Marie Cardinal: una vita troppo in ordine sconvolta dalla droga di Giovanni Bogliolo

Marie Cardinal: una vita troppo in ordine sconvolta dalla droga Un nuovo romanzo della scrittrice francese tra psicanalisi e sociologia Marie Cardinal: una vita troppo in ordine sconvolta dalla droga PER analizzare la con-. dizione della donna e illustrare le sue capacità di reagire alle insidie della vita d'oggi, Marie Cardinal si è costruita uno schema narrativo semplice ed afficace che, con lievi variazioni, utilizza per ogni suo romanzo: una donna non più giovane, ma ancora giovanile e piacente, insediata in una tranquilla routine di affetti, di benessere e a volte anche di successo, di colpo, a seguito di un evento traumatico, scopre che la sua esistenza è stata un fallimento. Di lì prende l'avvio una vicenda che non vale mai per l'esito che avrà (può essere la guarigione della nevrosi, come in Le parole per dirlo, o il suicidio, come in La trappola), ma per la maniera totale, cruda, viscerale con cui sarà vissuta. In Sconvolgimenti — il romanzo che ha impegnato la scrittrice negli ultimi cinque anni, da quando cioè si è ritirata a vivere nel Quebec — la protagonista è Elsa, una psicoterapeuta di fama intemazionale, e lo choc che mette in discussione tutta la sua vita di donna di successo e di madre fiera e felice è la scoperta che la figlia Laure è schiava dell'eroina. Ma il libro è solo in parte la narrazione della lotta disperata che questa donna ingaggia da sola, liberandosi dalla zavorra di un sapere che si rivela subito inutile e isolandosi da amici che sanno essere solo indifferenti od ostili o impotenti, per salvare sua figlia. Lo schema salta perché tra l'esperienza vissuta e la sua narrazione liberatoria e chiarificatrice Elsa innalza una barriera di dubbi, di pudori e di censure che per un buon tratto diventano il vero argomento del libro, e perché per aggirare questa barriera decide di avvalersi di un negre, ossia di uno di quegli oscuri e spesso geniali professionisti della scrittura che lavorano per conto terzi e che in Francia hanno una solida tradizione e uno statuto di semiufficialità (fino a poco tem■po fa, sulle pagine del Monde compariva regolarmente un'inserzione: 'Negre professionista è disposto a cedere la propria penna. Rivolgersi a...'). Così la storia si dilata, le parole del redattore si alternano a quelle della protagonista, ora riecheggiandole, ora tradendole, ora chiarificandole in maniera brutale, e sul tronco della videnda principale si innestano quelle, non secondarie, di una scrittura in fieri con tutti i suoi problemi e di un intellettuale un po' frustrato che s'innamora della sua affascinante committente. Lo schema salta soprattutto perché la Cardinal stavolta non si è accontentata di aggiungere un nuovo personaggio alla sua galleria di donne in crisi d'identità, né ha inteso scrivere, come sarebbe stata in grado di fare, un romanzo sulla droga, ma ha voluto utilizzare il suo personaggio caratteristico e uno dei problemi più sconvolgenti del nostro tempo per illustrare una tesi che sembra le stia particolarmente a cuore. E' la tesi af¬ fascinante — ma tutta da dimostrare — secondo cui "le leggi della termodinamica (e inparticolare l'entropia) si possono applicare parola per parola alla macchina umana', e la scrittrice trova modo di enunciarla e discuterla attribuendone la responsabilità scientifica alla sua protagonista Elsa. Ma non è solo un «effetto di reale»: con essa infatti fornisce una chiave di interpretazione della droga e degli altri elementi di perturbazione del tessuto sociale («Più il sistema si perfeziona, si complica, più il disordine aumenta. Cioè più si mette ordine, più si crea disordine. Più leggi, regole, genitori, cibo, mobili, case, scuole, climi ci sono, più diventa difficile mantenere l'equilibrio mentale'). La Cardinal suggerisce così una originale giustificazione dei rapporti che s'instaurano tra i diversi personaggi che ruotano attorno alla vicenda ('perché si produca un lavoro ci deve essere uno scambio di temperatura tra due corpi') e rivela il principio generatore di un romanzo in cui il disordine (il continuo slittamento tematico, il progressivo sbriciolarsi della trama, il frenetico giustapporsi di registri e di toni) appare come una forma diversa — ma coerente, avvincente, pienamente godibile — dell'ordine. Giovanni Bogliolo Marie Cardinal, «Sconvolgimenti», trad. di Mariagiovanna Anzi), Bompiani, 215 pagine, 20.000 lire. Leonor Fini, «Phoebus endormi»

Persone citate: Leonor Fini, Marie Cardinal, Negre

Luoghi citati: Francia