincronia nelle nascite degli Antechinus. Tutte le femmine di una popolazione partoriscono ogni anno, in natura, nella stessa epoca, giorno più, giorno meno. Evidentemente si influenzano a vicenda. In laboratorio Invece le femmine tenute isolate runa dall'altra partoriscono in epoche diverse. Per circa un mese le madri tengono 1 piccoli attaccati ai capezzoli dentro il loro curioso marsupio a forma di coppa, poi li depositano nel nido che hanno preparato In precedenza. E' un nido abbastanza elaborato, costruito di solito nelle cavità naturali degli alberi. Consiste in una camera da letto con servizi. Vi è infatti un'area adibita espressamente a latrina. Verso la fine dell'allattamento, la povera madre è oberata dal fardello di una decina di figlioletti, ormai cresciuti, che se stanno attaccati saldamente al capezzoli e pesano tutti assieme almeno cinque volte più di lei. E' naturale che in questo periodo particolarmente gravoso le poppate siano più intervallate e la madre abbandoni speeso i figlioletti nel nido per andarsi a rifocillare in maniera adeguata. Man mano che i piccoli crescono, muta sensibilmente nei loro confronti il comportamento materno. Se sono femmine, la generatrice ne tollera la presenza e le tiene con sé anche per tutta la vita. Se sono maschi, non appena 11 ha svezzati, li mette poco graziosamente alla porta, come se dicesse loro «da questo momento, arrangiatevi da soli». Perché — si sono chiesti i ricercatori australiani — questa disparità di trattamento tra 1 due sessi? Il fatto, in verità, non è nuovo. Lo si riscontra anche in altri mammiferi, come i leoni e alcuni primati. Cockburn e Lee suppongono che la tattica materna miri a impedire matrimoni incestuosi tra fratelli e sorelle, non appena gli uni e le altre raggiungono la maturità sessuale. Ma si tratta solo di un'ipotesi. Nell'autunno australe (marzo-maggio), gli Antechinus amano nidificare in gruppo, mantenendosi entro la stessa area. In inverno invece compiono escursioni anche a notevole distanza dalla zona di residenza, per riunirsi in gruppi più numerosi. Quando giunge l'epoca degli amori—fa ancora freddo — si assiste all'indiavolata frenesia dei maschi che perlustrano come disperati i nidi, uno per uno, alla ricerca di femmine recettive. Appena le trovano, le fecondano. Questo forsennato «cherchez la femme» dura circa una settimana Lo stress amoroso degli spasi¬ manti è tale che si dimenticano persino di mangiare. Si assiste allora al loro rapido declino fisico. Perdono il pelo, perdono i denti e dimagriscono vistosamente di circa un terzo del loro peso. Alla fine la loro fibra non regge più e .finiscono per soccombere tutti. La loro vita è durata meno di un anno e la morte suggella il fugace rito amoroso. Ben diversa è la sorte della femmina. Il suo periodo di calore dura tre settimane e in questo lasso di tempo lei non va tanto per il sottile. Si lascia fecondare da tutti i maschi che incontra. L'ovulazione incomincia soltanto verso la fine dell'estro, ma non ci sono problemi. Lo sperma accuratamente immagazzinato si mantiene vitale per circa due settimane e la topolina ne può disporre a suo piacimento per fecondare le uova che produce. E sono spesso le fem¬ mine che vanno a cercarsi il partner. I ricercatori ne hanno seguita una nelle sue peregrinazioni notturne, con la telemetria. Nel suo periodo di calore, l'hanno vista più volte abbandonare il suo normale territorio per avventurarsi nei «clan» maschili. Dopo un'oretta di permanenza nei nidi dell'altro sesso, la vedevano tornare nella sua residenza abituale. Ormai la sua scorta di sperma se l'era fatta e poteva aspettare tranquillamente l'ovulazione. Le femmine di Antechinus, più longeve dei maschi, possono vivere sino a tre anni. La maggior parte si riproduce una volta sola, ma alcune si riproducono anche una seconda volta, non più con i loro coetanei, ormai deceduti, bensì con i maschi che appartengono alla generazione dei figli. I. Lattes Coifmann ---- ... -imsm

Persone citate: Andrew Cockburn, Anthony K. Lee, Cockburn, Lattes Coifmann, Monash

Luoghi citati: Brisbane